Autostop in Italia: è legale? Regole e divieti

L’autostop è una delle forme più antiche e spontanee di mobilità condivisa. Prima delle piattaforme digitali, delle app di carpooling e dei viaggi low cost, migliaia di viaggiatori affidavano il proprio spostamento al gesto del pollice alzato. Ma quanto è legale oggi chiedere un passaggio in Italia? E soprattutto, dove si può fare autostop senza rischiare multe o pericoli? La risposta è più articolata di quanto si creda, perché nel nostro ordinamento non esiste una norma che lo vieti in assoluto, ma ne esistono diverse che lo limitano in base al tipo di strada e alle condizioni in cui viene praticato.

L’autostop e il Codice della Strada

Non esiste un articolo che disciplini la pratica dell’autostop come istituto o come diritto di mobilità. Il Codice della Strada regola il comportamento di pedoni e conducenti in modo da bilanciare libertà di movimento e sicurezza. La norma di riferimento è l’articolo 175, che si occupa di autostrade e strade extraurbane principali. Qui si legge che su queste infrastrutture è vietato chiedere o concedere passaggi. Il legislatore non ha inteso criminalizzare il gesto dell’autostop in sé, ma lo ha reso incompatibile con gli ambienti dove la velocità e la tipologia del traffico rendono la presenza di pedoni un fattore di rischio oggettivo.

Il divieto si applica a tutto il sistema autostradale: non solo alle carreggiate e agli svincoli, ma anche alle rampe di ingresso e uscita, alle aree di servizio, alle piazzole di emergenza e persino ai parcheggi interni alle aree di sosta. In altre parole, chi tenta di fermare un’auto lungo questi tratti commette un’infrazione amministrativa, punibile con una sanzione pecuniaria mentre il conducente che si ferma rischia una multa per fermata vietata o comportamento pericoloso.

Dove l’autostop è consentito

Fuori dalle autostrade e dalle extraurbane principali, l’autostop torna a essere una pratica tollerata e in linea di principio legale, ma non priva di regole. Nelle strade urbane, provinciali e statali a scorrimento ordinario, il viaggiatore può chiedere un passaggio, purché lo faccia senza intralciare il traffico, senza stazionare in carreggiata e senza esporre sé stesso o gli altri a rischi. Qui entra in gioco l’articolo 190 del Codice della Strada, che stabilisce le norme di comportamento dei pedoni: è vietato fermarsi o sostare in punti che riducano la visibilità, come curve, incroci, gallerie o attraversamenti. Di conseguenza, un autostoppista che si posizioni ai margini della strada, in un punto rettilineo e ben illuminato, non commette alcuna violazione.

La differenza tra liceità e illegalità non è tanto nella richiesta del passaggio, quanto nel luogo e nel modo in cui essa viene esercitata. Chi si ferma su un tratto sicuro, dotato di banchina o spazio di accosto, rispetta la legge. Chi invece sosta sulla carreggiata o costringe i veicoli a frenate improvvise incorre in sanzioni o viene ritenuto responsabile di condotte pericolose in caso di incidente.

Perché autostrade e tangenziali fanno eccezione

Molti automobilisti pensano che le tangenziali siano automaticamente equiparate alle autostrade, ma il quadro è più complesso. Alcune tangenziali, come quella di Milano o di Bologna, sono classificate a tutti gli effetti come extraurbane principali e quindi soggette al divieto dell’articolo 175. Altre invece rientrano tra le strade ordinarie, dove l’autostop è ammesso se non esistono segnali di divieto o normative locali più restrittive. Da qui l’indispensabilità di verificare la classificazione del tratto stradale, perché le multe variano a seconda della tipologia. In autostrada il divieto è assoluto e la presenza di un pedone può portare alla revoca temporanea della patente per chi si ferma, mentre su strade ordinarie il comportamento viene valutato caso per caso.

Autostop e aree di servizio, il grande equivoco

Uno degli errori più comuni è ritenere che nelle aree di servizio autostradali l’autostop sia consentito. Il Codice della Strada lo vieta invece espressamente. Le aree di servizio sono considerate pertinenze dell’autostrada e quindi rientrano nel perimetro del divieto assoluto di richiesta o concessione di passaggi. In pratica non si può chiedere un passaggio nemmeno nei parcheggi interni o presso le pompe di carburante perché ogni partenza da quelle aree comporta l’immissione immediata in carreggiata. È una norma spesso ignorata ma che viene applicata soprattutto nei periodi di traffico intenso o nei pressi delle grandi città.

Le sanzioni e i casi in cui scattano

Le sanzioni per l’autostop non nascono dal gesto in sé ma dal contesto in cui viene compiuto. Chi viene sorpreso a chiedere un passaggio in autostrada o in una extraurbana principale è punito con una multa, mentre chi si ferma per offrire il passaggio rischia una sanzione analoga per fermata vietata. Se la condotta causa un incidente o intralcia il traffico può configurarsi una violazione dell’articolo 141 sul comportamento di guida o addirittura un concorso di colpa in caso di sinistro. Le autorità stradali possono applicare misure accessorie come la rimozione coatta del pedone dalla sede stradale o la segnalazione per comportamento pericoloso.

Anche dove è lecito fare autostop, la sicurezza personale rimane il primo criterio da seguire. La posizione dell’autostoppista dovrebbe garantire visibilità reciproca con i conducenti e offrire al veicolo lo spazio necessario per accostare senza ostruire il traffico.

Le responsabilità del conducente che si ferma

Chi decide di offrire un passaggio a un autostoppista deve ricordare che, anche dove l’autostop è legittimo, valgono comunque le regole di sicurezza e prudenza. Fermarsi in un punto senza visibilità, o in prossimità di curve o intersezioni, può configurare un comportamento imprudente. Se il pedone si trova in una posizione vietata, anche il conducente può essere considerato corresponsabile di eventuali violazioni. In autostrada, come già ricordato, la sanzione è inevitabile: il solo arresto del veicolo per caricare o scaricare passeggeri è vietato in modo assoluto e comporta conseguenze più gravi in caso di incidente o controllo della polizia stradale.

Oltre agli aspetti normativi, resta la questione della sicurezza personale. Accettare o offrire un passaggio a sconosciuti è un gesto che comporta una quota inevitabile di rischio, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di incontri del tutto innocui. Il consiglio delle forze dell’ordine è di non viaggiare da soli, di segnalare a un conoscente il punto di partenza e la targa del veicolo e di usare la massima prudenza soprattutto di notte. Allo stesso modo, chi offre un passaggio è chiamato a valutare il contesto e la propria sicurezza. L’autostop rimane una forma di viaggio basata sulla fiducia reciproca, ma la prudenza non è mai troppa.

Autore
Virgilio.it

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