AVS: “La riforma Bucci peggiorerà la salute dei liguri. Servono più medici e infermieri per migliorare il servizio e ridurre le attese”
- Postato il 31 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. “Bloccare le nomine significa spingere gli specialisti verso il privato e in altre regioni. La sanità ligure soffre di gravissime carenze: liste d’attesa infinite, disomogeneità territoriale, fughe verso altre regioni. La riforma Bucci non risolverà questi problemi: anzi rischia di peggiorarli. L’unico modo per aiutare i pazienti liguri è partire dai loro problemi, tenendo conto delle difficoltà vissute quotidianamente dai lavoratori della sanità pubblica”.
AVS Liguria boccia categoricamente l’ipotesi di riforma sanitaria presentata nei giorni scorsi dal presidente regionale Marco Bucci. Selena Candia, capogruppo regionale AVS, Jan Casella, consigliere regionale AVS, Carla Nattero, segretaria regionale di Sinistra Italiana, e Simona Simonetti, portavoce ligure di Europa Verde, lanciano l’allarme per le conseguenze negative della riforma sulla qualità dei servizi.
“Riteniamo indispensabile distribuire correttamente le strutture e le attrezzature disponibili sul territorio, per evitare la sovrabbondanza di offerta in determinate zone e la carenza totale in altri comprensori. L’unica centralizzazione utile riguarda i sistemi informativi, il teleconsulto e la telemedicina. Non possiamo correre il rischio che gli esami diagnostici siano valutati da tecnici stranieri all’estero, come già succede in altre regioni italiane. È impensabile avere un’unica centrale di diagnostica per immagini, in quanto è necessario un rapporto stretto tra medico e radiologo: il rischio è che la refertazione sia appaltata a un soggetto esterno di bassa qualità”, denunciano Candia, Casella, Nattero e Simonetti.
“I pericoli di questa riforma sono molteplici. A pagare il conto più salato rischiano di essere le aree interne, le zone montane o periferiche, dove già oggi l’accesso è più difficoltoso, e dove la centralizzazione delle decisioni potrebbe allontanare i cittadini da alcuni servizi essenziali, come già successo con la centrale unica del 118. Le lunghe liste d’attesa dipendono da carenza di personale, spazi, apparecchiature e strutture: se non si affrontano queste insufficienze, i cittadini per curarsi saranno costretti a pagare i privati, soprattutto nelle aree periferiche della regione. Servono assunzioni, non licenziamenti. Servono medici e infermieri invece di commissari e nuovi assessori”, sottolineano i rappresentanti liguri di AVS.
“Temiamo che il passaggio alla ASL unica si possa trasformare in un disastro anche sul piano burocratico, con disagi anche per i pazienti. Sarebbe necessaria la modifica delle pratiche di accreditamento per le numerose strutture che operano nel settore sanitario tra ospedali, consultori, residenze sanitarie e laboratori analisi. Questa procedura rischia di paralizzare l’erogazione delle prestazioni, gettando nel caos l’intera sanità ligure”, concludono gli esponenti di AVS.