Atterrato all’aerobase di Ghedi l’aereo americano che può trasportare le bombe atomiche
- Postato il 5 novembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Tornano a concentrarsi le attenzioni sull’aerobase di Ghedi, a circa 25 chilometri da Brescia, già considerata un obiettivo sensibile nei mesi scorsi dopo l’attacco americano all’Iran. In quel contesto le autorità nazionali avevano deciso di blindare diverse basi militari dove operano circa 12mila militari statunitensi.
Pur non essendo formalmente una base Nato, Ghedi è da tempo al centro di sospetti e rapporti che la collegano al deposito di armi strategiche: secondo alcuni documenti americani circolati negli anni, nella base sarebbero custodite approssimativamente venti bombe atomiche statunitensi, ciascuna con potenza stimata tra i cinquanta e i cento chilotoni, sotto controllo italiano in adesione al “Nato Nuclear Sharing”. Questo elemento rende la struttura un obiettivo potenzialmente sensibile in caso di escalation internazionale.
Forze e mezzi presenti
A Ghedi ha sede anche il Sesto Stormo, reparto di interdizione con il compito di intercettare e neutralizzare eventuali caccia bombardieri ostili in territorio nazionale. Il reparto opera con i caccia multiruolo “Tornado”, velivoli da anni impiegati in compiti di difesa aerea e attacco. La combinazione tra la presenza di unità operative difensive e le voci sul possibile stoccaggio di ordigni strategici contribuisce ad alimentare preoccupazioni sia tra i residenti sia a livelli istituzionali, soprattutto quando la situazione geopolitica si fa tesa.
L’atterraggio del Globemaster III e le tracce del volo
Ieri pomeriggio diversi cittadini di Ghedi hanno segnalato l’atterraggio del gigantesco cargo americano C-17 Globemaster III, noto per essere l’unico velivolo certificato per il trasporto delle bombe atomiche B61/12. Flightradar ha registrato l’arrivo alle 15.48 del 4 novembre: il velivolo aveva decollato il 2 novembre da Tacoma, negli Stati Uniti, fatto scalo a Ramstein e quindi a Uden, in Olanda, prima della destinazione finale a Ghedi.
Rapporti di organizzazioni come Greenpeace hanno enfatizzato i rischi potenziali legati a ordigni B61/12, stimando scenari di danno estremamente gravi in caso di detonazione. Tra segreti, sospetti e verifiche ufficiali mancanti, la presenza del C-17 ha riacceso il dibattito sulla gestione e sulla sicurezza dell’aerobase, sollevando interrogativi sul livello di trasparenza e sulle misure di tutela per la popolazione circostante.
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