Bollette dell’acqua: stangata in arrivo. Ecco dove si paga di più
- Postato il 22 maggio 2025
- Di Panorama
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L’acqua ci costa sempre di più. È in arrivo una nuova stangata sulle bollette, con aumenti tra il 7 e il 9%. Nel 2024 le tariffe erano già cresciute del 4% e addirittura del 23% tra il 2019 e l’anno scorso. Un salasso per le famiglie. La denuncia arriva dai dati raccolti dal Servizio Stato sociale e politiche fiscali della Uil. E oltre agli aumenti ci sono i problemi di spreco e aree del Paese, soprattutto al Sud, dove ci sono anche problemi strutturali di razionamenti e disservizi. Secondo l’ultimo report Istat quasi la metà dell’acqua immessa negli acquedotti italiani si perde prima di arrivare ai rubinetti. Se ne sprecano 3,4 miliardi di metri cubi l’anno.
Le città più care e quelle più economiche in Italia per l’acqua: aumenti fino al 9%
In media una famiglia di tre persone che consuma annualmente 180 metri cubi di acqua quest’anno spenderà 497 euro contro i 473 euro dell’anno scorso. Significa in media un incremento del 5%, che è più del doppio dell’inflazione prevista per quest’anno dal governo. Nel 2025 i rincari vanno dai 19 ai 33 euro. Quelli maggiori sono nei capoluoghi del Nord Est (+7,03%) e del Nord Ovest (+6,45%), mentre per il Centro Italia, dove la spesa media arriva a 681 euro annui, l’incremento è del +3,18%. Nel Sud e nelle Isole gli aumenti sono più contenuti (+4,49%), ma qui le criticità del servizio sono più pesanti.
L’analisi delle singole città parla chiaro. Livorno è la città dove si paga di più per l’acqua: la spesa media annua raggiunge gli 844 euro (+4,97%), seguita da Frosinone e Pisa (837 euro), Grosseto e Siena (819 euro), Arezzo (800 euro) e Firenze, Pistoia e Prato (tutte a 751 euro), seguite da Carrara (746 euro). Le città più economiche, dove comunque i rincari ci sono, sono capitanate da Trento con 193 euro annui (+2,6%). Ci sono poi Savona (204 euro ma un +28,3%), Milano (205 euro), Campobasso e Isernia (218 euro), Cosenza (223 euro), Avellino (272 euro), Napoli (275 euro), Ragusa (276 euro) e Aosta (286 euro).
Tra le città metropolitane, Napoli e Milano sono quelle con le tariffe più basse, mentre Roma (503 euro, +8,65%) e Torino (510 euro, +9,67%) registrano i rincari maggiori.

Servizio idrico inefficiente e reti obsolete: i problemi dell’Italia e in particolare del Mezzogiorno
Dallo studio arriva la denuncia: tariffe più basse non sono sinonimo di efficienza. Spesso indicano invece una mancanza di investimenti, che portano a criticità nel servizio. Nel 2023, oltre 2,3 milioni di famiglie nel Sud hanno subito disservizi legati a razionamenti e interruzioni, a causa di infrastrutture obsolete e mal gestite. A livello nazionale, la perdita media di acqua nelle reti è del 45,5%, ma in Calabria e Sicilia alcune reti disperdono oltre la metà dell’acqua immessa. La causa principale è l’assenza di investimenti: nel Sud si spendono solo 30 euro pro capite l’anno per manutenzione e rinnovo delle reti, contro i 95 euro del Centro-Nord. Una carenza che, a catena, porta anche a limitazioni di accesso ai fondi del Pnrr, spesso inutilizzabili per mancanza di piani tecnici o personale specializzato.