Bari, come si è salvata l’anziana sepolta sotto il palazzo crollato: ‘Pensavo di morire poi la luce’

  • Postato il 7 marzo 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Ho sentito un forte rumore e la porta blindata è caduta su di me”. Si è salvata così, grazie a quella porta blindata, Rosalia De Giosa, la donna di 74 anni estratta viva dopo 27 ore sepolta sotto le macerie della palazzina crollata mercoledì a Bari. Perché lì sotto, tra lei e la porta blindata, si è creata una bolla d’aria che le ha permesso di non rimanere schiacciata e di riuscire a respirare in attesa che i Vigili del fuoco, maceria dopo maceria, riuscissero a rintracciarla e ha raggiungerla. “Mi sono nascosta sotto questa porta e vedevo le pietre e i tufi cadere. Il mio primo pensiero è stato che dovevo morire. Pensavo a mio figlio e ai miei nipoti”, racconta la donna dal suo letto del Policlinico di Bari, dove è ricoverata.

Ha due fratture costali e una serie di ecchimosi al torace, al bacino e agli arti inferiori. Le sue condizioni sono stabili, sostengono i medici che però vogliono tenerla in osservazione ancora qualche giorno perché ci sono altre lesioni che a volte si vedono a distanza di tempo. “Avevo freddo e paura, pensavo che sarei morta. Sentivo già le gambe fredde e le mani mi tremavano”, dice. De Giosa ricorda che chiedeva aiuto: “Ma nessuno mi sentiva. Il mio telefono – racconta – squillava ma era in un’altra stanza. A un certo punto ho visto una luce e ho sentito i rumori di gente che scavava e con un filo di voce ho chiesto aiuto, ma non mi sentivano”.

Poi giovedì mattina, un sussulto: “Ho visto i fari dei Vigili del fuoco e ho gridato di nuovo ‘aiuto aiuto’, e uno di loro, Giuseppe, mi ha detto ‘Signora un momento, ora veniamo’. Ma ci voleva tempo perché stavano scavando. Poi quando li ho visti, hanno iniziato a togliere le pietre e i ferri che stavano su di me”. De Giosa ha raccontato di essere tornata nel palazzo sgomberato, proprio perché a rischio crollo, per “prendere un po’ di roba per andare a un funerale”. Proprio in quell’istante, mercoledì sera, il crollo. Il suo pensiero è rivolto ancora al vigile del fuoco che l’ha salvata: “L’ho abbracciato. Gli voglio dire grazie, grazie ancora”. La gratitudine non è solo sua, ma anche di alcuni cittadini che, nei pressi del palazzo crollato, hanno srotolato uno striscione con una scritta che riprende il canto dei vigili del fuoco: “Il pompiere paura non ne ha”.

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Il Fatto Quotidiano

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