Bersani a Meloni: “Non raccontare che gli asini volano, la strage di Bologna è fascista”
- Postato il 2 luglio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Alla Festa dell’Unità di Roma, Pier Luigi Bersani, intervistato dal giornalista Marco Damilano, interviene per commentare la recente sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna all’ergastolo per Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, responsabile di concorso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Marco Damilano apre il dibattito sottolineando l’importanza storica della sentenza: “Oggi la Cassazione condanna in via definitiva all’ergastolo Paolo Bellini per concorso nella strage di Bologna. 2 agosto 1980, 85 morti, sono passati 45 anni. Al di là della figura di Paolo Bellini, questa sentenza certifica i mandanti della strage, tutti deceduti – spiega – ma parte integrante dell’inchiesta: Licio Gelli, capo della P2; il prefetto Umberto Federico D’Amato, responsabile degli uffici riservati al Viminale; Umberto Ortolani, numero due della P2; Mario Tedeschi, senatore del Movimento Sociale Italiano. Che significato ha questa verità giudiziaria che oggi possiamo affermare?”
Pier Luigi Bersani risponde con una forte carica emotiva e storica: “Per me è un’emozione intensa, perché quel giorno rappresenta uno dei ricordi più vivi della mia storia politica. Ero assessore da poche settimane ai servizi sociali, mi precipito e vedo una scena incredibile: centinaia di bolognesi, dandosi il braccio e trattenendo la curiosità, lasciano passare ambulanze e autobus trasformati in ambulanze verso gli ospedali.”
L’ex ministro definisce quella giornata “un’apocalisse senza disordine”, un evento che sottolinea come sia stato possibile solo in una città come Bologna. Ricorda la lunga resistenza della città nella ricerca della verità: “Bologna resiste per decenni, sconfigge depistaggi messi in atto dalla destra, che indicava come colpevoli i palestinesi o altri. Finalmente si giunge alla verità.”
Sulla natura della strage, Bersani è chiaro e deciso: “Quella strage ha esecutori fascisti, mandanti e finanziatori legati alla P2, con la complicità di apparati decisivi dello Stato. Quella lapide, subito contestata dalle destre con la scritta ‘strage fascista’, si rivela la verità. Per i bolognesi e chi c’era non c’è mai stato dubbio.”
E rivolge quindi un appello alla destra di governo, soprattutto a Giorgia Meloni: “Adesso da lì con una voce sola diciamo tutti quanti: cara Meloni, adesso la smetti con i giri di parole, con le vaghe allusioni, chiami le cose col loro nome, è stata una strage fascista, quindi non è vero che il fascismo è morto nel 1945. Non raccontare che gli asini volano. Non è vero. Il fascismo è continuato. E non li chiamo io fascisti, si chiamano loro così“.
Infine, invita a un gesto di rispetto verso le vittime: “Ti devi inchinare davanti a quella lapide degli 85 morti, tra cui molti bambini, e ai 220-230 feriti, alcuni rimasti tali per sempre. L’associazione dei familiari delle vittime ha svolto un lavoro straordinario, sempre sostenuta dalla città e dalla regione. Un lavoro testardo, controvento, ma che ha portato alla verità.”
Bersani conclude con un sentimento di orgoglio e speranza: “Per me oggi è davvero una giornata straordinaria.”
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