Bennu, la polvere di stelle più antica del Sole: i campioni Osiris-Rex svelano le origini del sistema solare
- Postato il 3 settembre 2025
- Di Panorama
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Gli scienziati che studiano campioni dell’asteroide Bennu hanno scoperto che contiene una straordinaria miscela di materiali, alcuni dei quali si sono formati molto prima dell’esistenza del Sole. Nel complesso, i risultati, descritti in tre articoli pubblicati di recente su importanti riviste scientifiche mostrano come Bennu abbia conservato indizi sui primi giorni del nostro sistema solare. Pierre Haenecour, professore dell’Università dell’Arizona, tra coloro che hanno analizzato i campioni alla ricerca di grani pre-solari, co autore degli studi pubblicati, ha dichiarato: “È affascinante vedere che Bennu è una capsula del tempo del materiale che si trovava in tutto il sistema solare nelle sue primissime fasi”, ha dichiarato in una recente intervista, ricordando che i campioni raccolti dalla sonda Osiris-Rex della Nasa nel 2020 contengono polvere formatasi nel nostro sistema solare, materia organica proveniente dallo spazio interstellare e polvere di stelle più antica del Sole stesso. Gli scienziati affermano anche che questi minuscoli granelli potrebbero aver percorso distanze enormi prima di diventare parte dell’asteroide genitore di Bennu, un corpo molto più grande che si è frantumato in una collisione milioni di anni fa nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove.
Intervistato dalla rivista Space.com, Haenecour ha precisato: “Vediamo che il campione di Bennu è un residuo del materiale che si trovava praticamente in tutto il sistema solare, alcuni di questi granuli sono sopravvissuti al calore estremo e alle reazioni con l’acqua, così come a diversi impatti tra cui la collisione catastrofica che ha distrutto l’asteroide di origine.” Uno degli studi, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, mostra che il ghiaccio all’interno del corpo celeste dal quale proviene Bennu si è sciolto e ha reagito con la polvere formando i minerali che ora costituiscono circa l’80% dell’asteroide. Alcuni granuli, come il carburo di silicio, presentano firme chimiche uniche che rivelano il tipo di stelle da cui provengono, che sono stelle che non esistono più. Haenecour è pragmatico: “Non saremmo in grado di osservare le stelle da cui provengono i particolari grani” ha detto, “ma essi sono incredibilmente piccoli, spesso più piccoli di un micrometro, e sono identificati da insolite impronte chimiche lasciate dalle reazioni nucleari nelle loro stelle madri. Mapparli è come cercare un ago in un pagliaio, ma permette agli scienziati di risalire alle antiche origini del materiale di Bennu”. Un altro studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, evidenzia come la superficie priva di aria di Bennu sia stata modellata dall’erosione spaziale, inclusi minuscoli impatti di micrometeoriti e il vento solare. Lo strato superiore della superficie è stato esposto ai raggi cosmici per un periodo compreso tra 2 e 7 milioni di anni. Questi processi hanno creato crateri microscopici e schizzi di roccia fusa sulla superficie dell’asteroide. Il confronto con i campioni dell’asteroide Ryugu, raccolti dalla missione giapponese Hayabusa2, suggerisce che gli impatti potrebbero svolgere un ruolo più importante nel rimodellare la superficie degli asteroidi di quanto si pensasse in precedenza, affermano gli scienziati.
Lindsay Keller, scienziata del Johnson Space Center della Nasa (Houston, Texas), autrice dell’articolo, spiega: “L’erosione superficiale di Bennu sta avvenendo molto più velocemente di quanto si pensasse, l’erosione spaziale è un processo importante che colpisce tutti gli asteroidi e, con i campioni raccolti, possiamo individuarne le proprietà che lo controllano e utilizzare tali dati per estrapolarli e spiegare la superficie e l’evoluzione di corpi celesti che non abbiamo visitato.” Poiché molti asteroidi bruciano nell’atmosfera terrestre, raccogliere campioni direttamente dallo spazio è essenziale per ricostruire la loro storia. I meteoriti che cadono sulla Terra possono fornire indizi sull’orbita di un asteroide, ma raramente ne rivelano la storia completa. Haenecour spiega: “La sonda Osiris-Rex ha studiato Bennu da vicino per oltre un anno prima di raccogliere campioni, mapparne attentamente la superficie e analizzarne i minerali, e questo ha fornito un contesto geologico molto prezioso che non possiamo ottenere dai meteoriti.”