“Attrezzatevi per poter curare fino a 250 soldati feriti al giorno”: la circolare del ministero francese mobilita gli ospedali per il rischio guerra
- Postato il 2 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Gli ospedali civili francesi devono essere pronti ad accogliere un afflusso importante di soldati feriti. Lo spiega chiaramente una circolare del ministero della Salute che di fatto mobilita le strutture sanitarie per un’eventuale prossima guerra. Possibile conflitto che, a giudicare dalla scadenza della disposizione ministeriale, potrebbe essere dietro l’angolo. La procedura, infatti, deve essere completata velocemente: entro marzo 2026.
La circolare del ministero della Salute francese avverte le agenzie regionali della sanità sul territorio di preparare, in collaborazione con il ministero della Difesa, l’installazione di strutture che permettano agli ospedali civili di accogliere un eventuale afflusso importante di militari feriti in Europa. Della circolare ha dato notizia il settimanale Le Canard Enchainé, che ne ha preso visione. Si tratterebbe di centri di smistamento di feriti a livello regionale, pronti a ricevere soldati di ritorno dal fronte, orientandoli verso gli ospedali civili più adatti e più vicini, ma anche di rimpatriarli verso il loro paese di origine una volta ristabiliti.
Agendo in coordinamento con la Nato e l’Unione europea, la Francia si dovrà preparare ad affrontare il ricovero, a livello nazionale, “di 100 pazienti al giorno per 60 giorni consecutivi”, con “picchi di attività che possono raggiungere 250 pazienti al giorno per tre giorni consecutivi”, si legge nella circolare. La ministra della Salute, Catherine Vautrin, ha detto che l’iniziativa fa parte della necessità di anticipare la preparazione di “stock strategici, come per le epidemie”. “Ricordatevi – ha detto la Vautrin a radio Rmc – per il Covid non c’erano parole abbastanza dure per criticare l’impreparazione del paese. È del tutto normale che il paese anticipi le crisi. Fa parte della responsabilità delle amministrazioni centrali”.
“Sono lavori che portiamo avanti da uno o due anni”, spiega Catherine Bertrand, presidente della Società francese di medicina delle catastrofi, interpellata da Le Figaro. “Non c’è nulla di eccezionale. Anticipiamo scenari che potrebbero coglierci di sorpresa se non li affrontassimo in anticipo, compresa la possibilità di un conflitto, non necessariamente con la Francia direttamente attaccata, ma che potrebbe comunque ripercuotersi su di noi, nel senso che dovremmo accogliere dei feriti, nostri o di Paesi alleati”. In concreto, gli ospedali civili sarebbero chiamati ad aiutare il Servizio sanitario delle forze armate prendendosi cura di eventuali feriti di guerra, solitamente trattati negli ospedali militari, che in questo caso sarebbero sopraffatti dal loro numero.
Ma non è la prima mossa compiuta in tal senso dal governo francese. È dello scorso marzo la notizia della preparazione, da parte dell’esecutivo, di un manuale sulle pratiche da adottare in caso di “crisi maggiori” che potrebbero interessare il Paese. Tra le circostanze descritte nel manuale di sopravvivenza: catastrofi climatiche, incidenti industriali, epidemie, fughe radioattive, attacchi cyber e anche un conflitto armato.
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