Beniamino Zuncheddu, storia di un risarcimento bloccato dalla burocrazia
- Postato il 15 settembre 2025
- Di Libero Quotidiano
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Beniamino Zuncheddu, storia di un risarcimento bloccato dalla burocrazia
Da quasi due anni Beniamino Zuncheddu è tornato un uomo libero. Non è bastata, però, la prova della sua innocenza, dopo oltre tre decenni trascorsi ingiustamente in carcere, accusato di tre omicidi che il pastore sardo non ha commesso, per far scattare un reale senso di colpa nello Stato “colpevole” - lui sì - di aver tenuto in cella un uomo dai 27 ai 60 anni d’età senza ragione. Il risarcimento ancora non si vede nemmeno all’orizzonte.
A bloccarlo, per un tempo ad oggi ancora indeterminato, pare siano imprecisate lungaggini burocratiche. «Nel ’91 mi hanno preso e non mi hanno più riportato a casa. Così durante tutto il tempo trascorso ho perso tutto. In 33 anni ho perso tutto. Non ho più niente e sto vivendo sulle spalle di dei miei familiari». Questa l’allarmante denuncia che il pastore ha reso ieri ai microfoni del Tg5.
A poche ore dalla liberazione, all’inizio del 2024, l’ex detenuto, intervistato da Libero, usava parole di perdono addirittura verso il superstite della strage, Luigi Pinna, che dopo averlo accusato per decenni, ha ritrattato la testimonianza, divenendo proprio lui l’elemento chiave della scarcerazione di Beniamino. «Per Pinna non provo odio - ci disse Zuncheddu -Anzi provo pena, perché ho capito che anche lui è stato vittima di chi ha voluto che venissi accusato».
A fianco all’ex pastore è rimasto da sempre il Partito Radicale, in particolare attraverso la sua tesoriera, Irene Testa, che è anche garante dei detenuti in Sardegna. «Irene ha rappresentato una cosa immensa che mai mi sarei aspettato» dichiarò ancora Zuncheddu al nostro giornale. «Quello che le ho chiesto è di continuare ad aiutare tutti i detenuti che soffrono come ho sofferto io. Perché i carceri sono luoghi di sofferenza e dolore, sia per i detenuti sia per i familiari. Averla incontrata è stata una grandissima fortuna».
Una missione che proprio Testa e il Partito Radicale hanno davvero preso alla lettera. E’ infatti possibile sottoscrivere in tutti i comuni d’Italia la proposta di legge di iniziativa popolare intitolata proprio a Beniamino Zuncheddu. «Con la nostra proposta - ha spiegato Irene Testa - chiediamo che si arrivi sia a una accelerazione per poter ottenere i risarcimenti dei danni subiti da chi ha patito una ingiusta condanna, ma soprattutto che ci sia una provvisionale economica a favore delle vittime di un sistema di giustizia che non ha funzionato» ha concluso l’esponente radicale.
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