Barbacetto alla Festa del Fatto: “I milanesi sono stati derubati. Due miliardi sottratti ai servizi pubblici”
- Postato il 9 settembre 2025
- Festa Del Fatto Quotidiano
- Di Il Fatto Quotidiano
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Al Circo Massimo, nell’edizione 2025 della Festa del Fatto Quotidiano che proseguirà fino a domenica 14 settembre, Gianni Barbacetto, firma storica del giornale e autore di numerose inchieste sul cosiddetto “sistema Milano”, ha raccontato al pubblico i retroscena di anni di indagini e reportage che hanno fatto discutere la città simbolo della crescita italiana.
Il giornalista, che ha appena pubblicato per Paper First il libro Contro Milano, ha ricordato come il “modello Milano” sia nato ai tempi di Expo 2015:
“Il problema – ha sottolineato – è che io ho cominciato a lavorare su questi temi nel 2015, quando c’è stato Expo. Ho capito, ma non perché sono un genio, bastava avere gli occhi e guardare, che stava nascendo una cosa che poi abbiamo chiamato sistema Milano o modello Milano. Anzi, il modello Milano che poi si è dimostrato un sistema, anche un sistema di abusi”.
Secondo Barbacetto, la città è stata avvolta da una narrazione euforica che ha oscurato la realtà: “Lo storytelling era che Milano partiva come un razzo verso lo sviluppo, che andava tutto bene, che arrivavano soldi da tutto il mondo, che cambiava lo skyline con i grattacieli fighissimi e le archistar. Dovevamo essere tutti contenti. Ma bastava guardare per capire che non andava nell’interesse della maggioranza dei cittadini”.
La Procura di Milano, come è noto, ha aperto fascicoli per indagare su rapporti opachi tra amministratori, funzionari e costruttori. E il linguaggio, osserva Barbacetto, ha avuto un ruolo decisivo: “Se tu un abuso, come abbattere un piccolo garage e costruire al posto suo un grattacielo di 24 piani, lo chiami rigenerazione urbana, diventa una cosa bellissima. Allora, la potenza del linguaggio ha il suo effetto. Il giornalismo dovrebbe smascherare il linguaggio imbroglione. Non è rigenerazione urbana, è abuso edilizio”.
Il nodo, sottolinea il cronista, è anche economico: “Le leggi non sono complesse: se demolisci un edificio di uno o due piani e costruisci una torre di 24, non è ristrutturazione, è nuova costruzione. E devi pagare il 100% degli oneri di urbanizzazione e restituire servizi alla città. Ma se la chiami ristrutturazione, hai uno sconto del 60%. Così Milano ha perso, a spanne, 2 miliardi di euro. Due miliardi che i milanesi non hanno avuto in parcheggi, verde, servizi”.
Un esempio concreto arriva dal presente: “Abbiamo l’estate più calda di sempre, ma a Milano le piscine comunali sono chiuse. Perché? Perché non ci sono i soldi, dice il sindaco Sala. Ma se regali 2 miliardi agli operatori immobiliari, è ovvio che non ci sono soldi. E non si possono nemmeno più chiamare costruttori, ora sono sviluppatori: e già il nome sembra positivo, uno che porta sviluppo, ma in realtà è solo un modo per abbellire un furto”.
Il confronto con altre metropoli europee, spiega Barbacetto, è impietoso: “Milano è la città con maggiori investimenti immobiliari in Europa: prima Milano, seconda Monaco di Baviera, terza Amsterdam. Ma a Monaco lo sviluppatore deve restituire alla città il 30% del valore estratto, a Milano l’8%. Questo è un furto”.
Infine, la questione giudiziaria: “La legge è chiara: se costruisci oltre i 25 metri devi avere un piano attuativo. Se non ce l’hai, quel grattacielo è abusivo. Non è complicato, non ci sono interpretazioni diverse. Ma a Milano non si fanno più piani attuativi perché bisogna fare tutto veloce, in nome della smart city. Così però si derubano i cittadini dei servizi“.
E sulla giustificazione più ricorrente, quella della “gentrificazione inevitabile”, Barbacetto ha replicato: “Certo, le città crescono così. Ma Monaco dà il 30% ai cittadini, Milano l’8%. E allora qualcosa di meglio si poteva fare”.
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