“Basta con la storiella che non ci sono soldi mentre si investono per uccidere le persone”: la lotta del Disability Pride
- Postato il 20 settembre 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Lotte, diritti e al centro anche la guerra come moltiplicatore di disabilità. “Un’onda che non si può fermare” è il messaggio che vogliono trasmettere gli organizzatori del Disability Pride Italia (DPI), arrivato alla decima edizione e concentrato soprattutto nel mese di settembre. Dopo gli appuntamenti tenutosi a giugno a Milano e Torino, l’evento nazionale si terrà a Roma sabato 20 settembre, per poi proseguire anche in altre città come Palermo il 20-21 settembre, Firenze e Genova il 27 settembre, Bologna 28 settembre, il 3 ottobre Bari e 4 ottobre Taranto, concludendosi a Orvieto il 25 ottobre.
I temi del Disability Pride Italia – Sono tanti gli argomenti che verranno affrontati da esperti, attivisti e personaltà di vario genere e competenze acquisite. Si discute, a vario titolo, di Vita indipendente – Progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, delle criticità emerse con l’approvazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l’aggiornamento del Nomenclatore Tariffario Nazionale per gli ausili delle carrozzine elettriche e scarpe ortopediche. Un evento di lotta e partecipazione che vuole coinvolgere tutti e che tratterà anche di inclusione lavorativa, diritto allo studio e alla formazione, oltre che mobilità accessibile universale e abbattimento delle barriere architettoniche e culturali.
DPI come megafono delle persone con disabilità – “I nostri corpi differenti e le nostre menti divergenti marceranno con l’obiettivo comune di creare un mondo più inclusivo, promuovendo un nuovo modo di vivere e considerare la disabilità. Al centro di tutte le manifestazioni i temi e le battaglie storiche della comunità delle persone disabilitate”, affermano i promotori. Il Disability Pride Italia è una rete di associazioni e singoli individui, che condividono il comune obiettivo di realizzare una società con pari opportunità e rispetto delle differenze. Un movimento in continua espansione, che sta compiendo anno dopo anno nella Penisola “una vera e propria rivoluzione culturale”, riferiscono i promotori, contro pregiudizi e abilismo nella società.
Contattato da ilfattoquotidiano.it Carmelo Comisi, presidente del Disability Pride Italia onlus e tra i fondatori del Disability Pride Network, racconta che “per me che ho bisogno di un’assistenza h24 e i miei genitori che sono ultra settantenni, l’urgenza sarebbe quella di avere degli assistenti personali, ho ideato il DPI per lottare per i diritti di tutte le persone con disabilità, le istituzioni non devono lasciare indietro nessuno ma in Italia purtroppo ci sono troppi casi di diritti calpestati”. Il DPI è un megafono per far sentire potente la voce delle persone con disabilità, dei loro cari e dei loro “alleati” nella lotta per creare un mondo per tutti. Sono voci generalmente flebili e disperse nei territori, spesso chiuse dentro qualche muro, reale o virtuale che sia. “Merito del Disability Pride Italia”, spiega Comisi, “è mettere insieme queste voci e il non concentrarsi soltanto su una o poche delle esigenze e dei bisogni delle persone con disabilità, ma offrire una visione universale”. Il presidente del DPI aggiunge che “non vogliamo più sentire la storiella trita e ritrita della coperta corta, della mancanza di fondi da destinare alle politiche e ai servizi dedicati alle persone con disabilità e le loro famiglie (circa 4 milioni in Italia, fonte Istat), quando si fanno investimenti miliardari per uccidere persone e creare nuova disabilità, anziché aiutare le persone con disabilità a sopravvivere e a poter partecipare alle attività sociali e civili. Purtroppo non viviamo assolutamente in una democrazia e questo lo vogliamo sottolineare con forza”.
“La guerra genera nuova disabilità” – Focus particolare del Disability pride è la guerra vista come moltiplicatore di disabilità a livello mondiale. “Quest’anno”, affermano gli organizzatori, “marceremo anche per dire basta al genocidio di Gaza, per ribadire che nessuna vita deve venir calpestata e che nessuno può essere vittima di discriminazione di qualsiasi genere”. Il conflitto di Gaza ha visto calpestare il diritto internazionale con la mancanza di corridoi umanitari accessibili per le persone fragili e la sofferenza di chi vive a Gaza una condizione di non autosufficienza, come ad esempio la vicenda raccontata da ilfattoquotidiano.it del giovane Ahmed con distrofia muscolare che rischia di morire per fame e mancanza di medicine. Secondo i promotori del Disability pride “ogni singolo euro che viene speso per comprare o fabbricare nuove armi è una risorsa sottratta al sistema sanitario pubblico e universalistico, al sistema di welfare, alle politiche per la disabilità e la mobilità universale, alle ricerche e alle cure per le patologie rare, all’assistenza alle disabilità gravissime. Ogni bomba sganciata, ogni colpo esploso serve solo a produrre nuovo dolore, nuove morti e a generare le nuove disabilità del futuro”. Infine Carmelo Comisi invita “a seguire i social del Disability Pride Italia” dove verranno date tutte le informazioni necessarie per gli appuntamenti delle successive date nelle altre città protagoniste “dell’onda che non si può fermare”.
L'articolo “Basta con la storiella che non ci sono soldi mentre si investono per uccidere le persone”: la lotta del Disability Pride proviene da Il Fatto Quotidiano.