Bergamo è lontana, tra aspettative alte e la pressione della Capitale: le sfide di Gasperini a Roma
- Postato il 18 agosto 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nuova Roma, solito Gasperini. La bella cosa è proprio questa: il nuovo corso dei giallorossi riparte da un binomio, quello tra il Gasp e Ranieri, che ai tifosi piace molto e che incuriosisce gli addetti ai lavori. C’è chi vuole vedere come si comporterà l’allenatore fuori da un contesto tranquillo come quello di Bergamo, dove ha fatto non bene, ma di più; c’è chi è già convinto che la vera certezza della Roma sia rappresentata proprio dalla sua novità più grande. Quell’allenatore che dopo nove anni voleva rimettersi in gioco in un ambiente tutto nuovo. E ora è davvero tempo di giocare.
Solito Gasperini, si scriveva. L’allenatore è arrivato con delle idee chiare, e lo ha fatto dopo aver parlato a lungo con la dirigenza: voleva garanzie sul mercato, chiedeva tutta la pazienza possibile perché, e parla la storia per lui, per apprezzare davvero i risultati del suo metodo ci vuole tempo. Voleva interventi mirati ma tempestivi. Voleva, insomma, una proprietà che lo accontentasse soprattutto per quei ruoli chiave che reputa scoperti.
E siccome quei rinforzi non sono arrivati subito, molto candidamente il Gasp ha fatto… il Gasp: “La situazione la vedete tutti”, aveva detto dopo le prime settimane di lavoro. “Ci servono rinforzi”, il riassunto. Pronti, via e dopo quelle parole qualcosa è successo: sono arrivati i giocatori che si aspettava in difesa, e a centrocampo, e in attacco è arrivato subito quel Ferguson che può sembrare una scommessa, ma che i dati dicono molto adatto al gioco che Gasperini vuole proporre (anche) a Roma.
Attacco e (doppia) fascia
Ecco, l’attacco. Il vero nodo di Gasperini è proprio quello. “Tutti cercano attaccanti, perché le squadre che performano meglio, sono quelle che hanno l’attacco che funziona” ha detto durante il ritiro inglese. E su quello punta tutto. Dovbyk deve convincere il suo allenatore, gli esterni vanno costruiti secondo i suoi dettami. A proposito di fascia, c’è anche la bella ambiguità semantica: la fascia in campo, ma anche quella del capitano.
Pellegrini, per esempio, dovrà riconquistare fiducia, dopo aver perso i galloni di capitano (nessuna polemica, ma “la fascia è di chi ha più presenze”, motivo per cui è stato scelto El Shaarawy). Il cantiere è lì, e lì il Gasp si gioca buona parte del successo delle sue idee.
Curiosità molta, idee chiare pure. Ma poi ci vorrà il tempo. Che a Roma, si sa, non è proprio sempre galantuomo. La scelta di Ranieri come ‘parafulmine’ tra società e squadra piace moltissimo, permette di schermare da possibili problemi soprattutto nelle prime fasi del campionato, quando una squadra in costruzione chiaramente avrà bisogno di tempo per poter essere davvero efficace.
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