Autovelox, Salvini richiede un censimento completo per maggiore sicurezza

  • Postato il 4 maggio 2025
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Il ministro Matteo Salvini ha inviato una lettera al presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, per un elenco dettagliato degli autovelox presenti sul territorio nazionale. Nella richiesta sono indicati i dati da raccogliere: posizione dei dispositivi, ente responsabile dell’installazione, data di attivazione, tipo di autorizzazione.

Dove sono e con che regole

La raccolta dei dati non risulta mai effettuata in forma completa. Le installazioni precedenti sono state gestite da enti locali senza un protocollo centralizzato. Salvini scrive chiaramente: “Serve un quadro quantitativo e qualitativo su scala nazionale, regionale e locale”. Posizione esatta, data di avvio, tipo di autorizzazione ricevuta, normativa applicata: il leader della Lega richiede un report tecnico sui dispositivi per il rilevamento della velocità. Lo scopo? costruire una base solida per riscrivere le regole. Tutto parte da qui.

Il tema tocca nervi scoperti. Gli autovelox dividono: per alcuni servono, per altri sono solo strumenti per fare cassa. Salvini, da ministro, ora vuole capire se e dove vengono usati nel rispetto delle norme, e se i Comuni hanno agito con trasparenza. Nel frattempo, alcune sentenze recenti hanno messo in discussione la regolarità di molte installazioni. In diversi casi, i giudici hanno dato ragione agli automobilisti: dispositivi non omologati correttamente, autorizzazioni mancanti, errori nella gestione. Il caos è emerso. E la fiducia è crollata.

Il dicastero ha già messo in cantiere la necessità di basi certe. Salvini lo ripete: non si può intervenire senza sapere cosa c’è davvero sul territorio. Aveva già chiesto ragguagli in tempi non sospetti. L’Anci ha risposto, ma in forma parziale, con percentuali, medie, indicazioni ritenute troppo vaghe. Troppo poco, dice il Mit. Da qui, la seconda richiesta. Più precisa, più urgente. Ogni dispositivo dovrà avere una documentazione completa. Ogni Comune dovrà fornire i dati. Chi ha gestito con precisione non avrà problemi. Toccherà mettersi in regola.

Non uno scontro con i sindaci

Il Mit puntualizza che non si tratta di una guerra ai Comuni. Anzi. La linea è quella della collaborazione. Salvini spiega che gli uffici sono a disposizione dell’Anci per gestire insieme la raccolta. Nessuna caccia alle streghe, solo chiarezza. Norme, scadenze e limiti di bilancio? Districarsi mette le amministrazioni comunali a dura prova. Ma stavolta, il ministero vuole andare fino in fondo, anche per dare ai sindaci regole uguali per tutti, senza interpretazioni.

La realtà è frammentata. Ogni territorio ha fatto da sé. Alcuni Comuni usano solo dispositivi mobili. Altri hanno decine di postazioni fisse. Alcuni li gestiscono direttamente. Altri si affidano a società esterne. C’è chi fa manutenzione regolare, chi no. Chi comunica, chi tace. Nessuno ha mai tirato le somme: il censimento permetterà di farlo.

All’Anci spetterà il coordinamento della raccolta. I Comuni invieranno le informazioni, regione per regione, il Mit analizzerà l’intera documentazione e da lì partirà il lavoro normativo. La riforma potrà finalmente basarsi su elementi reali, non su ipotesi. I rilevatori di velocità non spunteranno più ovunque per ridurre i rischi sulla strada. E prima di fare una multa, andrà controllato tutto, dalle autorizzazioni alle carte. Risposte vaghe saranno bandite.

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Virgilio.it

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