Bossarino, con Haiki+ il valore dei rifiuti: riciclo e sostenibilità ambientale
- Postato il 18 giugno 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Vado Ligure. Il valore dei rifiuti e come trasformare uno scarto in una risorsa preziosa: è la mission di Haiki+, proprietaria della discarica di Bossarino a Vado Ligure e socio di maggioranza della stessa Ecosavona, una realtà industriale attiva nella gestione e valorizzazione dei rifiuti attraverso soluzioni avanzate di economia circolare.
Haiki+, gruppo da 300 milioni di euro di fatturato nel 2024 e 600 dipendenti, opera lungo tutta la filiera del rifiuto, articolando il proprio impegno in quattro ambiti principali grazie alle sue società controllate (Haiki Recycling, Haiki Mines, Haiki Cobat e Haiki Electrics): dalla gestione sostenibile dei rifiuti urbani e industriali, alla raccolta e trattamento di pile, RAEE e materiali compositi, fino al recupero di risorse da rifiuti elettronici e allo smaltimento certificato di quelli non più recuperabili, con particolare attenzione alla produzione di energia da biogas.
Proprio quest’ultima area è affidata alla controllata Haiki Mines, oggi protagonista di un ambizioso progetto di landfill mining, che punta al recupero di materiali metallici da discariche chiuse prima degli anni ’90. Si tratta di veri e propri giacimenti urbani che, grazie alle nuove tecnologie, possono tornare a generare valore, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale.
Tra gli impianti coinvolti figura anche la discarica di Bossarino, destinata allo smaltimento di rifiuti non pericolosi. Qui Haiki+ ha già attivato sistemi per il recupero energetico da biogas, con motori di cogenerazione da 660 kW, e per il trattamento interno del percolato, secondo criteri di efficienza e ambientalizzazione.
L’esperienza di Bossarino fa parte di un modello più ampio, che vede l’economia circolare come leva concreta per innovare la gestione dei rifiuti e restituire valore a materiali dimenticati.
“Oggi la sostenibilità passa anche dalla capacità di recuperare valore da ciò che abbiamo già seppellito” sottolinea Flavio Raimondo, vice presidente di Haiki+. “Il nostro lavoro è quello di reinterpretare il concetto di rifiuto, trasformandolo in opportunità, anche attraverso l’innovazione tecnologica e una rete impiantistica all’avanguardia”.
“Per assicurare una nuova vita alle cosiddette materie prime-seconde, è fondamentale poter contare su un gran numero di punti di raccolta e su un parco mezzi di un certo livello” evidenzia ancora Raimondo.
Tra gli impianti operativi: “Dal Raee riusciamo a recuperare persino la polvere di rame come anche il gas dei frigoriferi. In più abbiamo promosso e reso praticabile l’idea di rinunciare a costruire nuovi capannoni, riutilizzando invece quelli già esistenti, mentre siamo pure capaci di recuperare nel settore tessile camicie e pantaloni che la gente butta, quindi non dalla post vendita ma dal post consumo, aspetto sicuramente innovativo che a breve, siamo infatti nella fase autorizzativa, ci permetterà di aprire un sito a Novara” evidenzia poi il vice presidente di Haiki+.
E ancora: “Stiamo recuperando con contenitori dedicati, prima di mandare al riciclo, pure i mozziconi di sigaretta dei fumatori presenti qui in azienda, pratica che abbiamo adottato assieme a quella che ha reso paper free alcuni piani del palazzo che ospita Haiki+”.
Quanto ai progetti green legati al filone industriale dell’economia circolare: “Debbo dire che finalmente noto una maggiore consapevolezza all’interno delle realtà con cui ci interfacciamo. Ci siamo resi conto che l’industriale ha capito il valore di un processo virtuoso capace di rimettere in circolo quello che resta fuori del ciclo produttivo e può essere riutilizzato recuperando determinati materiali. E se al nord il livello di partecipazione delle aziende è stimabile intorno all’80%, al centro e al sud siamo rispettivamente al 50 e al 40%”.
Nell’immediato futuro Haiki+ punterà ancora sul settore del landfill mining, su discariche che sono state chiuse prima del 1990 e nella quali sono presenti soprattutto materiali relativi a vecchie automobili: “Abbiamo fatto carotaggi e visto che si può lavorare sui tantissimi metalli seppelliti in discarica, tra cui alluminio, ferro e rame. Un progetto sicuramente importante e nel quale crediamo molto” conclude Raimondo.