Basilicata, per il governatore Bardi guai con la Corte dei Conti
- Postato il 1 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Basilicata, per il governatore Bardi guai con la Corte dei Conti
Nomine, il pm chiede conto a Bardi. Segnalate una serie di irregolarità (e falsi) nell’affidamento degli incarichi. La procura della Corte dei Conti vuole indietro mezzo milione da governatore, assessori e 2 dirigenti
POTENZA – «La giunta regionale, dopo i rilievi sollevati dalla Corte dei conti in numero 3 decisioni di parifica, dopo l’apertura di un fascicolo da parte della Procura regionale archiviato “con ammonimento” e dopo aver approvato una direttiva che definisce il corretto iter amministrativo per le nomine di dirigenti esterni, ha continuato a disporre nomine di dirigenti esterni all’amministrazione senza rispettare affatto i vincoli normativi e senza fornire alcuna motivazione».
BARDI E LA CORTE DEI CONTI, L’ACCUSA
È questa l’accusa per cui nei giorni scorsi la procura regionale della Corte dei conti ha notificato un invito a dedurre al governatore Vito Bardi e ai componenti della sua giunta: Carmine Cicala (FdI), Franco Cupparo (Fi), Cosimo Latronico (FdI), Laura Mongiello (esterna in quota Iv) e Pasquale Pepe (Lega). Più l’ex direttore dell’ufficio Risorse umane, Alfonso Morvillo, e l’ex direttore generale del Dipartimento presidenza, oggi alla guida del Dipartimento informazione digitale, Michele Busciolano.
NEL MIRINO DEI PM LE NOMINE DEI DIRETTORI GENERALI
Nel mirino del pm Ida Coluzzi, dopo un articolo-denuncia pubblicato su La Nuova del Sud, sono finite le nomine dei direttori generali scelti dalla giunta, su proposta del governatore, nell’estate del 2024, e a giugno 2025.
Il sostituto procuratore generale ipotizza un danno erariale di 530.685,47 euro che «va imputato (…) a titolo di dolo eventuale in concorso a tutta la giunta e ai direttori che hanno sottoscritto le deliberazioni di nomina, proprio per l’evidente intenzionalità di affidare gli incarichi desiderati accettando consapevolmente anche di violare platealmente le norme di riferimento».
LA DIRETTIVA APPROVATA DA BARDI E I SUOI ASSESSORI
Con l’avvio della legislatura regionale in corso, infatti, Bardi e i suoi assessori avevano essi stessi approvato una direttiva «per definire le procedure di affidamento degli incarichi». Ma dopo la pubblicazione dell’avviso per raccogliere le candidature la giunta «non ha atteso» la fine delle procedure e alla vigilia di ferragosto, «il 14 agosto 2024, ha disposto l’affidamento degli incarichi. Prima ancora dell’approvazione dell’elenco degli idonei, avvenuta il «10 settembre 2024».
Il sostituto procuratore generale, stigmatizza un apparente falsità nel testo della delibera di nomina, laddove si legge: «visto l’elenco dei candidati».
LE TESI DEL PM CONTABILE
«Non si comprende quale elenco abbia visto la giunta atteso che sarà pubblicato, in via definitiva, solo un mese dopo e, comunque, dopo una prima pubblicazione con errori poi rettificati ma sempre successivamente».
«Ma v’è di più». Insiste il pm contabile. Perché «non solo l’avviso è stato espletato senza alcun utile risultato visto che la giunta ha disposto le nomine prescindendo da quello», ma nell’affidamento degli incarichi non è stata fornita «alcuna motivazione» sulla necessità di ricorrere a professionalità esterne alla Regione. A parte una «motivazione a stampone» ripetuta identica per tutti, in cui si fa riferimento al carattere «fiduciario» degli incarichi in questione.
«NON È POSSIBILE VERIFICARE IL PERCORSO CHE HA DETERMINATO LE NOMINE»
«In assenza di motivazione non è possibile verificare il percorso logico-giuridico che ha determinato la nomina dei dirigenti esterni all’ente». Così ancora Coluzzi nel suo invito a dedurre, ricordando che la direttiva approvata poco prima dalla giunta Bardi chiariva, in linea con la normativa nazionale, che il ricorso a dirigenti esterni è permesso soltanto a determinate condizioni. Ovvero che «non siano rinvenute professionalità adeguate in relazione all’incarico da conferire tra i dirigenti interni».
LE OMISSIONI
«È stata quindi del tutto omessa la preventiva verifica delle professionalità interne, anzi, la giunta ha proceduto all’affidamento a soggetti esterni, come più volte detto, prima ancora di ricevere l’elenco delle candidature come approvato dall’Ufficio Risorse Umane». Insiste il pm. «Peraltro, non è che non vi fossero candidature interne, anzi, le domande erano diverse. Lo si evince chiaramente dall’elenco delle candidature approvato con determinazione del 10 settembre 2024 nel quale si rileva che le candidature di dirigenti interni all’ente erano ben 20».
LA NOMINA DI SANTARSIERO
Una menzione speciale, poi, è andata alla recente nomina come direttore generale del Dipartimento ambiente ed Energia di Canio Santarsiero: «soggetto non solo esterno all’ente, ma addirittura “non presente nell’elenco delle candidature approvato (…) Ciò significa che, pur in presenza dell’elenco delle candidature formato a seguito di specifico avviso pubblico, si è provveduto a nominare un soggetto esterno che nemmeno aveva presentato la domanda».
«IN ASSENZA DI PROCEDURA AD EVIDENZA PUBBLICA»
«Detta nomina, pertanto, è avvenuta in assenza di procedura ad evidenza pubblica». Oltre che in violazione degli obblighi di motivazione e di verifica dell’esistenza di professionalità interne.
«Peraltro – denuncia la pm -, nella deliberazione di nomina di Canio Santarsiero si legge in premessa: “Visto l’elenco dei candidati a ricoprire incarichi di direzione generale della giunta regionale trasmesso dal dirigente dell’Ufficio risorse umane e organizzazione e in corso di pubblicazione sul sito internet istituzionale” (…) Quindi, non solo si scrive che l’elenco è ancora if corso di pubblicazione quando, invece, era pubblicato da settembre dell’anno precedente, ma si richiama un elenco in cui Canio Santarsiero non compare».
LA QUANTIFICAZIONE DEL DANNO
Rispetto alla quantificazione del danno il sostituto procuratore generale sottolinea che il reclutamento di dirigenti esterni «ha comportato un maggior esborso economico» rispetto al ricorso a personalità interne all’ente. Perché «il ricorso ad un soggetto esterno comporta il pagamento integrale dell’importo della retribuzione (euro 37.584,33, ndr), viceversa, il ricorso ad un dirigente interno, comporta il pagamento della sola differenza tra lo stipendio tabellare che va assicurato, al dirigente di ruolo – stipendio pari ad euro 45.260,80 – ed il diverso trattamento economico del direttore».
BARDI E LE NOMINE, LE CONTRODEDUZIONI
Nei prossimi giorni Bardi, gli assessori e i dirigenti coinvolti nell’inchiesta contabile potranno presentare le loro controdeduzioni. Poi il pm deciderà se archiviare il caso o formalizzare una citazione a giudizio innanzi alla Corte.
Il Quotidiano del Sud.
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