Berrettini a Torino prende la rincorsa per la Davis: "Faremo bene anche senza Sinner e (forse) Musetti". Poi il grazie a Jannik

  • Postato il 13 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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A Torino c’è arrivato per primo 4 anni fa, col destino che tanto per cambiare decise di rendergli la vita praticamente impossibile. Perché la liaison tra Matteo Berrettini e le ATP Finals è durata lo spazio di un set, quello perso al tiebreak nell’esordio del torneo 2021 contro Zverev, e chissà mai se un giorno su quel campo il tennista romano riuscirà a rimettere piede. Intanto però, mentre gli occhi del mondo del tennis sono rivolti verso l’Inalpi Arena, Berrettini sta scaldando i motori in vista di quella che sarà (o dovrà essere) la “sua” settimana. A Bologna, in Davis, dove “The Hammer” sarà chiamato a guidare l’Italia verso un clamoroso threepeat.

Capitano da Davis: “Forti anche senza Jannik e Lorenzo”

Anche Matteo non ha resistito al “fascino” di presentarsi a Torino, perché in fondo è lì che il capitano Volandri ha voluto radunare le truppe in vista della ha già settimana bolognese. Dove Sinner ha già detto di marcare visita, e dove potrebbe farlo anche Musetti, che proprio a Torino sta completando il processo di “sfiancamento” fisico cominciato con la rincorsa alle Finals durante la campagna d’Asia.

La Davis Cup mi ha sempre fatto bene, è una competizione che adoro e penso di poter dare al gruppo la spinta e la grinta giusta per affrontare l’appuntamento. Vero che ci presenteremo senza Jannik e che ora anche Musetti è in dubbio, ma la cosa bella è che anche senza le due prime punte del momento non c’è ansia, perché siamo tutti consapevoli di potercela fare”.

Certo una mano la stanno dando anche Vavassori e Bolelli, che proprio alle Finals sembrano essersi ritrovati, qualificatisi primi nel proprio girone al netto dell’ultimo ininfluente ko. “In realtà tutti abbiamo voglia di fare del nostro meglio e tutti noi siamo in un buon momento di forma. Bolelli e Vavassori stanno giocando alla grande, Cobolli ha fatto la miglior stagione della carriera, e se dovesse esserci anche Sonego ha dimostrato di stare molto bene. Siamo un bel gruppo, siamo amici, andrà tutto bene”.

Torino e quel conto in sospeso. Poi il grazie a Sinner

I ricordi che evoca il palazzetto torinese riportano Matteo indietro nel tempo, a un’epoca nella quale era lui il numero uno d’Italia. Da due anni a questa parte, però, Sinner ha preso il comando delle operazioni, ma il romano non sembra affatto esserne geloso. “Jannik è un ragazzo eccezionale, e allenarmi con lui a Montecarlo la scorsa estate mi ha aiutato. Mi sono accorto in quelle sedute che mi piaceva colpire la palla con la racchetta, e mi piaceva anche il suono che usciva dalle corde. Lì ho capito che per me non era ancora il momento di lasciare”.

Un senso anche di gratitudine nei confronti di un compagno di nazionale col quale non esiste rivalità, ma soltanto stima reciproca. “Se penso a quello che ha fatto lui negli ultimi due anni, è impressionante. Ognuno ha il proprio mondo, i propri ritmi, i propri obiettivi. Io penso di avere ancora qualcosa da dare a questo sport, a patto però di non rischiare il fisico e la testa, che hanno sofferto abbastanza negli ultimi anni”.

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