Ayutthaya, perché i Buddha sono decapitati (e la storia dell’iconica testa tra le radici)

  • Postato il 23 novembre 2025
  • Curiosità
  • Di SiViaggia.it
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Chi arriva tra le rovine di Ayutthaya, antica capitale del Regno del Siam a 80 km circa da Bangkok, non può non rimanere colpito da un dettaglio un po’ divertente e un po’ inquietante: la maggior parte delle statue del Buddha non ha più la testa. Proprio così, tra i resti del Parco Storico, si ammirano file di figure sacre mutilate, sedute in meditazione, con lo sguardo invisibile e solo immaginabile.

Ma perché i Buddha di Ayutthaya sono decapitati? La risposta affonda le radici — in tutti i sensi — nella storia del Paese e negli umori e dispetti tra reali.

Il Parco Storico di Ayutthaya

Il Parco Storico di Ayutthaya, dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1991, è un luogo di straordinaria bellezza e spiritualità, in un tempo ancora sospeso. Si estende su circa 290 ettari e custodisce i resti dei principali edifici dell’antica città.

In passato Ayutthaya, strategica perché fondata su di un’isola alla confluenza di tre fiumi Chao Phraya, Pasak e Lopburi, vantava ben tre palazzi reali e quasi quattrocento templi: oggi il parco comprende sei complessi principali ben conservati.

Tra questi, il Wat Mahathat è uno dei più antichi e affascinanti: costruito probabilmente all’inizio del XIV secolo, era il centro religioso e simbolico del regno, dove venivano custodite reliquie sacre del Buddha.
Il complesso si distingue per la posizione centrale e per la grande torre prang, tipica dell’architettura khmer, che domina l’intera area e simboleggia la montagna sacra del Monte Meru, asse dell’universo nella cosmologia buddhista. Ma non solo: qui è conservata la celebre testa del Buddha tra le radici dell’albero, circondata da tanti, anzi tantissimi, Buddha senza testa.

Wat Mahathat
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Buddha senza testa del Wat Mahathat

Alla ricerca di pietre preziose

Nel 1767, dopo anni di tensioni, l’esercito birmano invase Ayutthaya, allora capitale del Regno del Siam, mettendo fine alla dinastia Ban Phlu Luang e distruggendo gran parte della città.
Secondo la leggenda, l’origine di tanta devastazione a scapito delle teste dei Buddha risalirebbe a molto tempo prima: il re Naresuan il Grande (re tra il 1590 e il 1605) aveva ucciso il padre di un principe birmano, che per vendicarsi diffuse la voce che all’interno delle statue del Buddha fossero nascosti gioielli e pietre preziose.
Quando i birmani conquistarono Ayutthaya, i soldati — convinti di trovare tesori — iniziarono a decapitare e frantumare le statue in cerca di ricchezze. Nessun tesoro, però, venne mai trovato.
Il risultato fu un paesaggio di templi distrutti e Buddha senza testa, che ancora oggi popolano le rovine del parco archeologico.

Wat Mahathat
AS
Scorcio delle rovine del Wat Mahathat

La testa del Buddha tra le radici

Tra le rovine del Wat Mahathat si trova una delle immagini più celebri della Thailandia: una testa di Buddha incastonata tra le radici di un albero di bodhi.
Secondo gli esperti questa fusione tra spiritualità e natura è del tutto casuale. Durante le decapitazioni dei Buddha, le teste venivano lasciate a terra, senza cura. Col tempo e con l’umidità gli alberi sono cresciuti intorno a questi tesori, diventando un tutt’uno. Così fu per questa testa di Buddha, lasciata vicino al tronco di un fico sacro le cui radici l’hanno avvolta lentamente, fino a inglobarla. Oggi sembra che il volto del Buddha emerga dalla terra, sereno, in perfetta armonia con la natura che lo protegge.

Buddha ayutthaya
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La testa di Buddha incastonata tra le radici di un albero di bodhi.

Qualche curiosità e info

Gli studiosi del Dipartimento delle Belle Arti thailandese e dell’UNESCO ritengono che questa testa appartenga a una statua proveniente da un’area di confine, probabilmente influenzata dallo stile khmer: le labbra piene e il naso pronunciato ricordano infatti le caratteristiche della scultura cambogiana del periodo.
Per chi visita la testa nell’albero del Wat Mahathat, c’è una regola fondamentale da rispettare (e le guardie sono pronte e scattanti a ricordarla): non si può posare in piedi vicino alla testa del Buddha. È obbligatorio sedersi o accovacciarsi per le fotografie, in segno di umiltà e venerazione. In Thailandia, infatti, è considerato irrispettoso trovarsi con la propria testa più alta di quella del Buddha.

Ancora una chicca: prima di uscire, alle spalle della testa di Buddha, si trova una sorta di inventario a cielo aperto, con reperti sparsi e ammucchiati — resti di varie parti del corpo e pezzi di statue di Buddha di diversa dimensione.

Ayutthaya
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Resti di varie parti del corpo e pezzi di statue di Buddha di diversa dimensione
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SiViaggia.it

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