“Basta un ‘cuoricino’ per tradire”: la Gen Z riscrive così le regole dell’infedeltà nell’era digitale

  • Postato il 19 maggio 2025
  • Trending News
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Quel like inaspettato, magari anche un po’ ossessivo sui selfie postati da un lui o da una lei, potrebbe essere una spia di infedeltà. Se poi c’è addirittura il cuoricino il sospetto si fa concreto. Mi tradisce? Se appartieni alla Gen Z (nati fra il 1995 e il 2010) non preoccuparti: non sei la sola o il solo ad andare in allerta per una manciata di like. Se invece appartieni ai Millenial (1980-1994), faresti bene a liberarti di ogni dispositivo subito. Per non andare nel panico e vivere in pace evitando spese per lo psicanalista.

A rivelare la diversa percezione sulle interazioni dei partner nel mondo digitale, a seconda delle generazioni di appartenenza, è il sondaggio di Gleeden, piattaforma di incontri ‘discreti’ pensata dalle donne per le donne, con oltre due milioni di iscritti solo in Italia. Il tema alla base della ricerca? L’infedeltà emotiva sui social, un nuovo fenomeno che trasforma il concetto classico di tradimento evidenziandone le sue trasformazioni a livello percettivo nel mondo digitale. Non solo fra uomini e donne, ma soprattutto fra generazioni. Il sondaggio, che è stato realizzato su un campione rappresentativo di 3.200 utenti italiani della piattaforma, ha portato alla luce un quadro controcorrente rispetto agli stereotipi generazionali. Non è vero che le generazioni cresciute con l’avvento del digitale vivono sportivamente la possibilità di interagire sui social con emoticon e tutto il resto. Al contrario, la Generazione Z, per esempio, mostra un approccio rigido e di vigile controllo. Occhi aperti. Ecco i dati emersi: ben il 94 per cento del campione analizzato appartenente alla Gen Z considera il sexting (invio di messaggi, testi, video e immagini esplicite) un vero tradimento, mentre solo il 75 per cento della Gen X (1965-1980) la pensa allo stesso modo. Della serie: noi che siamo nati prima e ci ricordiamo ancora le cabine a gettoni, il telefono fisso, gli inviti alle feste a voce siamo più aperti?

Per la Gen X il sexting equivale, infatti, a un territorio di sperimentazione che non significa necessariamente probabile infedeltà. Il tradimento rimane fortemente legato ai sentimenti: amare qualcun altro di nascosto dal partner è ancora considerato il vero confine da non superare. Il resto è un gioco. Passiamo ai Millennial: il 76 per cento del campione considera il sexting un vero e proprio tradimento, e un numero significativo del campione analizzato dichiara di essersi sentito più ferito da una connessione emotiva virtuale che da un evento fisico occasionale. La motivazione? E’ espressa in alcune delle testimonianze raccolte: “Ho più paura che il mio partner si confidi emotivamente con qualcun altro che di un tradimento fisico”. Come dargli torto? Veniamo ora ai cuoricini, balzati alla storia del pop con la canzone dei Coma Cose che recita: “Ma tu volevi solo cuoricini, cuoricini”. Cosa c’è dietro al cuoricino posto dal partner su una storia o su un post personale altrui? E’ l’indizio di una relazione virtuale o reale nascosta? Quel segno grafico rosso su una foto potrebbe anche significare un’intenzione di tradimento per i giovani della Gen Z, che sono i più severi, tanto per cambiare. Per loro può essere tradimento anche un semplice ‘mi piace’ su una storia Instagram, figuriamoci una conversazione privata su una chat. Perché? La dimensione social entra di prepotenza nella sfera dell’intimità, dove i confini diventano sempre più sottili. E per alcuni sono insostenibili nella loro potenzialità.

Il sondaggio di Gleeden mostra proprio le differenze sulla percezione dei comportamenti del partner sui social a seconda della generazione di appartenenza. Dati alla mano. Per alcuni un segno di gradimento è già un indizio di tradimento. Il 65 per cento dei giovani tra i 18 e i 27 anni pensa che mettere un semplice ‘cuoricino’ alle storie di una persona attraente sia già come tradire, percentuale che crolla al 25 per cento tra i membri della Gen X. Stesso discorso per i ‘like’ a foto provocanti, considerati infedeltà dal 68 per cento della Gen Z ma solo dal 29 per cento della Gen X. A metà strada tra la rigidità della Gen Z e la tolleranza della Gen X (di cui ci sono oscure genesi e motivazioni ancora incomprensibili) figurano i Millennial (28–43 anni), che offrono una visione più sfumata del tradimento digitale. Per loro la chiave è l’intenzionalità. “Se nascondi qualcosa al partner probabilmente sai già che è sbagliato”, raccontano alcuni intervistati di Gleeden. Per i Millennial l’infedeltà è infatti questione di trasparenza emotiva. “Un ‘mi piace’ occasionale non significa nulla, ma se è sistematico diventa sospetto”. Per questa generazione la fedeltà emotiva non si misura tanto con i gesti, quanto con il grado di trasparenza nella relazione. Altro dato sorprendente: oltre il 53 per cento dei Millennial ha chiuso una relazione a causa di un tradimento digitale o emotivo, a dimostrazione di quanto la dimensione affettiva online sia vissuta con estrema serietà. Il tradimento per loro è nel nascondimento. Punto. Ma il sondaggio di Gleeden non si ferma alle differenze generazionali. Indaga anche le differenze di genere.

Il 63 per cento delle donne considera tradimento mettere un ‘cuoricino’ alle storie di una persona attraente, contro il 35 per cento degli uomini. Lo stesso vale per le conversazioni private con persone attraenti: sono considerate infedeltà dal 63 per cento delle donne rispetto al 47 per cento degli uomini. Divergenze che si riflettono anche nei comportamenti: l’83 per cento delle donne ha controllato almeno una volta i social del partner, contro il 71 per cento degli uomini (i soliti disorganizzati, verrebbe da dire).

Per non parlare delle divergenze di genere sulle reazioni a un possibile tradimento digitale: le donne scelgono più spesso il confronto diretto (67 per cento) mentre gli uomini scelgono più frequentemente un’indagine silenziosa (29 per cento). Ma c’è un dato che accomuna tutti: il digitale ha reso più facile il tradimento. Il 48 per cento delle persone prese a campione dichiara di aver scoperto l’altarino proprio attraverso i social. Se siamo della Generazione X brindiamo: peggio per voi che ci avete tradito.

L'articolo “Basta un ‘cuoricino’ per tradire”: la Gen Z riscrive così le regole dell’infedeltà nell’era digitale proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti