Beyoncé, stadi mezzi vuoti e biglietti a saldo: lo scandalo Puff Daddy pesa anche su di lei
- Postato il 1 maggio 2025
- Di Panorama
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Una Beyoncé che fatica a vendere i biglietti? Fino a poco fa sarebbe sembrata una barzelletta. Eppure è la realtà del Cowboy Carter Tour. Se per la data d’apertura al SoFi Stadium di Los Angeles un biglietto arrivava a costare fino a 800 dollari, poche ore prima dell’inizio dello show gli stessi posti erano disponibili a 57 dollari. Un crollo verticale, che ha lasciato migliaia di sedili vuoti e i fan a bocca aperta — soprattutto quelli che, mesi prima, avevano speso cifre astronomiche per assicurarsi un posto.
Il risultato è un danno d’immagine pesante, senza precedenti nella carriera della popstar. Beyoncé, abituata a fare sold out in pochi minuti, oggi fatica a riempire le arene. I suoi fan, il cosiddetto Beyhive, sono furiosi: chi ha pagato cifre esorbitanti si sente truffato, mentre la cantante non ha ancora dato spiegazioni. Nessuna comunicazione ufficiale, solo un imbarazzante silenzio che alimenta la delusione.
Il paragone con il Renaissance Tour del 2023 è impietoso: dodici mesi fa c’era chi volava in Europa pur di assistere a uno show a prezzi più abbordabili. Ora, invece, anche con biglietti scontati all’osso, le date americane restano largamente disponibili.
Un flop inspiegabile? Forse no.
L’amicizia scomoda con Puff Daddy
C’è chi punta il dito su una questione che molti preferirebbero evitare: il legame di Beyoncé e Jay-Z con Sean “Puff Daddy” Combs. Il produttore e magnate dell’hip hop è oggi al centro di uno degli scandali più gravi della storia recente dello spettacolo americano. Le accuse sono pesantissime: abusi sessuali, traffico di esseri umani, associazione a delinquere. Attualmente incarcerato al Metropolitan Detention Center di Brooklyn, Combs attende il processo con la prima udienza fissata al 9 ottobre. Intanto si è già dichiarato non colpevole.
I numeri del caso sono agghiaccianti: oltre 120 denunce, più di 3.280 dichiarazioni raccolte da presunte vittime, e racconti che parlano di molestie anche su minori. Il tutto all’interno di feste private ribattezzate “Freak Offs”, eventi a base di droga, alcol, escort e violenze, frequentati — secondo diverse testimonianze — anche da celebrità di primo piano. Tra questi nomi spuntano proprio Beyoncé e Jay-Z. Nessuna accusa formale nei loro confronti, ma la sola ipotesi di una vicinanza con un ambiente tanto tossico ha fatto partire un pericoloso effetto domino sulla reputazione dell’artista.
Il pubblico oggi è più attento, più sospettoso. E se fino a ieri bastava una hit e un tour per fare il tutto esaurito, ora la fiducia si conquista anche con coerenza e trasparenza. Beyoncé, al momento, non ha preso le distanze da Combs, né ha commentato pubblicamente la questione. Un silenzio che, in tempi di crisi reputazionale, può valere più di mille parole.
Intanto il Cowboy Carter Tour continua, almeno sulla carta. Le tappe americane includono Chicago, New York, Houston, Washington D.C., Atlanta e Las Vegas. I biglietti? Ancora disponibili, a partire da 35 euro. In Europa le cose non vanno meglio: solo due città toccate — Londra e Parigi — e nessuna data in Italia. Anche qui, nessun sold out.
Che si tratti di stanchezza del pubblico, di prezzi iniziali troppo alti o di un effetto collaterale del caso Puff Daddy, il punto è chiaro: Beyoncé oggi non è più intoccabile. E il suo trono, almeno per ora, vacilla.