Bambini in visita alla moschea, il parroco: “I genitori erano stati informati e avevano dato il consenso”
- Postato il 6 maggio 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Mettere al centro i nostri bambini e il loro bisogno di essere accompagnati nella crescita ci ha fatto scegliere di andare in visita al Centro culturale islamico, accolti e accompagnati dall’imam Avnija che ben conosciamo. I genitori erano stati informati e avevano dato il consenso”. A parlare è don Andrea Sech, il parroco e legale rappresentante della scuola dell’infanzia “Santa Maria delle Vittorie” di Ponte della Priula, al centro delle polemiche in questi giorni per la pubblicazione (ancora presente) su Facebook delle immagini dei bambini inginocchiati in moschea.
Un gesto che ha fatto scattare l’ispezione del ministero dell’Istruzione e provocato le polemiche del leader della Lega Matteo Salvini che ha insinuato stessero pregando. Ma a smentire la ricostruzione sono state le stesse maestre: “Questa mattina siamo stati accolti dall’Imam nella moschea di Susegana”, hanno scritto. “E’ stata un’esperienza davvero emozionante. Ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno indossato un velo e siamo entrati in una grande stanza dove per terra c’era un enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si mette per pregare. L’imam ci ha spiegato che la religione musulmana si fonda su cinque pilastri e ci ha detto che loro pregano cinque volte al giorno (ci abbiamo anche provato). Già in occasione della festa per la fine del Ramadan Shevala, mamma di Bilal, ha letto un libro che spiega ai bambini cos’è e cosa si fa durante il Ramadan. Grazie di cuore all’Imam che ci ha aperto le porte della moschea e ci ha accolto con rispetto, amicizia ed entusiasmo”.
Parole che hanno irritato i vertici della Lega e di Fratelli d’Italia, fino ad arrivare alle proteste del presidente Luca Zaia. Lunedì il parroco ha incontrato i genitori dopo aver diffuso, domenica sera, una nota firmata con la direttrice Stefania Bazzo e l’insegnante Stefania Pillon. “La scelta – cita il comunicato secondo quanto riportato da “La Tribuna di Treviso” – rientra nel progetto educativo della scuola che riprende le linee nazionali e che tiene in considerazione la presenza di tante culture e nazionalità tra i bambini della scuola stessa. I nostri alunni, cristiani e di altre religioni frequentano consapevolmente una scuola cattolica, ricca di segni e azioni tipicamente cristiane”.
A difendere l’operato delle maestre – sui quotidiani locali – ci sono anche i genitori. La direzione scolastica d’altro canto nei giorni scorsi ha specificato che “c’era il bisogno di vivere una reciprocità reale, per comprendersi e valorizzare le diversità”.
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