Beatrice: a sinistra ora cadono pure degli Dei della cultura

  • Postato il 26 settembre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Beatrice: a sinistra ora cadono pure degli Dei della cultura

Tra temperatura reale e temperatura percepita si allarga ancora la forchetta, solo che qui non si tratta di meteorologia ma di cultura e spettacolo. Territori nei quali, praticamente lo diciamo ogni giorno, la sinistra regna indisturbata fin dal dopoguerra senza prevedere nessuna alternativa possibile: o noi o noi. Se si parla di festival letterari, di mostre d'arte e di cinema, di aule universitarie, la questione non è nemmeno in discussione. Diverso è, o comincia a essere, quando decide il pubblico televisivo, orizzontale, indefinibile, ibrido, che si sta abituando a scegliere ciò che vuole in un'offerta sempre più ampia e dettagliata.

Non si può dire che lo zoccolo duro dei telespettatori di sinistra non esiste più, ma che si è stancato sì, che non crede più nei “falsi miti del progresso”, che alla fine preferisce il dialogo o lo scontro del talk show invece del monologo e del pippone senza contraddittorio e applausi pecoroni. Si assiste dunque a un interessante fenomeno, la caduta degli dei e più uno cade dall'alto più rischia di farsi male.

 

NANNI ADDIO

Ultimo vecchio eroe a sgretolarsi è Nanni Moretti, premiato da appena il 2,3% dello share per la prima tv de Il sol dell'avvenire passato martedì 24 su Rai 3. Già il debutto nelle sale, nell'aprile 2023, non era stato così esaltante, ma in altri tempi Ecce Bombo, Bianca, La messa è finita radunavano davanti alla tv accoliti e adepti del regista romano, anche loro passati ad altro: scricchiola persino la fedeltà dei morettiani, non più troppo convinti del loro guru.

Che cosa è accaduto? Forse è davvero una questione di linguaggio, Nanni non riesce a stare al passo con i tempi, si attarda su argomentazioni novecentesche, ripropone la versione datata di se stesso, quasi una parodia, ripete sempre le stesse cose - anche a Venezia, con il camiciotto a maniche corte, trionfo dell'antiestetico - e, soprattutto, da decenni non fa più un film decente.

Moretti è solo l'ultimo clamoroso flop degli “indispensabili”, di quelli che se non ci sono loro il mondo non va avanti. Come farà la Rai senza Amadeus, l'uomo d'oro di Sanremo, colui che ha rilanciato lo share del Festival, anch'egli emigrato sulla Nove, la nuova tv delle libertà? Mentre Rai1 regge più che bene con gli Affari tuoi di Stefano Di Martino al 25,5%, il nuovo programma di Amadeus, Chissà chi è, va male, di poco superiore al 5%. Certi format funzionano sulle reti generaliste ma non possono essere trasferiti su un canale nuovo senza perdere i pezzi. Legittimo il sospetto: non è stato Amadeus a esaltare Sanremo, al contrario è il Festival che valorizza conduttori e direttori artistici. In primavera i sondaggi innalzarono Amadeus a icona della sinistra, oggi persino Francesco Merlo su Repubblica prende le distanze: neppure noi che siamo una famiglia di sinistra abbiamo guardato Chissà chi è, insomma non c'è militanza che conti davanti alla tv scialba.

E chi si è preso il rischio di mettere il “censurato” Roberto Saviano in prime time su Rai3, Insider-Faccia a faccia con il crimine, deve fare i conti con un pessimo risultato, in discesa libera di puntata in puntata, appena il 3,8% lunedì 23 settembre, ultimo tra i canali generalisti. Il martirio funziona nelle kermesse editoriali, nei comizi tra simili e consanguinei, mentre il pubblico (tutto il pubblico, senza distinzioni particolari) conosce lo schema monologante, lamentoso, facinoroso, sa già come va a finire, dove va a parare, e lo punisce, non lo guarda, lo ignora.

 

NESSUN INTOCCABILE

Si tratta, insomma, di segnali assai precisi. La televisione può tranquillamente fare a meno dei mostri sacri e davanti al piccolo schermo la sinistra ha esaurito i crediti, non ci sono intoccabili né dei, le persone scelgono altre storie e abbandonano i comizi unilaterali. Non ci provino, dall'alto della loro superbia, a fare il solito distinguo tra intrattenimento e qualità: proprio tale seconda categoria mostra tratti di stanchezza, di noia, di copione già visto, repertorio consumato. L'insuccesso di Moretti, Amadeus, Saviano si legge come la necessità di un ricambio non solo generazionale ma di idee, pensieri, gestualità, dialettica.

Questa roba non buca più, è vetusta, trita e ritrita. Mai piaciuta a destra - che però la guardava per spirito insieme critico e masochistico - ora nemmeno a sinistra. Persino loro, i compagni, si sentono vecchi, vetusti, superati, e a nessuno piace ritrovarsi così, neppure se ha votato Pd. Non è stata la destra cattiva a emarginarli, il fallimento è frutto della loro pervicace fiducia in quella che Giorgio Gaber definiva “una razza in estinzione”.

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Autore
Libero Quotidiano

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