Blindato il dl sicurezza, al voto l’11 giugno. Sulla custodia cautelare vince Nordio, l’emendamento Costa diventa odg
- Postato il 14 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Vincono l’urgenza di convertire il decreto Sicurezza in versione super blindata e il Guardasigilli Nordio che vuole per se stesso “vanto e merito” di aver ristretto le regole della custodia cautelare. Così l’emendamento Costa al dl Sicurezza, che blocca l’arresto per il rischio che lo stesso reato venga ripetuto, viene sì riammesso, ma politicamente è già “morto”. Un vertice di maggioranza l’ha derubricato a semplice ordine del giorno. Una sorta di “suggerimento politico” al ministro della Giustizia che in tempi rapidi, con il suo fido viceministro, l’avvocato barese Francesco Paolo Sisto, porterà a Palazzo Chigi quella che già chiama “la mia storica riforma della custodia cautelare”.
Il Fatto quotidiano ha prima scoperto e poi fornito i dettagli dell’operazione Costa. Togliere alle regole della custodia cautelare un pezzo forte, via il rischio di ricadere nello stesso delitto, mentre restano il pericolo di fuga e l’inquinamento delle prove. Per Nordio è il coronamento di una linea politico-giudiziaria perseguita da sempre. C’era lui al vertice del Comitato promotore per i referendum radical-leghisti che, tra gli altri, già proponeva a giugno del 2022, quando l’attuale ministro della Giustizia era solo un ex procuratore aggiunto di Venezia in pensione, di sopprimere l’ipotesi della reiterazione per mandare un imputato in custodia cautelare.
Ma che succede adesso? Innanzitutto c’è la scelta politica. Un vertice di maggioranza intorno alle 12, dove per Forza Italia è presente il vicepresidente della commissione Giustizia della Camera Pietro Pittalis, decide che il decreto dovrà andare blindato al voto. Niente emendamenti. Anche se per tenere buoni i leghisti ne vengono riammessi alcuni, come quello del capogruppo Riccardo Molinari che aumenta le pene sui furti in casa e a strappo. Non solo, ecco quelli del capogruppo forzista in commissione Giustizia Tommaso Calderone, come quello che introduce una nuova circostanza attenuante per i reati di rapina.
Ma tutta l’attenzione ormai è puntata sull’emendamento Costa sulla custodia cautelare. Anche questo viene riammesso, ma il suo destino politico viene contemporaneamente segnato. Diventerà un ordine del giorno. Forza Italia mugugna e obbedisce di malumore. Ma deve piegare la testa al volere di Nordio e di Sisto. La decisione è ormai irrevocabile. Il decreto andrà al voto dal 26 maggio e subito dopo, ovviamente blindato, passerà a palazzo Madama, dove la capigruppo ha già fissato l’aula per l’11 giugno, anche qualora il provvedimento non sia stato chiuso in commissione e quindi senza il relatore.
Per tenere buone le opposizioni, tra gli emendamenti riammessi c’è quello di Valentina D’Orso del M5s che modifica il delitto di sequestro di persona abrogando la disposizione che ne subordina la punibilità alla querela della persona offesa. E ancora quello che abroga il reato di invasione di terreni o edifici con pericoli per la salute e l’incolumità pubblica. Rientra anche un emendamento della responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute. Parliamo, nel complesso, di una decina di emendamenti rispetto ai 400 che sono stati falcidiati. E che comunque sono di fatto già “morti” prim’ancora di essere discussi. Proprio Valentina D’Orso, mentre li scorre, sussurra una battuta ironica: “Hanno fatto rientrare anche alcuni dei nostri emendamenti, in quanto ritenuti meritevoli di disciplina penale, ma evidentemente il ripristino dell’abuso d’ufficio, che pure avevamo chiesto, non era meritevole della medesima disciplina…”.
La partita si chiude così. Ancora una volta finisce con un uno a zero per Nordio, lo “scippatore di emendamenti”, in particolare quelli succosi di Costa. E ci sono ancora gli avvocati di Forza Italia repressi nel loro spirito garantista (salvo che Gasparri non parli dei magistrati…). Vince la voglia di repressione a tutti i costi dei meloniani e della Lega, contenuta nel decreto Sicurezza con i suoi 14 nuovi reati, le nove circostanze aggravanti, nonché tutte le misure che ampliano a dismisura i poteri delle polizie.
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