Bollo auto, cambia tutto: versamento annuale e senza rate per ogni veicolo

  • Postato il 13 maggio 2025
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Siamo ancora nella fase preliminare della riforma del bollo auto, ma i primi passi dell’iter sono già stati compiuti. Il Consiglio dei ministri, nel quadro della ampia riforma fiscale, ha infatti approvato in via preliminare il diciassettesimo decreto attuativo che, tra i cambiamenti ipotizzati nella gestione di tributi locali, mette in discussione il bollo auto così come lo conosciamo.

Questo intervento normativo, che rientra nel pacchetto di riforme sul federalismo fiscale regionale, punta a garantire maggiore autonomia finanziaria alle Regioni e consentire di gestire le risorse raccolte attraverso i tributi di competenza. Le modifiche riguarderanno milioni di cittadini e coinvolgeranno sia i privati sia le aziende proprietarie di flotte. Il percorso legislativo non è però ancora concluso: prima che le disposizioni diventino operative, il decreto dovrà passare il vaglio della Conferenza unificata Stato-Regioni e ricevere il via libera definitivo dalle commissioni parlamentari competenti.

Pagamento annuale in un’unica soluzione per tutti i veicoli

La più rilevante tra le novità annunciate riguarda l’eliminazione dei pagamenti frazionati del bollo auto. Fino a oggi, i cittadini potevano scegliere di versare il bollo con diverse modalità, in base alle scadenze stabilite dalle singole Regioni. Alcune consentivano pagamenti quadrimestrali o semestrali, altre prevedevano un’unica scadenza annuale. Dal primo gennaio 2026 questa flessibilità scomparirà del tutto: chi possiede un veicolo dovrà versare la tassa del bollo auto in un’unica soluzione, riferita al mese di immatricolazione.

Questa scelta è giustificata dal Governo come misura per semplificare la vita degli automobilisti, ma anche per razionalizzare la gestione amministrativa da parte delle Regioni che faticano a tenere sotto controllo i pagamenti frazionati. Il nuovo sistema permetterà di allineare ogni veicolo a un’unica data di scadenza e a ridurre, almeno nelle intenzioni, il rischio di dimenticanze o inadempienze da parte dei contribuenti.

Conseguenze sulle flotte aziendali e sul noleggio a lungo termine

La riforma del bollo auto ha un impatto diretto anche sulle aziende che gestiscono flotte di veicoli e sulle società di noleggio a lungo termine. L’obbligo di versamento in un’unica soluzione annuale richiederà l’adeguamento dei budget e sistemi di gestione amministrativa. Le società di noleggio sono quindi chiamate ad aggiornare i contratti e i sistemi di fatturazione per riflettere le nuove scadenze e modalità di pagamento.

Il principio di territorialità e la gestione regionale del gettito

Un altro pilastro del decreto è la riaffermazione del principio di territorialità. Questo significa che il bollo auto dovrà essere versato solo alla Regione di residenza del proprietario, che in genere coincide con quella in cui il veicolo circola con maggiore frequenza. Questa scelta non è solo amministrativa, ma anche politica e ambientale: permette alle Regioni di trattenere le risorse economiche generate dalla mobilità sul proprio territorio, investendole in progetti di sostenibilità, come la riduzione delle emissioni, il miglioramento della viabilità o l’incentivazione del trasporto pubblico locale.

Si tratta di una visione che guarda anche all’economia circolare, perché punta a trasformare una tassa percepita come onerosa in una leva per la transizione ecologica dei territori. Non sarà più possibile intestare un veicolo in una Regione solo per approfittare di eventuali aliquote più basse, pratica che in passato ha creato disomogeneità e concorrenza sleale tra enti locali.

Scadenze, modalità di pagamento e sanzioni oggi

La scadenza del bollo auto varia in base alla data di immatricolazione del veicolo e alla Regione di residenza. In genere il pagamento deve essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza annuale. Ad esempio, se un veicolo è stato immatricolato a settembre, il bollo dovrà essere rinnovato entro ottobre di ogni anno.

Il pagamento può essere effettuato attraverso diversi canali: online tramite il sito dell’ACI o delle Regioni, presso gli sportelli ACI, le agenzie di pratiche automobilistiche, le tabaccherie convenzionate e gli uffici postali. Il tutto senza dimenticare che ci sono diverse categorie di veicoli e proprietari che possono beneficiare di esenzioni o riduzioni del bollo auto:

  • veicoli elettrici: in molte Regioni, sono esenti dal pagamento per i primi 5 anni dall’immatricolazione, con eventuali riduzioni negli anni successivi;
  • veicoli ibridi: alcune Regioni offrono esenzioni o riduzioni temporanee, in genere per i primi 3-5 anni, a seconda delle normative locali;
  • veicoli storici: i veicoli con più di 30 anni possono essere esenti dal bollo, mentre quelli tra 20 e 29 anni possono beneficiare di una riduzione del 50%, purché iscritti in registri storici riconosciuti;
  • veicoli per persone con disabilità: sono previste esenzioni per veicoli utilizzati da o per il trasporto di persone con disabilità, secondo quanto stabilito dalla legge 104 del 1992.

Il mancato pagamento del bollo auto entro i termini previsti comporta l’applicazione di sanzioni e interessi. La sanzione standard è pari al 30% dell’importo dovuto, oltre agli interessi. In caso di inadempienza protratta per oltre tre anni, è prevista la radiazione d’ufficio del veicolo dal Pubblico Registro Automobilistico con conseguente impossibilità di circolazione.

Nuove regole per il soggetto passivo e i veicoli sottoposti a fermo

Di particolare rilievo è anche la modifica che riguarda la definizione del soggetto obbligato al pagamento. Oggi chi risulta proprietario il giorno stesso della scadenza è chiamato a versare la tassa. Dal 2026 il nuovo sistema identificherà il contribuente tenuto al pagamento al primo giorno del periodo di riferimento, evitando così che i passaggi di proprietà generino dubbi o contestazioni.

Obiettivo di questa misura è garantire maggiore trasparenza e certezza giuridica, soprattutto nei casi di vendite effettuate nei giorni immediatamente precedenti la scadenza. Viene inoltre introdotta una stretta sulle esenzioni per fermo amministrativo: anche se il veicolo non può essere utilizzato su strada perché sottoposto a provvedimento amministrativo, il proprietario sarà comunque obbligato a pagare il bollo regolarmente. Le cronache raccontano infatti che molti debitori usano il fermo come strumento di elusione fiscale, mantenendo la responsabilità economica a carico dell’intestatario del mezzo.

L’iter legislativo e le prossime tappe verso l’entrata in vigore

Nonostante l’approvazione preliminare da parte del Governo, il decreto deve ancora affrontare più passaggi istituzionali prima di diventare legge. La Conferenza unificata sarà chiamata ad esprimere un parere vincolante, che potrebbe portare a modifiche o integrazioni delle misure proposte. Quindi il testo dovrà essere esaminato dalle commissioni parlamentari, che avranno il compito di valutarne la coerenza con l’intero impianto della riforma fiscale e con gli interessi delle autonomie locali. Solo al termine di questo percorso si potrà parlare di piena operatività, con l’entrata in vigore fissata per il primo gennaio 2026.

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