Autovelox, scatta il censimento: cosa cambia per automobilisti e multe

  • Postato il 1 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Operazione autovelox al via. È online la piattaforma telematica predisposta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il censimento.  Enti locali, Comuni, Province, Carabinieri e Polizia Stradale devono inserire entro 60 giorni i dati di tutti i dispositivi di rilevazione della velocità in uso sul territorio. Un archivio pubblico e centralizzato che permetterà anche ai cittadini di sapere con esattezza quanti autovelox ci sono in Italia, dove sono posizionati e con quali caratteristiche tecniche operano. E dal 1 dicembre le multe ricevute per eccesso di velocità registrato da autovelox non dichiarati saranno considerate nulle. Resta però il nodo omologazione: la maggior parte dei dispositivi in Italia sono autorizzati, ma non omologati.

Censimento degli autovelox: cosa cambia per multe e automobilisti

La piattaforma per il censimento degli autovelox è operativa. Per ciascun dispositivo gli enti dovranno inserire dati precisi: marca, modello, tipologia, versione, numero di matricola ed estremi del decreto di approvazione del Mit. Hanno tempo fino al 30 novembre. Dal giorno dopo, 1 dicembre, scatterà la linea dura: autovelox non censiti non potranno essere utilizzati per rilevare infrazioni e le multe emesse saranno contestabili e considerate illegittime. Due novità per i cittadini. Da un lato, chi riceverà una sanzione potrà verificare in tempo reale sull’archivio pubblico, se il dispositivo che ha rilevato la violazione è regolarmente registrato. Dall’altro lato, gli automobilisti potranno conoscere finalmente il numero esatto e il posizionamento degli apparecchi. Un’operazione trasparenza che dovrebbe mettere fine alle accuse di “fare cassa con gli autovelox” sollevate negli anni da molte parti. Secondo i dati forniti dalle associazioni dei consumatori, gli autovelox hanno fruttato ai Comuni italiani oltre 7 milioni di euro nel solo 2024. Una cifra che, dopo l’entrata in vigore del nuovo sistema, rischia di ridursi sensibilmente, almeno per i dispositivi non censiti o non regolarmente aggiornati.

Autovelox e omologazione: il nodo irrisolto che può far saltare le multe

Resta aperto però un problema: quello dell’omologazione degli autovelox. La Cassazione, nel 2024 ha stabilito un principio chiaro: una multa per eccesso di velocità è legittima solo se l’apparecchio che ha rilevato l’infrazione è omologato. La maggior parte dei dispositivi in uso in Italia hanno invece la semplice approvazione ministeriale. E questo, dice la Cassazione, non basta a rendere valida la sanzione. Il problema è che ad oggi in Italia non esiste una procedura di omologazione vera e propria per gli autovelox, nonostante il Codice della Strada lo richieda dal 1993. Un vuoto normativo che genera un cortocircuito anche perché, dati Anci, circa il 59,4% dei dispositivi fissi e il 67% di quelli mobili è stato approvato prima del 2017, anno in cui il Ministero introdusse la necessità di omologazione oltre all’approvazione. Conseguenze? I ricorsi di migliaia di automobilisti, la vittoria davanti al giudice di migliaia e un clima di incertezza che regna sovrano.
Ora c’è il censimento, che è un passo verso una maggiore trasparenza. Ma non basta a risolvere il nodo principale: senza una procedura chiara di omologazione, il rischio è che milioni di verbali possano essere impugnati e annullati, anche se dati per rilevazioni fatti da autovelox presenti nella piattaforma ministeriale.

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Panorama

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