Bollette, governo in tilt. Pd e M5s: “Niente sui rincari”. Pichetto: “Valutiamo con Meloni e Giorgetti, vediamo quando ci arriviamo”

  • Postato il 20 febbraio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il governo continua a prendere tempo sull’annunciato provvedimento contro i rincari delle bollette. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti l’aveva promesso il 13 febbraio e da allora si sono tenuti due consigli dei ministri, ma le norme per dare sollievo a famiglie e imprese non si sono viste. Lontani i tempi della campagna elettorale 2022, quando la leader di FdI Giorgia Meloni assicurava: “Il governo può fare subito di più a livello nazionale per abbattere gli sprechi energetici tipo i lampioni accesi in pieno giorno e soprattutto lo Stato può intervenire subito per destinare maggiori risorse per ridurre le bollette”. Le opposizioni attaccano, mentre dall’esecutivo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin non prende impegni sui tempi. Si limita a dire di aver avuto un confronto con Meloni e Giorgetti sulle ipotesi in campo e sulla “forza di bilancio per poter intervenire”. Leggi: i soldi. La conclusione? “Vediamo quando ci arriviamo”.

Quanto ai contenuti, Pichetto a margine di un evento sul nucleare presso la sede di Confindustria ha accennato a un “abbattimento del differenziale sul Ttf” – si tratta di annullare la differenza tra il costo del gas sul mercato di riferimento europeo e quello sul mercato all’ingrosso italiano – e “allargamento del bonus energia per dare una mano alla parte dei fragili che, trovandosi nel mercato dei vulnerabili, si trovano con uno spread”. Da notare che estendere la platea dei beneficiari a chi ha un Isee fino a 15mila euro (oggi la soglia è fino a 9.530), come il governo Draghi aveva fatto nel 2022, costerebbe circa 1,5 miliardi. Poi il titolare dell’Ambiente ha ribadito che “si tratta anche di far fronte ad una situazione di mercato rispetto ai prezzi del gas che determina il nostro prezzo dell’energia, con un prezzo del gas che da un giorno all’altro ha oscillazioni enormi”: riferimento al noto meccanismo per cui i prezzi dell’energia dipendono dal costo dell’offerta marginale, la più costosa, che quasi sempre è quella di una centrale a gas. Da anni si parla della necessità di separare i destini delle quotazioni dell’elettricità da quelle del gas, il cosiddetto disaccoppiamento, che la Commissione Ue nella bozza del piano d’azione sull’Energia atteso per il 26 febbraio prevede di propiziare attraverso “strumenti finanziari” e “progettazione di misure di aiuti di Stato”, come anticipato dal commissario Ue all’Energia Dan Jorgensen.

Per tamponare l’emergenza per le imprese si parla poi di potenziare l’energy release, cioè la fornitura di elettricità a prezzi calmierati alle imprese energivore che realizzano nuova capacità di generazione da fonti rinnovabili, e di compensare la tassa europea sulle emissioni di Co2 a carico dei produttori di energia, cosa che però richiede evidentemente un via libera preventivo di Bruxelles. Allo studio sarebbe anche un nuovo intervento sugli oneri di sistema, ma il problema delle coperture rende questa strada impervia.

“Ieri un altro Consiglio dei ministri senza alcun provvedimento contro il carobollette. Nulla”, commenta sui social Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle. “Sono passati due mesi da quando il governo ha tagliato in busta paga fino a 100 euro per i redditi più bassi, e anche qui nulla di nulla. Eppure avevano promesso una ‘attenta valutazione‘. Loro stanno ancora valutando, famiglie e imprese si stanno disperando. Sono però velocissimi quando si tratta di trovare i soldi per aumentare gli stipendi ai ministri o investire in armi”.

Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem, rincara: “Ora dicono di stare ancora riflettendo. Anche oggi, insomma, il governo si occupa domani delle gravi difficoltà dei cittadini e delle imprese. La destra è all’opera per finanziare l’ennesima rottamazione delle cartelle esattoriali ma non trova le risorse per alleviare i sacrifici delle famiglie e delle aziende, soprattutto quelle piccole e le energivore, sempre più schiacciate dall’impennata dei prezzi. L’inerzia del governo non fa che dimostrare, anche in questo delicatissimo settore, l’assenza di una qualsiasi strategia in grado di accompagnare il Paese fuori dalle secche di un’economia che non cresce e sulla quale sta per abbattersi la mannaia dei dazi di Trump”.

Anche Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, sottolinea i ritardi del governo: “La premier Meloni è responsabile della rapina sociale ai danni degli italiani con il caro bollette. La premier, pochi mesi fa, aveva detto ai giornalisti che non poteva parlare di energia in pochi minuti perché tema complesso, così complesso che la premier si è addormentata non facendo nulla. Sui centri in Albania il governo ha prodotto decreti su decreti, investendo oltre 800 milioni, sul caro energia nulla”.

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