Automotive, crollo delle produzioni in Basilicata

  • Postato il 11 giugno 2025
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Automotive, crollo delle produzioni in Basilicata

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Presentato il Report sull’economia regionale della Banca d’Italia: -63,5% rispetto al 2023; per il settore automotive crollo delle produzioni in Basilicata. Difficoltà rilevate anche nel settore estrattivo


Crollo verticale della produzione di auto in Basilicata che nel 2024 ha toccato il -63,5 per cento rispetto al 2023. La notizia emerge dalle pagine del Report della Banca d’Italia sull’economia della Basilicata, che lo scorso anno si è ridotta dello 0,2 per cento a fronte di un lieve incremento in Italia e nel Mezzogiorno. «Il calo dei livelli produttivi – scrive poi Banca d’Italia – si è esteso anche al primo trimestre di quest’anno (-64,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

La contrazione nel settore dell’automotive – con particolare riguardo allo stabilimento Stellantis di Melfi – ha quindi generato un effetto a catena sulle esportazioni della regione, che infatti nel 2024 hanno subito una contrazione del 42,4 per cento, oltre a quello delle vendite interne ed estere. Si è passati dagli oltre 300mila veicoli prodotti nel 2018 ai poco più di 50 mila del 2024: stessa tendenza hanno seguito anche le vendite che nell’anno passato che si aggirano intorno alle 40 mila auto vendute. Il direttore generale della filiale potentina della Banca d’Italia, Gennaro Sansone, ha definito nel suo complesso «stagnante» l’economia lucana.

La dinamica regionale dell’export è attribuibile «in gran parte alle vendite di mezzi di trasporto», che rappresentano una quota rilevante del totale e che «sono state condizionate dalle criticità del distretto dell’auto di Melfi». Al netto delle vendite di queste merci, l’andamento dell’export è risultato comunque negativo, anche se in misura molto più contenuta (-3,9 per cento).
Oltre all’export di auto, è diminuito quello di prodotti farmaceutici, di mobili e di macchinari. «Un contributo positivo all’andamento regionale – scrive Banca d’Italia – è giunto invece dai prodotti alimentari e principalmente prodotti da forno, oltre che dalle materie plastiche».

Le vendite verso i paesi dell’UE, che rappresentano circa i due terzi del totale, «hanno continuato a ridursi (-29,9 per cento): si è contratto in particolare l’export verso i principali partner europei (Francia, Germania e Spagna), mentre è tornato a crescere quello verso gli altri paesi dell’Unione».
Le esportazioni verso i paesi al di fuori dell’UE, che nel 2023 erano aumentate, si sono contratte «marcatamente» (-57,7 per cento), per effetto «soprattutto dell’andamento negativo delle vendite di autoveicoli nel Regno Unito e negli Stati Uniti».

Secondo il Rapporto la riduzione della produzione ha determinato «conseguenze occupazionali rilevanti nello stabilimento», affrontate anche attraverso «incentivi all’uscita su base volontaria». I nuovi modelli di autoveicoli a motorizzazione elettrica o ibrida, caratterizzati da un posizionamento di mercato di fascia più alta, «potrebbero permettere nel medio termine un recupero, ancorché parziale, dei livelli produttivi, nonostante le forti pressioni competitive e l’incertezza derivante dall’evoluzione normativa sulla transizione ambientale».

«Dopo la lieve crescita dell’anno precedente, nel 2024 l’economia lucana ha ristagnato, risentendo in particolare della debolezza dell’attività nell’industria», si legge nelle pagine del rapporto. «Secondo le stime dell’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER, ndr) sviluppato dalla Banca d’Italia, l’attività economica si è ridotta dello 0,2 per cento a prezzi costanti, a fronte dell’incremento contenuto registrato nel Mezzogiorno e in Italia (rispettivamente 0,9 e 0,7 per cento); l’indebolimento è ascrivibile specialmente alla contrazione osservata nella seconda parte dell’anno».

Luci ed ombre anche per quanto riguarda il settore estrattivo, dove è aumentata la produzione di petrolio del 5 per cento ma si è ridotta quella di gas naturale del 5,5 per cento; «nel complesso il valore della produzione è risultato in leggera flessione, soprattutto per effetto del calo delle quotazioni del gas». Frenata anche nelle costruzioni, dove l’attività ha rallentato significativamente nel 2024: «vi ha inciso l’andamento del comparto residenziale, sul quale ha pesato soprattutto il minor ricorso agli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico; le opere pubbliche continuano a beneficiare del progredire della spesa per gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L’attività del terziario è cresciuta in misura contenuta, sostenuta dal lieve aumento della domanda turistica».

Per quanto riguarda l’agricoltura, nel 2024 l’andamento del settore in Basilicata secondo Banca d’Italia è stato nel complesso sfavorevole. La regione ha affrontato, come del resto una parte consistente del Mezzogiorno, «un forte calo delle precipitazioni, che ha inciso sulla dinamica settoriale, oltre che sull’approvvigionamento idrico a uso civile di alcuni comuni. La siccità si è intensificata dall’inverno del 2023, determinando una forte riduzione dei livelli di disponibilità idrica negli invasi regionali, che già era gradualmente diminuita negli anni precedenti». Gli effetti della carenza di precipitazioni sono stati particolarmente intensi in alcuni comuni del materano,dove, secondo le stime dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA), nel 2024 «si sono registrati cali della produzione superiori anche al 70 per cento rispetto alle annate ordinarie».

L’analisi della Banca d’Italia segnala poi il fatto che nel 2024 l’occupazione lucana ha decelerato: «il rallentamento ha riguardato le principali forme contrattuali di lavoro dipendente ed è stato particolarmente intenso nell’industria in senso stretto, che ha risentito in misura maggiore del peggioramento del quadro congiunturale. Nonostante il calo della popolazione in età attiva, l’offerta di lavoro ha continuato ad aumentare, seppur in misura modesta. La partecipazione si è confermata più contenuta per le donne e per i giovani, e più alta per i laureati; questi ultimi sarebbero più esposti ai rischi e alle opportunità derivanti dalla diffusione dell’intelligenza artificiale, specialmente in alcuni comparti dei servizi».

Banca d’Italia cita poi i dati della “Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat nel 2024 per spiegare il rallentamento dell’occupazione lucana: il numero di occupati è cresciuto dell’1,3 per cento (2,2 nel Mezzogiorno e 1,5 in Italia), un dato tuttavia «inferiore rispetto all’anno precedente». Negli anni successivi alla pandemia «l’espansione dell’occupazione è stata più intensa in Basilicata rispetto alla media nazionale – si legge nel rapporto – tra il 2019 e il 2024 gli occupati regionali sono cresciuti complessivamente del 4,9 per cento, a fronte di un aumento del 3,6 in Italia e del 5,8 nel Mezzogiorno. Infine il calo demografico.

Nel 2024 è proseguito il calo della popolazione lucana (-0,7 per cento rispetto all’anno precedente a flessione di quella in età lavorativa è stata più intensa (-1,2 per cento; -0,2 nella media nazionale). Nell’ultimo ventennio la riduzione complessiva della popolazione è stata invece del 10,5 per cento: circa 62.300 persone in meno.

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