Bollette, la legge anti-rincari: Giorgetti annuncia la prossima mossa del governo
- Postato il 15 febbraio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Bollette, la legge anti-rincari: Giorgetti annuncia la prossima mossa del governo
Aumenti medi del 21% rispetto alle bollette energetiche dello scorso anno. La speculazione finanziaria sui mercati internazionali ha spinto al rialzo il costo della materia prima (principalmente il gas metano che ieri ha sfondato il tetto dei 58 euro salendo al 58,19 euro/mwh), con inevitabili effetti domino che stanno mettendo in crisi aziende (e non solo le energivore) ma anche le famiglie che cominciano a ritardare i pagamenti e chiedere ripetute rateizzazioni per far fronte a bimestri salati insostenibili, soprattutto adesso con i consumi della stagione fredda. Il governo è consapevole delle difficoltà che mettono in difficoltà i conti delle famiglie. Anche perché i redditi dal 1991 al 2022 sono cresciuti solo dell'1%, a fronte del 32,5% in media nell'area Ocse. Tralasciando l'erosione del costo della vita. Intervenendo ieri al question time in Senato il titolare di via XX Settembre ha affrontato di petto i rincari dei prezzi energetici. Adesso bisognerà vedere i margini di manovra (e di bilancio) che l'esecutivo potrà inanellare: «Credo che una riflessione su ciò che è significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato elettrico debba essere fatta», rilanciando la palla nel campo delle opposizioni: «Ricordo», scandisce, «che era uno degli impegni assunti non certo da questo governo». Perché, rivendica l'esponete leghista, «se il governo fa un grande sforzo per dare più soldi in busta paga ai lavoratori del ceto medio» con il taglio del cuneo fiscale, ma poi il surplus «se lo divora l'aumento delle bollette».
MERCATO LIBERO
Dal 1° gennaio 2024 i servizi di tutela di prezzo non sono stati più disponibili per gli utenti domestici. E così famiglie e imprese hanno dovuto aderire “spintaneamente” al mercato libero di gas ed energia elettrica, abbandonando il regime tutelato. Andando a sbattere salvo rarissime eccesioni (malati dipendenti da macchinari salva vita, invalidi intestatari di contratti energetici tutelati)- contro un mercato in altalena. Giorgetti ha garantito che «l'esecutivo» interverrà «nelle prossime settimane» per varare «un provvedimento contro il caro bollette». Quale al momento non è dato sapere. Le associazioni a tutela dei consumatori (Assoutenti, Unc, Adiconsum) avvertono che la situazione sta diventando insostenibile. I conti sono stati già fatti a fine dicembre dall'Arera (l'Autorità di regolazione). E le previsioni, pur allarmanti, si sono dimostrate fin troppo ottimistiche: e così è saltata fuori la conferma che nel primo trimestre del 2025 la bolletta elettrica per il “cliente tipo vulnerabile servito in Maggior Tutela” sarebbe aumentato del 18,2%. Previsione che a metà febbraio sono state già scavallate. Nella speranza che la stagione fredda passi rapidamente e che i prezzi scendano di conseguenza.
Anche perché continuando così saranno dolori. Lo stato di maggior tutela (prezzi calmierati) dal 1° luglio scorso è riservato ai soli clienti vulnerabili. Vale a dire ultra 75enni percettore di bonus sociale, soggetto con disabilità (art. 3, L. 104/92), residente in un modulo abitativo di emergenza o isola minore non interconnessa, utilizzatore di apparecchiature salva-vita. Attenzione però: le associazioni dei consumatori puntualizzano che le società fornitrici riconoscono gli sconti sulla bolletta di luce e gas soltanto se il contratto è intestato al titolare. Ma se il contratto è intestato al genitore o alla moglie la bolletta arriva a prezzo intero e tanti saluti alla protezione dei più fragili. Oggi nel servizio a maggior tutela rientrano circa 3,4 milioni di clienti. L'ipotesi a cui si starebbe lavorando, tra le altre, è di riconoscere “lo sconto” comunque (e in maniera retroattiva) ai nuclei familiari in cui risieda secondo lo stato di famiglia un componente con le caratteristiche previste dalla legge. Il buon senso avrebbe dovuto suggerire un intervento di protezione e invece questo pasticcio del precedente governo ha messo nei guai milioni di famiglie.
NUCLEARE COSTOSO
Certo l'aumento della spesa - sottolinea l'Arera - è «principalmente dovuto ai costi di acquisto dell'energia elettrica e alle relative perequazioni (complessivamente +16%) e ai costi di dispacciamento (+2,4%)». Ma c'è dell'altro. In bolletta tra tasse, costi di “trasporto” e altre fantasiose voci, il valore effettivo della materia prima pesa per circa il 50%. Per il resto si tratta di costi accessori, tra i quali quelli per lo smantellamento delle centrali nucleari (decommissioning) che dal 1999 al 2052 costerà la bellezza di 11,38 miliardi. Il tutto - ricostruisce l'Agenzia Ageei.eu- senza aver prodotto neppure l'energia per accendere una lampadina. Anzi. L'amministratore delegato della società pubblica, Gian Luca Artizzu in una recente intervista a Il Sole 24 Ore, ha svelato che l'entrata in esercizio «del deposito nazionale scorie radioattive arriverà solo «nel 2039». Allungando così i tempi di dieci anni dall'ultima stima ufficiale.