Bergoglio e l’amministrazione Usa: rapporti tesi con Trump su migranti e ambiente, con Biden sull’aborto

  • Postato il 21 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il presidente americano Donald Trump “non ha in questo momento in programma di viaggiare” per partecipare alle funzioni religiose per la morte di Papa Francesco. Non è escluso che lo faccia, ma le prime dichiarazioni che arrivano dagli Stati Uniti testimoniano un rapporto non proprio amichevole tra il Pontefice e l’inquilino della Casa Bianca. “Riposa in pace, Francesco”, si è limitato a scrivere Trump sull’account ufficiale della Casa Bianca, postando anche una foto del 2017 che ritrae Donald e Melania e una di ieri, con il vicepresidente JD Vance.

L’empatia tra i due non è mai nata, considerati i temi su cui sono sempre stati in disaccordo. I migranti, innanzi tutto: già nel primo mandato di Trump, nel 2016, Francesco criticò apertamente il progetto del muro al confine con il Messico, dichiarando che “una persona che pensa solo a costruire muri non è cristiana”. Trump rispose con durezza, accusando il Papa di essere strumentalizzato dal governo messicano. E poi l’ambiente, vista l’attenzione al tema che il Pontefice ha sempre avuto: mentre Trump – poche ore dopo il suo insediamento – ritirava gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi, nel 2015 Francesco pubblicava l’enciclica “Laudato Sì”, diventata manifesto della lotta al cambiamento climatico. Non solo: Bergoglio ha promosso un ordine internazionale cooperativo e inclusivo, Trump invece ha preferito un approccio isolazionista, talvolta in aperto contrasto con le istituzioni multilaterali che il Papa sostiene. E pure i rapporti con la Cina hanno rappresentato un terreno di scontro: nel 2020 il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha accusato il Vaticano di ”immoralità” per la sua politica nei confronti di Pechino, con cui nel 2018 la Santa Sede ha firmato un accordo sui vescovi che è stato più volte rinnovato da allora.

Del resto, la foto dell’incontro in Vaticano del 2017 mostra bene i volti tesi dei tre protagonisti, soprattutto di quello di Francesco.

L’elezione di Jo Biden nel 2021 ha sicuramente aperto nuove strade all’amicizia tra i due Paesi. Il secondo presidente cattolico della storia americana dopo Kennedy ha condiviso con Bergoglio alcune priorità: la lotta al cambiamento climatico, la giustizia sociale, la pandemia e il rafforzamento delle istituzioni democratiche. Il loro incontro del 2021 in Vaticano è stato uno dei più lunghi del pontificato, segnato da calore e da un linguaggio comune su temi morali e globali.

Tuttavia, non sono mancate tensioni, a cominciare dall’aborto: alcuni vescovi statunitensi, specialmente del fronte conservatore, criticarono il presidente per il suo sostegno al diritto all’aborto, chiedendo perfino che gli fosse negata la comunione. Francesco evitò lo scontro frontale, riaffermando però l’importanza della coerenza etica. La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (Usccb), a trazione conservatrice, ha mantenuto una linea più dura verso l’amministrazione Biden rispetto a quella del Papa, accentuando una spaccatura interna al cattolicesimo americano.

Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, si sono riaccese le tensioni su migrazione, diritti civili, ambiente e multilateralismo. E si sono manifestate scelte ostili: il presidente americano ha nominato come ambasciatore presso la Santa Sede Brian Burch, presidente di Catholic Vote e noto critico del pontefice. Una figura vicina all’arcivescovo Viganò, l’ex nunzio negli Stati Uniti accusato di scisma, scomunicato e nemico del Papa. Dall’altra parte, la nomina ad arcivescovo di Washington del cardinale Robert Walter McElroy, che aveva definito il muro al confine tra Stati Uniti e Messico voluto da Trump “inefficace e grottesco”.

JD Vance, il vicepresidente che si è convertito al cattolicesimo nel 2019, è stato l’ultimo leader mondiale a incontrare il Papa, durante una visita privata nel giorno di Pasqua. “Sono contento di vederla meglio”, ha detto, ma poche ore dopo Francesco è morto.

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Il Fatto Quotidiano

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