Aya Ashour lascia Gaza, la 24enne palestinese collaboratrice del Fatto arriverà in Italia. L’annuncio di Montanari

  • Postato il 25 giugno 2025
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Aya Ashour, la 24enne palestinese collaboratrice del Fatto Quotidiano e protagonista di un petizione di Io Scelgo, ha lasciato Gaza. La giovane collega che dalla Striscia ha raccontato in diversi articoli la sofferenza del popolo palestinese, arriverà ad Ammam in serata e proseguirà il suo viaggio in Italia con destinazione finale l’Università per stranieri di Siena, guidata da Tomaso Montanari, dove è stata invitata nell’aprile del 2024 come Visiting researcher.

Insieme a lei, ha annunciato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, altre 10 persone tra cui due medici e una studentessa della Cattolica di Roma, Joslin Aldadah Akram, che come Aya ha ricevuto una borsa di studio.

“Tutta la comunità accademica dell’Università per Stranieri di Siena è oggi felice per la bellissima notizia dell’avvenuta esfiltrazione da Gaza, dopo tanti tentativi, di Aya Ashour, la nostra giovane collega palestinese”, commenta Montanari parlando all’Ansa e pubblicando un post sui social. “Ashour è stata formalmente invitata nell’aprile del 2024 come Visiting researcher, per continuare a coltivare da noi il suo campo di studio, che incrocia gli studi di genere e quelli di diritto internazionale (ricordo il titolo della sua tesi: “Il ruolo delle donne nella sicurezza e nella pace, secondo la Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza: la Palestina come caso di studio”), e nei prossimi giorni arriverà finalmente a Siena”, prosegue il rettore dell’Unistrasi.

Montanari ringrazia “e non formalmente”, il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, e la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, “con i quali – dice – sono stato in costante contatto diretto, e la cui decisione politica è all’origine della salvezza di Aya”. “Sono anche gratissimo all’Unità di crisi della Farnesina, e alle nostre rappresentanze diplomatiche a Tel Aviv, Gerusalemme e Amman per un lavoro silenzioso quanto straordinario”, prosegue. Per poi concludere: “Di fronte all’enormità del genocidio perpetrato a Gaza con la complicità dei governi occidentali che non cessano di aiutare Israele in ogni modo, compresa la fornitura di armi, la salvezza di una vita può sembrare una piccola cosa, ma siamo tutti profondamente convinti che chi salva una vita, salva il mondo intero (secondo un antico detto della sapienza ebraica e di quella islamica). E una giovane vita dedicata al diritto internazionale e al ruolo di pace delle donne ci appare, in questo buio, come una luce profetica”.

Aya in questi mesi ha raccontato con coraggio il massacro di palestinesi in corso a Gaza. Nella guerra, ha raccontato nell’ultimo articolo pubblicato sul quotidiano del 20 giugno scorso, ha spento due candeline, quella dei 23 e dei 24 anni. In punta di penna ha mostrato con le parole il dramma di migliaia di persone, sottolineando, articolo dopo articolo, la privazione a cui sono sottoposti i palestinesi che non hanno accesso agli aiuti e una guerra che ormai ha come obiettivo “l’intera popolazione palestinese”.

Proprio a lei è dedicata una petizione pubblicata sulla piattaforma IoScelgo, sottoscritta da oltre 14mila persone, che chiedeva al ministro Tajani di consentire a lei e agli altri studenti palestinesi di proseguire i loro studi e cioè di poter lasciare la Striscia. Ora Aya arriverà (finalmente) in Italia.

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Il Fatto Quotidiano

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