Berlusconi in campo? Pier Silvio annusa ma non promette, loda Meloni, scarica Renzi: ma che pensa Marina?
- Postato il 10 luglio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Forse c’è chi lo spera ardentemente, nel ricordo di quel che fece suo papà; c’è chi, al contrario anche se non ufficialmente, si augura che Pier Silvio Berlusconi non entri in politica.
È ovvio che i giornalisti glielo chiedano, lui risponde con molta diplomazia: “Quando papà varcò il Rubicone aveva 58 anni, io ne ho 56. Ho ancora tempo per pensarci, anche se non si può escludere nulla nella vita”.
“È una discesetta in campo” titola stamane Il Riformista. Forse qualcosa di più aggiungiamo noi, perché i temi toccati sono da persona che probabilmente non vede l’ora di cimentarsi in quel campo. I vecchi sostenitori di Forza Italia sono a mille, sognano un ritorno al passato quando il Cavaliere dettava legge e non faceva sconti a nessuno.
Ora, i tempi sono diversi e la nuova guardia non ha più le stesse caratteristiche di una volta. Prendiamo ad esempio lo ius scholae che Antonio Taiani difende a spada tratta parlandone un giorno si e l’altro pure.
Berlusconi due e lo jus scholae
Qual è il pensiero del numero uno di Mediaset? “Si può accettare il principio come per tutti i diritti civili, ma non mi sembra che il problema sia prioritario tanto è vero che non c’è nell’agenda del governo”.
Già, il governo: che cosa ne pensa della premier? “È una donna giovane, venuta dal nulla. Eppure oggi guida un Paese che indica la strada maestra agli altri in Europa. Il migliore che ci si potesse augurare”. Parole chiare sulle quali si può discutere e obbiettare, ma che hanno il carisma di chi dirige una Nazione “come meglio non si potrebbe”.
Nell’aula affollata di giornalisti che pensavano solo di capire dove sarebbe andata in futuro Mediaset esplode una bomba che lascia interdetti i presenti, molti dei quali non sono favorevoli alla destra e non sanno più come replicare.
Poi, qualcuno si fa forza e chiede a Pier Silvio: è vero, come sostengono alcuni, che Forza Italia va a sinistra? Risposta secca: È una stupidaggine”.
Dunque, le sue convinzioni sono diverse da quelle di Marina che mette in primo piano i diritti civili? “Che cos c’entra? Un conto è parlarne, un altro è sostenere che la pensiamo in maniera diversa”.
Se qualcuno degli esponenti del partito non dormirà da oggi sonni tranquilli lo si può comprendere. Il ceffone a Taiani sullo ius scholae è di quelli che non si possono sottovalutare. Il ministro degli Esteri insisteva a parlarne e sembrava quasi che gli “ordini” venissero dall’alto, cioè dagli eredi del Cavaliere. Circostanza clamorosamente smentita.
Questo non vuol dire che il vice premier non è più in sintonia con chi ha fondato e fatto crescere Forza Italia? Assolutamente no, significherebbe negare la realtà.
Però è fuor di dubbio che se un giorno non lontano Pier Silvio dovesse entrare in politica, qualcosa potrebbe cambiare. “Ci sono tre priorità per quanto mi riguarda”, dice senza il minimo dubbio. “Meno tasse, più salari, maggiore sicurezza”.
Il ritorno di Almasri
Tutto questo accade mentre un altro polverone si abbatte sul governo. Per il caso Almasri (lo ricordate? il capo della polizia giudiziaria libica) arrestato in Italia e poi rispedito a Tripoli con un aereo di Stato.
Oggi è bufera, anzi è una tempesta. L’opposizione chiede a gran voce le dimissioni del ministro Nordio perchè “chi mente in Parlamento mente al Paese”, ritiene Elly Schlein. Francesco Boccia insiste con un carico da undici. Così tutta la sinistra che non vedeva l’ora di aprire un altro fronte di polemica. Sull’argomento Giorgia Meloni tace, lo stesso fa Nordio, il quale, prima o poi, dovrà chiarire il “rilascio”, perché la vicenda non è affatto chiara.
Poteva mancare un altro caso Renzi nel bailamme a cui tutti noi assistiamo? Come pensare il contrario? È sempre Pier Silvio ad accendere la miccia. Lo ritiene un uomo intelligente e preparato, ma “al momento ha perso di credibilità e peso politico”. Come dire la sua Italia Viva, con il due per cento di preferenze, conta poco o nulla.
Apriti cielo. La risposta non si fa attendere: dimissioni immediate dalla Mondadori, la casa editrice vicinissima a Berlusconi, e parole durissime contro Pier Silvio: “Suo padre non si sarebbe mai comportato così. Questa è la mia scelta, la libertà ha un prezzo”. La discesa continua o arriveranno giorni migliori per l’ex presidente del consiglio con il 40 per cento di preferenze?
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