Balneari, Tursi riassegna anche i tre stabilimenti comunali ma si apre il rebus degli indennizzi
- Postato il 31 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Mentre la stagione estiva è ormai in fase inoltrata, sono quasi tutti definiti i tasselli delle concessioni balneari a Genova, tema ancora all’ordine del giorno dopo la pronuncia del Consiglio di Stato che potrebbe scrivere un nuovo capitolo della vicenda Bolkestein. Con un provvedimento adottato negli scorsi giorni il Comune ha dato il via libera al rinnovo della concessione alla propria società in house Bagni Marina Genovese per le spiagge che aveva già in gestione: i Bagni Janua di Voltri, i Bagni San Nazaro in corso Italia e i Bagni Scogliera a Nervi.
Adesso, dopo la procedura di evidenza pubblica avviata da Tursi nel 2024, solo un tratto di litorale è rimasto in bilico, quello dei Bagni Mangini di lungomare Lombardo, dove la società Tris ha fatto ricorso al Tar contro la riassegnazione all’attuale gestore, partita intrecciata peraltro a una vicenda giudiziaria che vede coinvolti alcuni imprenditori. È stato invece rigettato per motivi procedurali il ricorso della Mc sui Bagni Medusa della passeggiata di Nervi.
Dunque, escluso ciò che resta delle controversie, finora nessuno dei stabilimenti balneari genovesi gestiti da privati ha cambiato titolare, probabilmente grazie anche al meccanismo che prevedeva indennizzi per gli eventuali gestori uscenti e un sistema di calcolo del punteggio che premiava l’esperienza già acquisita, l’utilizzo della concessione come fonte prevalente di reddito nei cinque anni precedenti e clausole sociali per la stabilità occupazionale.
Concessioni balneari, il caos indennizzi e la situazione di Genova
Ed è proprio la questione indennizzi che ha riportato la spada di Damocle sulla testa dei balneari. Il Consiglio di Stato, rispondendo a una richiesta di parere da parte del ministero delle Infrastrutture sul cosiddetto decreto Salvini, ha spiegato che il meccanismo sarebbe incompatibile col diritto europeo – leggi la famigerata direttiva Bolkestein sulla concorrenza – perché in questo modo si potrebbero scoraggiare nuovi entranti, ma anche col diritto italiano che non prevede alcun rimborso per le concessioni balneari cessate. In altre parole quella disciplina rischierebbe di essere disapplicata al primo ricorso in un tribunale amministrativo. Dello stesso parere la Commissione europea, che ha ammesso il riconoscimento economico per i soli “investimenti non ammortizzati”, cioè quelle strutture che verrebbero trasferite in automatico ai nuovi gestori.
E a Genova cosa succede? Il Comune, con l’allora assessore Mario Mascia, aveva già stabilito le linee guida ancora prima che intervenisse il governo Meloni, trovando un’intesa preventiva coi sindacati dei balneari ed evitando ulteriori proroghe finite anche queste nel mirino dei giudici del Tar. “Ho chiesto approfondimenti all’ufficio Demanio – spiega l’attuale assessore con delega in materia Davide Patrone – ma qui i giochi sembrano essere fatti, il bando c’è stato e nessuno dei ricorsi riguardava i criteri del bando, neanche il tema degli indennizzi che consistono in due volte e mezzo il fatturato del 2023“.
Ad oggi, quindi, parrebbe irrealistico che l’intera procedura possa essere mandata a monte, anche perché “ormai si è creato un legittimo affidamento“. In realtà, però, c’è ancora un caso potenzialmente pendente che l’avvocatura segue con qualche preoccupazione. Si tratta di un imprenditore che aveva aveva chiesto proprio la sospensiva della determina dirigenziale con gli indennizzi a carico dei subentranti, lamentando una “lesione dell’interesse legittimo” e un “danno gravissimo“. Il Tar aveva respinto l’istanza, ma rimaneva aperta la possibilità di impugnare il successivo bando pubblicato dal Comune. Per ora non è successo, ma ci sarebbero ancora gli estremi per farlo e questo potrebbe inguaiare l’amministrazione con conseguenze difficilmente prevedibili.
Anche gli stabilimenti pubblici sono andati a gara, secondo quanto previsto dalla legge, ma all’appello si è presentata solo la Bagni Marina Genovese rendendo la partita molto più semplice. A quanto risulta, la società comunale ha presentato un piano di investimenti ventennale da 700mila euro che comprende, tra l’altro, l’installazione di un montascale per disabili ai San Nazaro e un nuovo impianto fognario per la Scogliera. La nuova concessione ha una durata di 15 anni dalla stipula dell’atto. Bagni Marina continuerà poi a gestire docce, servizi e spogliatoi in altre spiagge libere tra cui Voltri, Pegli, San Giuliano, Capo Marina e Quinto.
Spiagge libere, il piano per aumentarle riparte da Capo Marina
A proposito di spiagge libere, è sempre più impolverato nei cassetti di Palazzo Tursi il Proud, progetto di utilizzo del demanio marittimo approvato in extremis dalla giunta Doria nel 2017 e mai applicato, che prevedeva un riassetto generale delle concessioni balneari. Ma c’era anche un piano elaborato dalla giunta Bucci che contemplava la creazione di sette nuove spiagge libere ricavate da scogliere o distese di ciottoli.
In realtà, dopo l’incendio che ha distrutto i Bagni Capo Marina di corso Italia, il Comune si è riappropriato di quel pezzo di litorale e in questo modo ha raggiunto la percentuale minima del 40% di spiagge libere prevista dalla normativa regionale. “È vero che la quota è rispettata, ma è completamente sproporzionata dal punto di vista geografico – osserva l’assessore Patrone -. In futuro dovremo intervenire”.
Intanto, nonostante ritardi e disagi che si sono protratti anche quest’anno, dal 12 luglio Capo Marina ha riaperto come spiaggia inclusiva gestita da Bagni Marina Genovese con servizi pensati per disabili e persone a mobilità ridotta. A fine stagione il Comune predisporrà il bando per la riqualificazione complessiva del compendio, ma Patrone garantisce: “Quella rimarrà una spiaggia libera. Vogliamo inserire anche un mix di funzioni sociali e sportive con una serie di oneri di urbanizzazione tra cui protezioni a mare, altrimenti è inutile investire ogni anno per riprofilature che vengono divelte dopo due settimane. I privati potranno remunerarsi con la parte sportiva, ma la spiaggia dovrà restare pubblica. Sarà un bando molto dettagliato, scritto insieme all’assessorato all’Urbanistica, che mira a una completa rigenerazione dell’area. Non sarà una tipica concessione balneare”.