Botulino, due indagati a Cosenza per commercio di sostanze nocive, morte e lesioni come conseguenza di altro reato

  • Postato il 8 agosto 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Commercio di sostanze alimentari nocive e morte e lesioni come conseguenza di altro reato. La Procura di Paola ha aperto un’inchiesta per il decesso di un uomo e le intossicazioni da botulino registrate a Diamante, in provincia di Cosenza. Il turista 52enne di Napoli, Luigi Di Sarno, è spirati dopo aver mangiato un panino con broccoli e salsiccia acquistato al food truck ‘Da Peppino’ sul lungomare di Diamante.

L’uomo – che aveva accusato un malore – si era comunque messo in macchina per rientrare a casa ed è morto poi in autostrada, all’altezza di Lagonegro (Potenza). Almeno sette le altre persone intossicate dopo aver mangiato lo stesso alimento nella stessa attività. Tra questi due 17enni di Roma, anche loro in vacanza, entrambi ricoverati in terapia intensiva, uno intubato e l’altro cosciente. Iscritto nel registro degli indagati i titolari dell’attività ambulante. Il furgoncino è stato posto sotto sequestro. La Procura, diretta da Domenico Fiordalisi, ha disposto l’autopsia sul corpo del 52enne, affidandola all’Istituto di medicina legale di Catanzaro. In totale quindi sono nove le persone intossicate.

“Sono in corso le attività di verifica da parte degli organi preposti che, dopo aver effettuato campioni sulle diverse matrici alimentari, in via cautelare e prudenziale, hanno sottoposto l’attività a blocco sanitario” le parole del sindaco di Diamante, Achille Ordine che solo ieri aveva dichiarato che non era certa la fonte dell’intossicazione e di non aver preso provvedimento in attesa dei primi riscontri. Le persone in terapia intensiva ieri erano già tre.

La Asl di Cosenza – da quanto apprende l’Adnkronos Salute da fonti sanitarie – sta collaborando con il centro anti-veleni e con i tecnici del ministero della Salute. “La situazione è sotto controllo, la macchina organizzativa sta funzionando”. Ma tra i camici bianchi c’è chi, nonostante il fenomeno sia circoscritto alla nota località di vacanza, sostiene che “bisogna avere la giusta attenzione, servono più controlli rigorosi nel caso di street food. I casi ci sono e tra loro registriamo un quadro clinico compromesso”.

“Non si può morire di botulino nel 2025 – dice Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova – e non ci possono essere così tanti intossicati, con casi prima in Sardegna e in questi giorni in Calabria. C’è troppa ignoranza e superficialità nella conservazione e preparazione degli alimenti e nella lotta alle infezioni. Si di deve fare più attenzione e mi pare che l’argomento non sia nell’agenda delle priorità della prevenzione”. A Cagliari – dove è morta una 38enne – nei giorni scorsi sono stati registrati 8 casi di intossicazione alimentare – probabilmente riconducibile al botulino – per aver mangiato dei tacos con la salsa guacamole ad una festa e un bimbo di 11 anni è tuttora ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico di Roma, dopo essere stato trasferito dalla Sardegna.

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Il Fatto Quotidiano

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