Basso Profilo, Talarico condannato ma non fu patto con i clan
- Postato il 6 febbraio 2025
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Basso Profilo, Talarico condannato ma non fu patto con i clan
Basso Profilo, l’ex assessore regionale Talarico condannato per corruzione elettorale ma cade l’accusa di voto di scambio politico-mafioso
CATANZARO – Cade definitivamente l’accusa di voto di scambio politico-mafioso nei confronti dell’ex assessore regionale Francesco Talarico, ex uomo forte dell’Udc in Calabria. Diventa per lui definitiva la pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione per corruzione elettorale, esclusa l’aggravante mafiosa. Questo il dato più saliente del maxi processo Basso Profilo, filone del rito abbreviato, approdato al vaglio della Corte di Cassazione quattro anni dopo la retata della Dia di Catanzaro contro una presunta cricca affaristico-mafiosa vicina ai clan del Crotonese. Per il Tribunale penale di Catanzaro, il voto di scambio c’era e la condanna per il politico lametino fu a 5 anni. Per la Corte d’Appello, invece, era corruzione elettorale semplice, non connotata da modalità ‘ndranghetistiche. La Cassazione conferma questa impostazione e annulla con rinvio soltanto la parte della condanna relativa alle statuizioni civili.
I DUE RITI
Nel filone processuale svoltosi col rito ordinario, furono una quarantina le condanne, non ancora definitive, le più elevate delle quali, quelle a 30 anni di reclusione, per l’imprenditore di Sellia Marina Antonio Gallo, detto “il principino”, considerato vicino al clan Trapasso di San Leonardo di Cutro e figura chiave dell’inchiesta per il monopolio imposto nel settore antinfortunistico, e per il catanzarese Umberto Gigliotta, ritenuto l’immobiliarista delle cosche, anche lui vicino ai Trapasso. Nel troncone processuale svoltosi col rito abbreviato, invece, non regge la tesi del patto elettorale con le cosche su cui ha insistito anche la Procura generale impugnando la sentenza d’appello, che viene in buona sostanza confermata.
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L’INCHIESTA
L’inchiesta, coordinata dal pm Antimafia Paolo Sirleo, verte sulle attività illecite di una presunta cricca affaristico-mafiosa che si sarebbe proposta di espandersi in Albania con l’ausilio del luogotenente delle Fiamme gialle Ercole D’Alessandro, allora in servizio al Goa di Catanzaro, tramite il quale il gruppo puntava a introdursi nei gangli della pubblica amministrazione del Paese delle aquile.
Talarico alle politiche del marzo 2018 non ce la fece per una manciata di voti ma gli inquirenti si soffermano sul fatto che lui, di origini lametine, nelle sezioni di Archi e Gallico, in territorio reggino, riscosse 1660 preferenze. Talarico stesso, in un’intercettazione valorizzata nella sentenza d’appello, afferma di aver fatto un “bordello” a Reggio e fa riferimento all’”allestimento” di una segreteria, per la quale, ricordano i giudici, si adoperò anche Gallo. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Francesco Gambardella, Giuseppe Fonte, Salvatore Iannone, Enzo Ioppoli, Piero Mancuso, Natale Polimeni.
LE ALTRE POSIZIONI
In accoglimento del ricorso del pm, la condanna a 12 anni di reclusione per Carmine Falcone (che in primo grado ebbe 14 anni) è stata annullata con rinvio in relazione all’aggravante mafiosa su una delle accuse. Sempre in accoglimento del ricorso del pm, annullata con rinvio l’assoluzione per Eugenia Curcio (in primo grado condannata a 3 anni) e quella a 3 anni e 1 mese a Giuseppe Bonofiglio (in primo grado ebbe 5 anni e 10 mesi) in relazione a intestazioni fittizie. Per il funzionario del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese Giuseppe Truglia, la Corte ha annullato con rinvio la non menzione della condanna nel casellario giudiziale.
In Appello, esclusa l’aggravante mafiosa dal reato di corruzione per aver favorito Gallo, la pena fu rideterminata da 6 anni a 1 anno e 4 mesi con la condizionale, ma resta in piedi anche un’ipotesi di turbativa d’asta per la fornitura dei dispositivi di sicurezza. Confermata la pena di 1 anno e 4 mesi anche per il reggino Antonino Pirrello, titolare di un’impresa di pulizie con commesse in enti pubblici, che in primo grado era stato condannato a 4 anni di reclusione perché avrebbe concorso nel reato con Talarico grazie ai pacchetti di voti di cui disponeva. Confermata la pena di 1 anno e 4 mesi anche per Pino Volpe (in primo grado condannato a 2 anni).
RICORSI INAMMISSIBILI
Inammissibili una serie di altri ricorsi. Diventa così definitiva anche la pena di 2 anni e 6 mesi per Luigi Alecce (in primo grado condannato a 3 anni e 8 mesi). Quella di 5 anni e 7 mesi per Concetta Di Noia (in primo grado 9 anni e 6 mesi). Ma anche le pene di 2 anni e 1 mese per Giuseppe Mangone (4 anni e 6 mesi) e di 8 anni e 10 mesi per il collaboratore di giustizia Tommaso Rosa (11 anni e 5 mesi).
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