Beppe Sala scarica la “grana” dell’urbanistica a Milano alla vicesindaco Scavuzzo
- Postato il 22 luglio 2025
- Di Panorama
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Ci risiamo, non sembra esserci pace per il sindaco di Milano. La grana politico-giudiziaria sembra essere davvero intricata per Beppe Sala. Scacciati via i fantasmi delle “dimissioni” dal suo ruolo, il sindaco si trova ora a dover sostituire l’Assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, che, al contrario del primo cittadino di Milano, ha presentato ieri le sue dimissioni durante il Consiglio comunale.
Per il momento, il sindaco pare aver scelto una soluzione temporanea, conferendo le deleghe all’Urbanistica alla vicesindaca Anna Scavuzzo. Ad annunciarlo alla stampa è lo stesso Sala, che ha affermato: «Non voglio prendere una decisione con un’urgenza che può portarci anche a fare riflessioni sbagliate, voglio pensarci, nel frattempo attribuisco temporaneamente, sottolineo temporaneamente alla vicesindaca Anna Scavuzzo le deleghe» non potendo lasciare la posizione scoperta.
Scavuzzo, vicesindaca dal 2016, entra nella politica cittadina nel 2011, quando diventa consigliere comunale con delega all’Ambiente e al Parco Sud. Nel 2016 diventa vicesindaca nella giunta di Beppe Sala, ricoprendo al contempo il ruolo di assessore all’Educazione prima e poi alla Sicurezza. Alla lista di assessorati ricoperti si aggiungerà ora, seppure solo temporaneamente, quello all’urbanistica. Una fedelissima del sindaco, insomma.
«Al momento dobbiamo fare così», ha continuato Beppe Sala, «non mi spingerei a dire che decidiamo in settimana o fra due settimane, voglio fare la scelta giusta con calma». Prima però, Sala ha voluto ancora una volta ringraziare l’ormai ex assessore Tancredi, spiegano che «ha fatto un grande lavoro, credo molto nella sua onestà e mi spiace per come per come sia finita».
Dietro il pressing sulle dimissioni di Tancredi ci sarebbe il Partito Democratico, che ha spinto molto affinché l’assessore lasciasse l’incarico per poter permettere alla giunta di continuare. Secondo il Corriere questa e stata una delle precise condizioni poste dal Pd per proseguire al fianco del sindaco nell’amministrazione del capoluogo lombardo.
Lo stesso assessore ha praticamente confermato questa versione nel suo breve intervento di addio effettuato ieri in Consiglio comunale, dove ha dichiarato di essere nulla più che un “capro espiatorio”, accusando anche una parte della sinistra milanese, rea di avergli fornito un supporto del tutto insufficiente.
Nel frattempo l’inchiesta giudiziaria va avanti. L’architetto Federico Pella, per il quale la Procura di Milano ha richiesto l’arresto nell’ambito dell’inchiesta sui reati urbanistici, si è dimesso da tutti gli incarichi sociali e operativi presso la società di ingegneria J+S. La società, attraverso un comunicato ufficiale, ha dichiarato di essere completamente estranea ai fatti sotto indagine e ha ribadito la correttezza assoluta del proprio operato, «sempre condotto nel pieno rispetto della normativa vigente».
Pella è accusato di corruzione insieme all’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e allo stesso Tancredi, per i quali sono state richieste rispettivamente la custodia in carcere e gli arresti domiciliari. Secondo i pm, Pella e Marinoni avrebbero stretto un accordo per influenzare le decisioni urbanistiche, sfruttando il ruolo di Marinoni e i contatti con Tancredi.
Ma al di là delle inchieste, per le quali è ancora presto per dare giudizi definitivi, è un fatto indubbio che l’amministrazione di centrosinistra sia allo sbando. Siamo già a due assessori costretti a dimettersi per vicende giudiziarie, centinaia di cantieri in giro per la città sono sotto sequestro per le stesse ragioni, mentre la “questione stadio”, con i continui rinvii e i veti dei Verdi, ha assunto contorni tragicomici, se non fosse che a pagare, in questo come nel problema abitativo e relativo alla sicurezza, sono i milanesi.