Bergoglio ancora nella bara, i cardinali già litigano per il nuovo Papa: ecco i punti del dissidio
- Postato il 25 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
- 2 Visualizzazioni

La cerimonia di domani, con Bergoglio che compirà l’ultimo viaggio, sarà la dimostrazione di che cosa voglia significare l’affetto universale.
In piazza San Pietro saranno presenti cinquanta capi di Stato, dieci sovrani: dovranno rimanere a casa pure i parenti dei molti politici che volevano assistere al funerale.
Non c’è più posto per nessuno, perché l’ esequie del Papa semplice vorranno anche dire un incontro fra i potenti del mondo.
Donald Trump desidera incontrare tutti, Ursula von der Leyen non ne vede l’ora per il futuro dell’Europa. Non solo pace e tranquillità, ma anche i problemi di bilancio che impensieriscono non poco i grrandi del vecchio continente.
Meloni dietro le quinte


Giorgia Meloni resta tra le quinte, però sa che lei, con il viaggio a Washington, ha aperto la porta a queste trattative. Ha un feeling speciale con il presidente della commissione europea che si fida ciecamente di lei.
I dazi, il futuro dell’Ucraina, la pace che tutti invocano: eccoli i temi di cui si dovrà discutere. Trump apprezza la nostra premier, ritiene che sia una indiscutibile leader e con il suo lavoro l’Italia avrò un ruolo da protagonista.
Però alle parole bisognerà far seguire i fatti e con l’aria che tira non sarà un compito facile. Putin continua a bombardare Kiev e la situazione impressiona quanti dovrebbero sciogliere i nodi di questo intricato problema.
Sono gli stessi interrogativi che si pongono quei 135 cardinali che in Conclave dovrebbero eleggere il successore di Bergoglio.
Il ruolo dei laici, quello delle donne sono ancora all’ordine del giorno e tutt’altro che risolti. Francesco non ne ha avuto il tempo, così spetterà a chi prenderà il suo posto risolvere queste vere e proprie difficoltà.
Riformista o conservatore per il dopo Bergoglio
Un compito dei riformisti o dei conservatori che vorrebbero riportare ordine nel mondo cattolico? “Lasciamo da parte le cordate”, sostiene il cardinale Francois Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio. Importante è sapere che cosa serva alla Chiesa in questo momento. Non si tratta di essere riformisti o conservatori. L’importante è studiare i problemi e cercare di capire chi potrà essere il nuovo pontefice in grado dfi risolverli.
C’è chi invoca il principio dell’uno vale uno. Per carità, è un motto che ha già funestato la nostra politica. Qui non si tratta di individuare un vescovo purché sia, ma affidare ad un cardinale un compito quanto mai arduo.
Nei Palazzi di Roma, tanto per non venir meno alla consuetudine, si parla dei pro e dei contro: si è più bravi se si seguirà il pensiero di Bergoglio. Nessuno mette in discussione il grande merito di Francesco, ma il tempo scorre e non si possono fare paragoni che non hanno senso. Sarebbe come porre a confronto il papato di Pio XII con quello di Benedetto XVI.
Ma purtroppo anche nella Chiesa si sono create correenti e partiti che non prevedono nulla di buono. Per carità, saremmo i primi ad essere contenti se il futuro ci smentisse. Ma bisogna avere la pazienza di aspettare e confidare nel buon senso e nella grande diplomazia che ha sempre contraddistinto il mondo cattolioco.
“I termini come nazismo, fascismo comunismo sono orrori del passato di cui nessuno sente più la nostalgia”,:confessa il ministro Piantedosi. Dobbiamo dimenticarli tutti insieme affinché Chiesa e Stato costruiscano insieme una società che non abbia più il terrore di una guerra. Invece si parla di riarmo si e no: l’Europa, e naturalmente l’Italia, continuano a dividersi.
Siamo o no a favore di una difesa che renda il Paese meno appetibile ai dittatori di ritorno?
Ecco perché dobbiamo dare alla Nazione in cui viviamo il volto di un adolescente diventato grande. Se, al contrario, continuiamo a litigare come se fossimo ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini non si farà nessun passo avanti.
Oggi ricorre l’ottantesino della festa della liberazione, il 25 aprile 1945: un momento in cui la parola libertà tornò ad essere preminente. Ad onore di un giorno di lutto (come sarà specialmente quello di domani) non trasformiamolo in un giorno di lotta come predica Maurizio Landini. Sono parole molto pericolose che un sindacalista di peso (come lui crede di essere) non dovrebbe né pronunciarle, né pensarle.
L'articolo Bergoglio ancora nella bara, i cardinali già litigano per il nuovo Papa: ecco i punti del dissidio proviene da Blitz quotidiano.