Attori e maestranze sul red carpet contro i 'tagli' al Fondo per l'audiovisivo
- Postato il 24 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Agi.it
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Attori e maestranze sul red carpet contro i 'tagli' al Fondo per l'audiovisivo
AGI - In tanti gli attori e gli addetti ai lavori del mondo del cinema e dello spettacolo hanno sfilato sul tappeto rosso della Festa del cinema per manifestare contro i tagli previsti in finanziaria che colpirà il settore dell'audiovisivo. In prima fila, tra gli altri, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Riccardo Rossi e Fabrizio Gifuni (con la kefiah per ricordare anche il genocidio in Palestina).
L'occasione è stata la seconda edizione del premio Unita il riconoscimento istituito dall'associazione Unita - Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, che nasce con l'obiettivo di valorizzare e mettere al centro il lavoro degli interpreti italiani, confermando l'impegno dell'associazione nella promozione della dignità professionale dell'attore e nella tutela dei suoi diritti, secondo il principio fondante 'diverse interpretazioni, uguali diritti'. '
Gli attori più noti erano accompagnati da un lavoratore dello spettacolo e tutti hanno chiesto al Governo di essere ascoltati. Con Paola Cortellesi ha sfilato il regista Lorenzo d'Amico de Carvalho dell'Associazione 100autori, che rappresenta registi e sceneggiatori cinematografici e televisivi, autori di documentario, film d'animazione e autori legati al mondo dei new media. '''Noi non siamo il problema - ha detto - vogliamo essere parte della soluzione. Chiediamo di poter lavorare insieme per costruire riforme giuste perché quelle lanciate finora si sono rivelate poco efficaci". Presente anche una rappresentanza della Writers Guild Italia che rappresenta 450 autori di cinema e tv.
Uno striscione con la scritta "Ci avete tagliato fuori" non è stato fatto entrare sul red carpet.
Una giovane attrice ha letto un comunicato a nome di tutto il comparto per dire no ai tagli al Fondo Cinema e Audiovisivo e chiedere al governo un confronto reale e permanente sulla ridefinizione della legge di sistema.
“Ci hanno chiamato privilegiati, ladri, parassiti, e invece siamo solo lavoratori. Il Cinema è un mestiere, svolto da professionisti che del loro lavoro vivono, che con il loro lavoro mantengono le famiglie”, recita il comunicato “Siamo una comunità di circa 124.000 persone, dagli autori alle maestranze, dai produttori ai tecnici, che rappresentano la base del gigantesco iceberg che tiene a galla tutto il comparto. Da fuori si vedono solo i nomi celebri, che quando si fanno portavoce dei lavoratori meno visibili vengono denigrati per silenziare la realtà del settore”.
Il testo prosegue sottolineando che i fondi destinati al cinema non sono un privilegio, ma un investimento necessario per la vita culturale e democratica del Paese: “Come tanti altri lavoratori viviamo nella precarietà e costruiamo giorno per giorno il nostro salario. Non siamo privilegiati. Siamo i lavoratori del Cinema, un comparto vitale per il tessuto democratico, culturale ma anche economico dell’Italia”.
Gli operatori del settore chiedono da due anni di essere riconosciuti come interlocutori stabili dal ministero della Cultura, in un tavolo di lavoro permanente per definire regole più chiare e una distribuzione equa dei fondi. Finora, dicono, l’unica risposta è stata una previsione di tagli ingenti e privi di una visione di sistema.
“I soldi si possono usare meglio? Certo, e chiediamo verifiche approfondite – si legge ancora nel comunicato – Ma quei fondi sono una necessità, non un regalo, e provengono in buona parte dalle imposte delle stesse aziende del settore. Servono a nutrire la vita culturale del Paese e a garantire la pluralità del cinema italiano, che oggi è vivo, libero, esportato nel mondo”.
Poi, sul red carpet, un applauso. Prima timido, poi sempre più forte, condiviso da artisti, tecnici e pubblico. Nessun gesto o protesta, solo un applauso corale, che ha unito chi il cinema lo fa e chi lo ama. Un momento di comunione concluso da un messaggio chiaro e definitivo: “Da oggi smettiamo di chiedere. A partire da adesso, noi questo confronto lo pretendiamo”.
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