Beppe Sala cerca l’approvazione in Consiglio comunale: “Le mie mani sono pulite”
- Postato il 21 luglio 2025
- Di Panorama
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Parla di «giorni confusi» e di «certezze che vacillano» il sindaco di Milano Beppe Sala nell’apertura del suo discorso al Consiglio comunale. Il primo cittadino va dunque all’attacco dei media, affermando di aver saputo solo dai giornali di essere indagato e di non aver ricevuto nessun avviso di garanzia, assicurando: «Le mie mani sono pulite».
Dopo essersi concentrato sulla “vicenda Pirellino”, difendendo il suo operato, Beppe Sala attacca: «Essendo la magistratura l’unico organo preposto alla comunicazione di questi atti, perché queste informazioni sono state passate ai media?». C’è stato anche spazio per un appello alla sua maggioranza, in cui il Sindaco rivendica il corso “progressista” delle sue amministrazioni, mentre i gravi problemi che affliggono la città sono stati liquidati dal fatto che «Milano corre a grande velocità, e non tutto ciò che abbiamo tentato ha il crisma della perfezione».
Difende anche «la verticalizzazione dell’abitare» il Sindaco, sostenendo che ciò aiuti la vivibilità della città e la sua rigenerazione verde. Insomma per Sala a Milano va tutto bene, c’è qualche problema, certo, ma come in ogni grande metropoli. Sorge spontanea la domanda ironica di quale città sia sindaco Beppe Sala, perché la sua ricostruzione difficilmente troverebbe concordi la gran parte dei milanesi.
Il primo cittadino chiama dunque a raccolta la sua maggioranza, dichiarando di aver ricevuto più email, messaggi e telefonate in questi giorni che non dopo la sua elezione, «ho pensato seriamente alla possibilità di non andare avanti», ammette infine il Sindaco, prima di dirsi «motivato più che mai per andare avanti nel lavoro che i milanesi ci hanno affidato».
Dopo il Sindaco, è stato il turno dell’Assessore della rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, indagato nell’inchiesta giudiziaria. Il quale ha molto sbrigativamente spiegato di aver dato in data odierna le sue dimissioni, «non posso che rimettermi alle autorità giudiziarie», ma difendendo comunque il suo operato e affermando di avere la coscienza pulita. Tancredi attacca quindi parte della sinistra, colpevole di averlo offerto come capro espiatorio sulla gogna mediatica.
Si è quindi passati al dibattito fra i consiglieri comunali, dove la minoranza del centrodestra è andata all’attacco di Sala. Il consigliere Riccardo Truppo (capogruppo FdI) ha messo in risalto le spaccature nella sinistra, chiedendo, ad esempio, quale sia la strategia per San Siro, visti i continui litigi fra Verdi e Pd. Truppo parla quindi di «una Milano immobilizzata», spiegando che la richiesta di dimissioni è figlia dell’incompetenza della giunta intera.
Sulla mobilità, il capogruppo di FdI ha sottolineato la diminuzione di 400mila corse in un anno dei mezzi pubblici, attaccando anche la gestione della micromobilità, ad esempio ciclistica, che ha causato numerosi morti ad esempio per le ciclabili «disegnate per terra» alla “bell’e meglio”. «Le dimissioni sono l’unica risposta credibile», ha tuonato in chiusura Truppo.
All’attacco anche Silvia Sardone, della Lega, che riporta alcune (col senno di poi) sfortunate dichiarazioni del sindaco, in cui affermava che la sua amministrazione fosse incorruttibile. Sardone continua: «Lei ha parlato di uno spumeggiante quindicennio immobiliare, ma chi glielo ha scritto il discorso? Che cosa rimarrà di lei? Le piste ciclabili in Buenos Aires rifatte tre volte? O il divieto di fumo? Forse gli immobili regalati ai centri sociali? Vada a casa!».
All’attacco anche il Consigliere comunale di FdI, Marco Cagnolati, che ha posto l’attenzione sulle migliaia di famiglie milanesi che, pur non avendo nulla a che fare con le indagini giudiziarie, hanno visto i cantieri delle loro future case sequestrati: «ora spiegate alle famiglie sospese, ha chi ha versato anticipi per una casa e ad oggi non sa quando e come potrà abitare in un immobile che ora non c’è; in sei mesi ho visto le dimissioni di due Assessori, è innegabile che ad oggi l’amministrazione in tema di urbanistica è completamente ingessata e sarà così da qua ai prossimi due anni. Serve un reset totale, non vi chiedo di dimettervi per avvisi di garanzia e indagini, vi chiedo di fare un passo indietro per Milano e per i milanesi, dimettetevi!».