Blackout programmati: la nuova guerra si combatte sugli inverter solari
- Postato il 3 giugno 2025
- Di Panorama
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In Germania, l’agenzia federale per la sicurezza informatica (BSI) lancia un allarme che si spera suoni come l’ennesima sveglia collettiva: la rete elettrica è il nuovo bersaglio strategico degli attacchi informatici. A preoccupare non sono solo le grandi centrali, ma anche – e soprattutto – i piccoli impianti locali, come le turbine eoliche o i pannelli solari domestici, sempre più diffusi e digitalizzati. “Abbiamo bisogno di questa modernizzazione, ma dobbiamo proteggerla”, ha dichiarato Claudia Plattner, presidente del BSI.
L’energia del futuro è distribuita, connessa e intelligente. Ma proprio questa trasformazione, spinta dalla transizione ecologica, apre la porta a nuovi rischi. Infrastrutture un tempo isolate e fisiche ora dialogano continuamente con la rete, diventando potenziali punti deboli. E la guerra cyber – silenziosa, invisibile, ma letale – attende alla porta.
A dare consistenza concreta a queste preoccupazioni è arrivato, nel marzo 2025, un report di Forescout, azienda leader nella cybersecurity. Il documento ha individuato 46 vulnerabilità critiche in inverter prodotti da tre dei maggiori costruttori mondiali. Per chi non lo sapesse, gli inverter sono dispositivi fondamentali: convertono la corrente continua prodotta dai pannelli solari in corrente alternata, compatibile con la rete elettrica. Se compromessi, possono diventare strumenti di sabotaggio.
Lo scenario peggiore? Un attacco sincronizzato su larga scala, capace di manipolare centinaia di migliaia di inverter per generare squilibri tra domanda e offerta. Basta un piccolo scostamento dalla frequenza standard di 50 Hz per causare disconnessioni automatiche nella rete e innescare un blackout a cascata. Secondo i calcoli degli esperti, se solo l’1% degli impianti domestici europei – circa 500.000 su 50 milioni – venisse colpito, si potrebbero modulare oltre 4,5 GW: un valore sufficiente a superare le capacità di risposta d’emergenza europee, secondo ENTSO-E, l’associazione europea dei gestori di rete di trasmissione di energia elettrica.
Non è più solo una questione tecnica: è una questione strategica. La sicurezza dell’energia è tornata ad essere un affare geopolitico. “La Russia rappresenta oggi la minaccia più urgente per la cybersicurezza tedesca”, ha ribadito Plattner. Ma nella lista dei potenziali aggressori ci sono anche Cina, Corea del Nord e Iran. La posta in gioco? Il controllo del funzionamento quotidiano della nostra società.
La guerra non si combatte più solo con carri armati o missili, ma con righe di codice e attacchi a sistemi apparentemente innocui. L’inverter solare sul tetto di casa potrebbe diventare, all’improvviso, una pedina in una guerra globale.
Il punto cruciale è questo: la digitalizzazione dell’energia, se non protetta adeguatamente, può trasformare un’infrastruttura strategica in un’arma a doppio taglio. La transizione ecologica è necessaria e urgente, ma non può ignorare la questione della sicurezza. In alternativa rischiamo di transitare ambientalmente semplicemente a seguito della cancellazione della nostra civiltà per come la conosciamo. Sarò anche apocalittico, ma ho la sensazione che oggi serva qualche voce fuori dal coro.