Autonomia, il governo ci riprova: ok alla nuova delega sui Lep. Mattarella: “Stato e Regioni collaborino lealmente”
- Postato il 19 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Sì all’autonomia, ma solo nel quadro della “leale collaborazione” tra Stato e Regioni. Nel suo discorso di apertura al Festival delle Regioni a Venezia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fissa i confini dell’autonomia differenziata, proprio nel giorno in cui il governo approva il disegno di legge con la nuova delega per la determinazione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale. Un passaggio necessario per rimettere in campo la riforma, dopo che la Corte costituzionale, nella sua sentenza di novembre, ha bocciato la formulazione originaria contenuta nel ddl del ministro leghista Roberto Calderoli.
Il principio autonomista, ricorda il capo dello Stato a Venezia, è “presente sin dall’origine” tra quelli “fondamentali nella nostra Carta costituzionale” e “ha avuto più ampia attuazione” con la riforma del Titolo quinto del 2001, che ha incrementato “in misura rilevante le competenze legislative delle Regioni”. Tuttavia, sottolinea, “la gestione delle molteplici forme di intreccio nel riparto delle competenze – in particolare tra le Regioni e lo Stato – riveste un’importanza fondamentale per il buon esercizio dei rispettivi compiti nell’interesse dei cittadini. La Corte costituzionale, al fine di orientare tali rapporti, ha da tempo enunciato il principio della leale collaborazione: affinché l’ordinamento della Repubblica funzioni, è indispensabile che Regioni e Stato collaborino proficuamente nel rispetto dei limiti delle proprie competenze stabilite dalla Costituzione o dalla legge”.
Mattarella insiste in particolare sul tema della sanità (video): “Senza la pratica della leale collaborazione”, avverte, “diviene impossibile tutelare interessi fondamentali della collettività. Basti pensare alla materia sanitaria e a come, particolarmente in quest’ambito, il concorso di Stato e Regioni nel perseguire i medesimi obiettivi risulti essenziale, perché l’esercizio delle rispettive competenze ha un solo fine, doverosamente comune: il diritto alla salute dei cittadini. Una strategia unitaria e la collaborazione tra istituzioni”, sottolinea il capo dello Stato, “sono necessarie per superare intollerabili divari tra i diversi sistemi sanitari regionali e garantire una copertura universale e un accesso uniforme alle prestazioni sull’intero territorio della nostra Repubblica, obiettivi irrinunciabili di un Servizio sanitario nazionale”.
Appena poche ore dopo, nel pomeriggio di lunedì, il Consiglio dei ministri ha completato un passaggio chiave per rimettere in campo la riforma autonomista voluta dalla Lega: l’approvazione di una nuova delega sui Lep. Svuotando il ddl Calderoli, infatti, la Consulta aveva sottolineato come i criteri forniti all’esecutivo per determinare i livelli standard delle prestazioni fossero del tutto generici e inidonei, “con la conseguenza che la decisione sostanziale” sarebbe stata “rimessa nelle mani del governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento”. La Corte, quindi, ordinava di predisporre una nuova delega “nel rispetto dei principi costituzionali, quali richiamati dalla presente sentenza”.
Il testo varato dal Cdm, composto di 33 articoli, è basato in buona parte sul rapporto finale del Comitato Lep presieduto dal giurista Sabino Cassese, che ha continuato a operare come nulla fosse (al netto di varie dimissioni di componenti) anche dopo che la sua impostazione era stata bocciata dai giudici costituzionali. Dalle “materie Lep” sparisce proprio la sanità, mentre restano tutte le altre: lavoro, istruzione, ricerca, alimentazione, sport, governo del territorio, porti e aeroporti civili, reti di trasporto e navigazione, comunicazione, energia, cultura e ambiente. Una volta che il ddl sarà stato approvato dal Parlamento, il governo avrà nove mesi per stabilire i livelli essenziali tramite “uno o più decreti legislativi”.
“La completa determinazione dei Lep nelle prestazioni concernenti diritti civili e sociali introdurrà una garanzia per tutti i cittadini di vedersi garantire prestazioni in ambiti molto importanti, senza distinzione tra aree del Paese”, festeggia Calderoli. “È un ulteriore passo in avanti del percorso di autonomia previsto nel programma di governo, che può e deve proseguire coerentemente. Il mio impegno in questo senso certamente non mancherà”, promette. Polemiche dalle opposizioni, con il Pd in prima linea: “Ancora una volta, la destra tenta di riproporre una legge ingiusta e sbagliata, che aumenta i divari senza prevedere alcun meccanismo di perequazione”, attacca il deputato Marco Sarracino, responsabile Coesione territoriale della segreteria di Elly Schlein. Per il capogruppo dem in Commissione Bilancio, Ubaldo Pagano, “il governo dimostra di non avere compreso nulla della sentenza della Consulta: come se nulla fosse accaduto, oggi il Cdm approva una delega sostanzialmente in bianco per determinare i Livelli essenziali delle prestazioni in un’infinità di materie, chiedendo a se stesso di disciplinare la qualsiasi estromettendo il Parlamento”.
L'articolo Autonomia, il governo ci riprova: ok alla nuova delega sui Lep. Mattarella: “Stato e Regioni collaborino lealmente” proviene da Il Fatto Quotidiano.