Autotrasporto, i sindacati: “I rimborsi per le attese delle merci siano distribuiti anche ai lavoratori”
- Postato il 31 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. I rimborsi previsti per le aziende dell’autotrasporto per i lunghi tempi di attesa di carico e scarico merci dovranno essere ridistribuiti anche tra gli autisti dipendenti. È ciò che chiedono a gran voce le segreterie regionali Liguri di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti alle imprese e alle associazioni di categoria dopo le novità introdotte dalla legge.
I sindacati “accolgono positivamente” l’abbassamento della franchigia per poter effettuare le operazioni di carico e scarico. Con le novità si passa da 120 a 90 minuti. L’attesa comprende anche i periodi dovuti all’inattività del committente/caricatore/destinatario della merce, e l’inserimento di un indennizzo di 100 euro per ogni ora di ritardo. Questo importo deve essere corrisposto da committente e caricatore all’azienda di trasporto. L’importo di 100 euro è dovuto anche nel caso in cui vengano superati i tempi di esecuzione materiale delle operazioni di carico e scarico indicati nel contratto di trasporto.
“Considerando i risvolti positivi in termini economici per le aziende di autotrasporto, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono che parte dei ristori vengano ridistribuite agli autisti dipendenti coinvolti. In questo modo verranno eliminati di fatto anche i tempi di attesa gratis per i lavoratori che, ogni giorno, con impegno, pazienza e disagio permettono la circolazione delle merci”
“Ricordiamo che quello dell’autotrasporto è un settore che, ancora oggi, non riconosce e non soddisfa gli addetti in tema di retribuzione, parte previdenziale e dignità della mansione di autista – spiegano Marco Gallo e Leonardo Cafuoti della Filt Cgil, Mirko Filippi e Francesco Buttiglieri della Fit Cisl e Giovanni Ciaccio e Simone Angius della Uiltrasporti – Auspichiamo l’accoglimento della nostra richiesta da parte delle associazioni di categoria proprio in sede di rinnovo degli accordi di forfettizzazione sugli straordinari e sulle trasferte”.
“Azione necessaria anche per rendere maggiormente attrattiva una professione importante che, purtroppo, offre pochi benefici rispetto all’impegno richiesto”, chiudono i sindacalisti.