Bitcoin in caduta libera: miliardi in fumo in poche ore e il mercato crypto trema. Ecco cosa succede ora

  • Postato il 2 dicembre 2025
  • Di Panorama
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Dopo aver sfiorato valori record sopra i 126.000 dollari nel corso dell’autunno 2025, Bitcoin è precipitato in poche settimane sotto la soglia degli 86-90.000 dollari, segnando una delle peggiori correzioni del 2025 secondo quanto riportato dal New York Post.

La prima settimana di dicembre ha visto un ulteriore calo: nelle prime ore gli scambi hanno evidenziato un crollo del 5-6%, sufficiente per far scattare liquidazioni massive in posizioni ribaltate (soprattutto long). 

I numeri parlano chiaro: uno degli eventi di liquidazione più impattanti di sempre, con centinaia di milioni di dollari “washed out” in poche ore.

Il risultato? Non una semplice perdita del 16-17% nel solo mese di novembre, ma anche un segnale forte: la fiducia in Bitcoin, e in parte in tutto il comparto crypto, sembra erosa.

La causa del crollo non è solo una “follia da speculazione”

Uscite su larga scala dai fondi istituzionali

Gran parte della spinta rialzista di questo 2025 era venuta da grandi flussi in fondi “spot-Bitcoin”, come ETF che permettono agli investitori istituzionali di comprare BTC in modo regolamentato. Tuttavia, nei mesi recenti, questi fondi hanno visto deflussi per miliardi di dollari.

Con la riduzione degli acquisti, si è improvvisamente capito che dietro al “boom” non c’era una domanda stabile, ma mera speculazione e momenti di interesse massiccio. Tale cambiamento netto di sentiment ha indebolito il “nucleo” di supporto al prezzo.

Leva, liquidazioni e “effetto domino”

La crisi è stata amplificata da un’alta leva nelle posizioni: molti investitori avevano preso in prestito per acquistare Bitcoin, sperando in continui rialzi. Quando il prezzo ha iniziato a scendere, sono scattati margin call (richiesta da parte di un broker di integrare fondi in un conto di trading perché il suo valore è sceso al di sotto di una soglia minima di sicurezza, il cosiddetto “margine di mantenimento) automatici: vendite forzate, che a loro volta hanno indotto altri margin call e così via, in un circolo che ha accelerato il crollo.

Secondo alcuni analisti, non si è trattato solo di una correzione fisiologica, ma di una “struttura di mercato” che è venuta meno: minore liquidità, meno acquirenti aggressivi, più incertezza.

Scarsa fiducia macroeconomica e correlazione con mercati tradizionali

In un mondo dove aumentano le tensioni macro (inflazione), i possibili rialzi o le incertezze sui tassi d’interesse con l’aumento della sfiducia nei confronti dei mercati, il Bitcoin non è più visto come “bene rifugio alternativo”.
Al contrario: sembra sempre più legato all’andamento del mercato finanziario globale.
Inoltre, l’ondata sfavorevole sulle borse tech e “growth”, in parte dovuta a timori su una bolla dell’AI, ha trascinato con sé anche gli asset più speculativi come queste tipologie di moneta alternativa.

Fattori tecnici e di fiducia nel mondo crypto valute

Non è solo questione di andamento finanziario estremamente incerto. Gli incidenti tecnici nel settore DeFi (finanza decentralizzata), con hack o bug su protocolli collegati, hanno aumentato la diffidenza verso l’intero ecosistema crittografico, e chi cerca un punto “sicuro” tende a uscire.

In più, parecchi investitori “storici” hanno approfittato dei massimi per realizzare profitti non indifferenti, vendendo BTC, il che ha aumentato l’offerta sul mercato, senza però che vi fosse abbastanza domanda per assorbirla. 

Le conseguenze per chi contava su Bitcoin e per l’intero sistema crypto

Secondo quanto riportato da Reuters, le società e le aziende che avevano puntato forte su Bitcoin come riserva (o asset strategico) stanno rivedendo i conti: i guadagni attesi sono evaporati, e alcuni prevedono addirittura perdite importanti. 

Le altcoin (monete alternative), da Ethereum a token minori, ne hanno risentito in modo più violento: la caduta di fiducia verso il Bitcoin ha trascinato con sé l’intero settore. 

Il mercato crypto, appare sempre più fragile e molto più interconnesso con i mercati tradizionali: la lunga storia di indipendenza (o presunta tale) sembra ormai un ricordo.

Per gli investitori “retail”: chi è entrato tardi rischia grosso, la volatilità rimane altissima. Chi è dentro da tempo, invece, potrebbe considerare questa come una fase di accumulo (ma solo con grande cautela).

È davvero una “crisi scatenata da Trump” come alcuni dicono?

Spesso si fa riferimento a un precedente storico, nel 2025 o poco prima, quando alcune mosse politiche, tra cui quelle di Donald Trump, avrebbero destabilizzato i mercati e indirettamente influito su Bitcoin. Tuttavia, come mostrato dai dati recenti, la caduta attuale è molto più strutturale. Non è solo una reazione a scosse politiche: dietro c’è un mix complesso di fattori finanziari, macroeconomici, tecnologici e psicologici.
Oltretutto  attualmente il Bitcoin è molto più integrato nei mercati tradizionali (istituzioni, ETF, investitori globali) di quanto non fosse in passato: di conseguenza, è più vulnerabile a shock generalizzati e a scossoni speculativi.

Quali scenari potrebbero prospettarsi per il futuro?

Se dovesse recuperare la fiducia da parte di grandi investitori istituzionali (nuovi afflussi in ETF, aziende che ricomprano), potremmo vedere un rimbalzo: ma serviranno segnali forti di stabilità e regolamentazione chiara.

Se invece la paura resta, per via del contesto economico globale instabile, la discesa potrebbe continuare: alcuni analisti vedono prodotti a 80.000 e perfino 75.000 dollari.

In ogni caso c’è da tenere in considerazione lo scenario “laterale”: il Bitcoin potrebbe stabilizzarsi in una fascia di prezzo più bassa, oscillando, forse per mesi, finché non torni una domanda consistente.

Perché la crisi del Bitcoin è degna di attenzione anche “fuori dal mondo crypto” 

Questa non è solo una crisi del Bitcoin o di un token: è un segnale del fatto che un tempo la cosiddetta “riserva di indipendenza finanziaria” (il mondo delle criptovalute) è diventata invece parte integrante del sistema finanziario globale, con tutto ciò che esso implica.

Quando il vento cambia con l’avvento di tassi d’interesse altamente variabili e crisi economiche globali nemmeno il Bitcoin può esserne immune. 

Autore
Panorama

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