Benessere equo e sostenibile: Liguria ‘forte’ su lavoro, pensioni e non profit, arranca su differenziata ed emigrazione sanitaria
- Postato il 10 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Liguria. L’ultimo aggiornamento del report Istat sul Benessere equo e sostenibile mostra una Liguria ‘forte’ su lavoro, pensioni e non profit, mentre è in svantaggio rispetto alla media nazionale su raccolta differenziata, emigrazione ospedaliera, energie rinnovabili.
Il rapporto analizza 60 indicatori in diversi ambiti: salute, istruzione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, politica, sicurezza, ambiente, qualità dei servizi, innovazione e così via.
Di questi 60 indicatori, 23 valori collocano la Liguria in vantaggio, cioè su livelli di benessere significativamente superiori alla media nazionale, mentre 16 segnalano posizioni di svantaggio. La maggior parte degli indicatori regionali risulta in linea con la media-Italia.
La città metropolitana di Genova si colloca su livelli di benessere significativamente più elevati della media nazionale per il numero maggiore di indicatori (28, di cui 12 in modo netto) e presenta il numero più contenuto di indicatori in svantaggio (12). I dati, naturalmente, confrontano le regioni, le province e la media nazionale, per cui essere in posizione di vantaggio su una media che magari confrontata con altri Paesi risulta bassa è una sorta di vittoria di Pirro, ma comunque una fotografia della situazione.
Salute
La regione si distingue in positivo per la minore mortalità per tumore (20-64 anni), con un tasso di 7,2 decessi per 10 mila residenti
Migliora in tutte le province la speranza di vita alla nascita che, nel 2024, in Liguria è di 83,5 anni, pressoché pari al valore dell’Italia, e più elevata nelle province di Savona (83,8 anni) e Genova (83,7 anni).
Invece, il tasso di mortalità evitabile (0-74 anni) peggiora su tutto il territorio, e nella regione si attesta a 17,1 per 10 mila, con le province di Savona e Genova che si mantengono in condizione relativamente migliore (16,3 e 17,0 decessi per 10 mila rispettivamente).
La mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (65 anni e più), pari al 36,1 è cresciuta in quasi tutte le province e a Genova si conferma su livelli più elevati (38,6 per 10 mila; +3.3 punti rispetto alla media-Italia).
Per la mortalità dei giovani (15-34 anni) per incidenti stradali, nel 2023, la regione si colloca in condizione relativamente migliore dell’Italia (0,4 decessi per 10 mila; -0,2 punti).
Istruzione e formazione
L’unico indicatore che colloca la regione in svantaggio è la quota di persone (25-39 anni) laureate o con altri titoli terziari che, nel 2024, si ferma al 28,9%, due punti sotto la media-Italia, registrando una lieve flessione rispetto al 2019 (-1%), in controtendenza rispetto all’Italia e al Nord-Ovest.
Supera la media nazionale invece la quota di persone con almeno il diploma (25-64 anni), grazie ai valori elevati della provincia di Genova (74,8%).
Anche il passaggio all’università colloca la regione in vantaggio registrando e soprattutto Genova che raggiunge il valore più elevato (58,6%, dato 2022 però).
Calano i bambini 0-2 anni che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia a fronte della crescita dell’Italia e del Nord-ovest.
Le competenze numeriche e alfabetiche degli studenti di terza media registrano un peggioramento rispetto al 2019, maggiore che in Italia e nel Nord-ovest.
Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
Gli indicatori del mercato del lavoro nell’ultimo anno posizionano la Liguria su livelli di benessere superiori a quelli dell’Italia.
Anche i tassi di occupazione e di mancata partecipazione al lavoro dei giovani (15-29 anni) collocano la regione in condizione di vantaggio (+2,7 punti e -4,6 punti rispetto all’Italia).
La Liguria rimane invece in svantaggio per il tasso di infortuni sul lavoro mortali e con inabilità permanente (12 per 10 mila occupati nel 2022).
L’aumento del tasso di occupazione giovanile, maggiore che in Italia, porta la Liguria in posizione di vantaggio nell’ultimo anno.
Benessere economico
Gli indicatori rilevano per la Liguria livelli di benessere economico in linea o superiori alla media-Italia, sebbene inferiori a quelli del Nord-ovest, ma con rilevanti differenze tra le province.
L’importo medio annuo pro-capite dei redditi pensionistici (23.400 euro nel 2023, +1.663 euro rispetto all’Italia), e la quota di pensionati con reddito pensionistico di basso importo (7,4% nel 2023, -1,5 punti percentuali rispetto all’Italia) collocano la regione in condizione di vantaggio sul dato nazionale (21.737 euro; 8,9%). Genova è in forte vantaggio (24.507 euro; +2.770 euro). La quota di pensionati con redditi inferiori a 500 euro lordi mensili è significativamente inferiore al dato nazionale.
La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (assicurati Inps) in Liguria nel 2023 è pari a 23.311 euro, non significativamente distante dalla media italiana, ma con ampie differenze territoriali: Genova è in vantaggio poiché presenta la retribuzione media più alta nella regione (25.580 euro).
Nel 2024, il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie in Liguria è pari al valore nazionale (0,5%).
Relazioni sociali
La diffusione delle organizzazioni non profit in Liguria (74,1 per 10 mila abitanti nel 2022) si conferma ampiamente superiore alla media nazionale (61) e del Nord-ovest (62,8).
Politica e istituzioni
Le misure regionali si confermano su livelli di benessere in linea o generalmente inferiori rispetto alle medie di riferimento, con eccezione della capacità di riscossione dei Comuni (79%), che supera di cinque punti percentuali la media-Italia ed è in linea con il valore del Nord-ovest.
La posizione della regione e di tutte le province è di netto svantaggio per la quota di amministratori comunali con meno di 40 anni che, nel 2024, si attesta al 20%, circa 5 punti percentuali in meno dell’Italia.
La partecipazione elettorale, in diminuzione rispetto al 2019 come in Italia e nel Nord-ovest, nel 2024, si attesta al 50,6%, in linea con la media nazionale, risultando significativamente più elevata solo nella provincia di Savona (54,6 per cento).
Anche l’affollamento degli istituti di pena (120,2% nel 2024) è in linea con il valore nazionale.
Sicurezza
I valori regionali dell’ultimo anno posizionano la Liguria su livelli di benessere in prevalenza superiori a quelli dell’Italia, con alcuni svantaggi.
Tra il 2019 e il 2023 in Liguria diminuiscono sia le denunce di furto in abitazione (193,7 per 100mila abitanti, a Genova 167,9) sia quelle di borseggio (250,5 per 100mila abitanti, in linea col nazionale, ma con ampi divari interni: Genova è l’unica in svantaggio con 316,2).
Le denunce di rapina invece in Liguria aumentano (da 39,6 per 100 mila del 2019 a 59,4 per 100 mila del 2023) più che in Italia a causa dell’elevato tasso di Genova (78, +30,4 punti rispetto all’Italia).
Anche gli omicidi volontari e gli altri delitti mortali denunciati risultano in aumento rispetto al 2019. Gli omicidi volontari raggiungono lo 0,9 per 100 mila abitanti, 0,3 punti sopra la media nazionale, mentre gli altri delitti mortali si attestano a 2,3 per 100 mila, un valore comunque significativamente inferiore (-0,5 punti) rispetto all’Italia.
La mortalità stradale in ambito extraurbano, pur in aumento dal 2019, si attesta nel 2023 a 2,9 morti per cento incidenti, un valore comunque inferiore di 1,2 punti rispetto alla media nazionale (4,1).
Paesaggio e patrimonio culturale
Nel 2023, come nel 2019, il profilo della regione rimane caratterizzato da una elevata diffusione delle aziende agrituristiche, che raggiunge valori di rilievo (13,1 aziende per 100 kmq), collocandosi ampiamente sopra le medie dell’Italia (+4,5 punti).
L’indicatore di densità e rilevanza del patrimonio museale, che tiene conto della dotazione di strutture museali aperte al pubblico ma anche del numero di visitatori, nel 2022, conferma il vantaggio della città metropolitana di Genova (1,65 strutture ponderate per 100 kmq) soprattutto grazie alla ricchezza e attrattività del patrimonio storico-culturale del capoluogo ligure.
Ambiente
La regione si distingue in positivo per l’incidenza delle aree protette che, nel 2022, coprono il 27,2% della superficie della Liguria. Risulta invece in posizione di svantaggio per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, per la produzione di rifiuti urbani e per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
La quota di raccolta differenziata dei rifiuti urbani si attesta al 58,3% nel 2023, con un lieve aumento rispetto al 2019, minore di quello registrato in Italia; la dinamica accentua il divario della Liguria (–8,3 punti percentuali nell’ultimo anno). Anche la quantità di rifiuti urbani prodotti in Liguria (533 kg pro capite) supera la media nazionale (496 kg) in tutte le province tranne la città metropolitana di Genova, che si allinea alla media nazionale.
Per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel 2023 il valore regionale si attesta al 9,8%, meno di un terzo del valore nazionale (36,9).
L’impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale nella regione è pressoché in linea con il valore nazionale. Anche la dispersione delle reti idriche comunali non si discosta dal dato italiano, con Genova in posizione migliore della media-Italia, presentando il livello più basso tra le province (31%, -11,4 punti percentuali).
Gli indicatori della qualità dell’aria segnalano superamenti dei limiti di concentrazione6 di PM2,5 in tutti i tre capoluoghi per cui si hanno rilevazioni valide, e solo nel comune di Genova per le PM10.
Innovazione, ricerca e creatività
Nel 2022 la quota di addetti nelle imprese culturali in Liguria (1,4%) resta su livelli inferiori alla media nazionale (1,6) e di ripartizione (1,9), pur registrando un modesto aumento rispetto al 2019 (+0,3 punti percentuali, attribuibile principalmente alla città metropolitana di Genova).
La propensione alla brevettazione in Liguria registra un incremento non distante dalla media-Italia, ma al di sotto di quella del Nord-ovest.
L’indicatore di mobilità dei laureati italiani (25-39 anni) mostra una situazione complessivamente negativa per la regione che, nel 2023, perde 5,8 giovani laureati ogni mille, per trasferimento all’estero o in altre regioni del Paese.
Qualità dei servizi
Il quadro regionale si presenta articolato con quattro posizioni di vantaggio e tre di svantaggio rispetto alla media nazionale; sono ampie le differenze fra le province.
Tra gli indicatori in svantaggio, la copertura del servizio di raccolta differenziata non registra progressi significativi consolidando il divario della Liguria.
La copertura della rete fissa di accesso ultra veloce a Internet tra il 2020 e il 2023 aumenta in tutta la regione (+25,1%), ma non quanto in Italia (+37%). Genova si conferma in vantaggio (79,7% delle famiglie raggiunte).
Per il trasporto pubblico locale la regione, con 4.219 posti-km per abitante nel 2023, si colloca in linea con l’Italia, ma ben al di sotto del Nord-ovest (7.590); fatta eccezione per Genova (4.747).
Un vantaggio è segnalato dall’irregolarità del servizio elettrico, con 1,5 interruzioni medie per utente nel 2023 e nessuna provincia su livelli superiori alle 2,5 interruzioni medie dell’Italia.
Anche gli indicatori di dotazione sanitaria evidenziano vantaggi. Il più forte riguarda il tasso di posti letto per specialità a elevata assistenza, nel 2022 pari a 4,2 per 10 mila abitanti (+1 rispetto all’Italia).
I tassi regionali di medici specialisti (39,8 per 10 mila abitanti) e di posti letto negli ospedali (36,1 per 10 mila abitanti) superano i nazionali (rispettivamente +5,7 e +2,8 punti), trainati dai valori della città metropolitana di Genova, l’unica in vantaggio (49,8 e 42,1).
Invece, il quadro è sfavorevole in tutte le province per il tasso di emigrazione ospedaliera verso altre regioni che, nel 2023, raggiunge il 15,3%in Liguria, a fronte del 6,8% del Nord-ovest e del 8,6 dell’Italia