Auto Classica dell’Anno, la vincitrice è Alfa Romeo Giulia TZ
- Postato il 18 novembre 2024
- Auto
- Di Virgilio.it
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L’Alfa Romeo Giulia TZ, un’autovettura sportiva che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’automobilismo, è stata recentemente insignita del titolo di Auto Classica dell’Anno, il più importante tra quelli previsti dall’evento Best in Classic 2024 organizzato dalla rivista “Ruoteclassiche”. La proclamazione è avvenuta durante una serata di gala nell’ambito dI Milano AutoClassica e organizzata con il supporto di ACI Storico nel centro congressi Stella Polare di Fiera Milano. Progettata da menti brillanti come Giuseppe Busso e Carlo Chiti, con il design inconfondibile di Ercole Spada per Zagato, la Giulia TZ incarna l’essenza della passione italiana per le auto da corsa, coniugando stile, prestazioni e innovazione.
Genesi di un mito
La storia della Giulia TZ inizia nel 1959, in un periodo di grandi cambiamenti per l’Alfa Romeo. Mentre le ultime Giulietta stavano per lasciare il passo alla nuova Giulia, un gruppo di ingegneri visionari, guidati da Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso, iniziò a concepire un’auto da corsa destinata a rivoluzionare il mondo delle competizioni. L’obiettivo era creare una vettura leggera, agile e potente, in grado di competere ai massimi livelli.
Il cuore pulsante della Giulia TZ era un motore 1.6 a quattro cilindri, derivato dalla Giulia di serie, ma sapientemente elaborato per sprigionare una potenza di 112 cavalli a 6.500 giri. Questo propulsore, montato anteriormente in posizione longitudinale, garantiva alla vettura una spinta vigorosa e un sound inconfondibile. La trazione posteriore, elemento distintivo delle Alfa Romeo sportive, contribuiva a esaltare il piacere di guida e la reattività della vettura.
La leggerezza come arma vincente
Per ottenere prestazioni eccezionali, i progettisti si concentrarono sulla riduzione del peso. La Giulia TZ era dotata di un telaio a traliccio tubolare in acciaio al nichel-cromo, una soluzione all’avanguardia per l’epoca, che garantiva un’elevata rigidità torsionale a fronte di un peso estremamente contenuto: solo 62 kg. Questa struttura leggera e resistente, combinata con sospensioni a ruote indipendenti progettate ad hoc, conferiva alla vettura un’agilità e una maneggevolezza straordinarie.
Zagato mette la firma sulla sportiva Alfa Romeo
Per vestire la meccanica raffinata della Giulia TZ, l’Alfa Romeo si affidò alla maestria di Zagato, carrozzeria milanese rinomata per la sua capacità di creare vetture eleganti e aerodinamiche. La Giulia TZ ereditò dalla Giulietta SZ la caratteristica coda tronca, una soluzione stilistica e funzionale che riduceva la resistenza aerodinamica, migliorando la velocità massima e la stabilità alle alte velocità.
La carrozzeria della Giulia TZ, realizzata in alluminio per contenere ulteriormente il peso, era caratterizzata da linee sinuose e da un frontale aggressivo, studiato per ottimizzare il flusso dell’aria. I gruppi ottici squadrati e carenati, i vetri laterali e il lunotto in plexiglas, contribuivano a creare un’estetica sportiva e funzionale, che esprimeva la vocazione agonistica della vettura.
La nascita di una leggenda
La Giulia TZ debuttò al Salone di Torino del 1962 con il nome di GTZ, suscitando grande interesse tra gli appassionati e la stampa specializzata. Inizialmente prevista in due versioni, una 1.3 e una 1.6, l’Alfa Romeo decise di concentrarsi sulla produzione della sola versione 1.6, destinata all’omologazione nella categoria Gran Turismo. La vettura definitiva, ribattezzata Giulia TZ, acronimo di “Tubolare Zagato”, era pronta a scrivere il suo nome negli annali dell’automobilismo sportivo.
La produzione della Giulia TZ fu un esempio di sinergia tra diverse realtà d’eccellenza. L’Alfa Romeo si occupò della produzione degli organi meccanici, la società aeronautica Ambrosini realizzò il telaio, mentre Zagato si dedicò alla carrozzeria e agli interni. L’assemblaggio finale e la messa a punto della vettura furono affidati all’Autodelta, reparto corse dell’Alfa Romeo guidato da Carlo Chiti, che grazie alla sua esperienza e competenza trasformò la Giulia TZ in una macchina da corsa vincente.
Dalle piste alle strade
La Giulia TZ, pur essendo nata come auto da pista, si adattò con successo anche alle gare su strada. I suoi pneumatici stretti, montati su cerchi in lega Campagnolo da 15 pollici, le consentivano di affrontare con agilità i percorsi misti, mentre la sua leggerezza e maneggevolezza la rendevano un’avversaria temibile per le vetture più potenti.
Dopo aver superato alcune difficoltà iniziali legate alla messa a punto delle sospensioni posteriori, la Giulia TZ iniziò a mietere successi in pista, conquistando la Coppa Fisa a Monza nel 1963 e ottenendo vittorie di classe a Sebring, alla Targa Florio, al Nürburgring, a Le Mans e al Tour de France nel 1964. Questi trionfi, ottenuti contro avversari agguerriti, consacrarono la Giulia TZ come una delle auto da corsa più competitive e ammirate dell’epoca.