Basilicata, sì al nucleare sostenibile

  • Postato il 31 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Basilicata, sì al nucleare sostenibile

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La Basilicata come altre regioni italiane, con alcune eccezioni, approvano il nucleare sostenibile. Il ministro Pichetto Fratin: energia sicura, pulita, innovativa per la decarbonizzazione entro il 2050.


Sì al nucleare sostenibile da parte della Conferenza unificata delle Regioni. Nonostante tre pareri contrari, espressi da Sardegna, Toscana e Umbria, lo schema di legge delega per lo sviluppo di energia nucleare a basso impatto ambientale ha incontrato il parere favorevole delle amministrazioni regionali italiane (inclusa quella della Basilicata), come reso noto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: «Con grande soddisfazione – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto Fratin – prendo atto della valutazione della più autorevole sede di confronto interistituzionale. Ora il testo sarà trasmesso rapidamente al Parlamento, per avviare un percorso molto atteso, che può dare all’Italia l’opportunità di sviluppare un’energia sicura, pulita, innovativa e orientata alla decarbonizzazione».

In sostanza, l’obiettivo sarebbe quello di utilizzare il nucleare sostenibile come alternativa al consumo di energia fossile, così da adempiere agli impegni assunti con il piano europeo di sostenibilità ambientale ed energetica con orizzonte 2050. Nella fattispecie, nella nota ministeriale si precisa come il piano punti a «definire un quadro normativo organico sull’intero ciclo di vita della nuova tecnologia nucleare, sia a fissione sia a fusione. Il Governo sarà delegato a varare uno o più decreti legislativi per disciplinare la sperimentazione, la localizzazione, la costruzione e l’esercizio dei nuovi moduli, rivedere le competenze istituzionali, promuovere ricerca e formazione e riorganizzare la gestione degli impianti esistenti, dei rifiuti e del combustibile esaurito».

NUCLEARE SOSTENIBILE, IL PARERE FAVOREVELE DELLA LA BASILICATA: IL RUOLO DELLE REGIONI E IL PERCORSO LEGISLATIVO

In soldoni, qualora si arrivasse a dama, si passerebbe da una fase valutativa e di ricerca, da condividere, come il resto del programma, con le Regioni. Del resto, proprio dalla Conferenza unificata è arrivata la richiesta di un coinvolgimento maggiore nella definizione dei prossimi atti normativi. Anche perché, a conti fatti e al netto dei pareri negativi, si tratta di un “sì” condizionato, con la Conferenza delle Regioni a richiedere un’intesa con il governo sui prossimi decreti legislativi attuativi. I quali, chiaramente, riguarderanno i punti salienti del programma, che procederà a step con l’obiettivo di definire il quadro di applicazione delle strategie di ricerca e consumo.

Ora la palla passa al Parlamento. In ballo, c’è l’allineamento dell’Italia sia con gli impegni europei che con i partner già in fase di investimento sul nucleare sostenibile, ritenuto a bassa emissione e, quindi, maggiormente in linea con la pianificazione dell’Unione sull’energia da qui al 2050. Significativo, peraltro, l’ok arrivato prima della pausa estiva, segno probabile di un’accelerazione sull’iter legislativo. Da capire quali saranno le reazioni sul fronte ambientalista. Non va dimenticato, infatti, che per quanto l’energia nucleare sostenibile sia a bassa emissione di CO2, l’adeguamento strutturale (anch’esso, in caso, atteso dal vaglio delle Regioni) e la costruzione degli impianti richiederebbe ulteriori sforzi, sia economici che energetici. Per il momento, in attesa di ulteriori sviluppi, può andare in archivio il primo step.

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