“Attenzione, ‘scrollare’ i social fa venire emicranie debilitanti e mal di testa dolorosi”: l’allarme dei ricercatori
- Postato il 20 febbraio 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un nuovo studio ha scoperto che fare scrolling troppo a lungo con lo smartphone potrebbe aumentare il rischio di emicranie debilitanti. I ricercatori del Taiyuan Central Hospital in Cina hanno scoperto che scorrere a lungo il pollice dal basso verso l’alto sullo schermo dei dispositivi touchscreen per recuperare le nuove notizie che appaiono in bacheca o nelle stories, o dall’alto verso il basso per aggiornare le pagine e visionare i feed e le notifiche, è una delle principali abitudini associate a un rischio maggiore di soffrire di dolorosi mal di testa. Si tratta dello studio più recente ad aver collegato l’uso del cellulare all’emicrania. L’uso eccessivo dei cellulari è stato associato anche a una scarsa qualità del sonno e a sonnolenza diurna nei soggetti affetti da questa patologia.
Fastidio per luci e rumori
“L’emicrania è una forma di cefalea primaria che colpisce fino al 15% della popolazione mondiale – spiega al FattoQuotidiano.it la dottoressa Marina Romozzi, Neurologa del Centro Cefalee del Policlinico Gemelli di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma – e si manifesta con attacchi ricorrenti di mal di testa debilitanti spesso accompagnati da sintomi come nausea, vomito, fotofobia – fastidio per le luci – e fonofobia, ossia il provare fastidio per i rumori, che possono compromettere in modo significativo la qualità della vita delle persone che ne soffrono. I dati preliminari che emergono da questo studio cinese aggiungono un tassello importante al quadro complessivo delle conoscenze che abbiamo sull’impatto che l’uso prolungato del telefonino può avere sulla cefalea”.
Quello che oggi sappiamo
Finora che cosa sappiamo sulla relazione tra mal di testa e uso del cellulare?
“Alcuni studi hanno cercato di caratterizzare il tipo di cefalea associato all’uso prolungato dello smartphone evidenziando alcuni sintomi come un dolore di lieve intensità che si localizza al lato dell’utilizzo del dispositivo e che viene percepito come una sensazione di pressione o bruciore. È stato anche ipotizzato che le onde a bassa frequenza del telefonino possano provocare cefalea, anche se questo deve essere ancora confermato. Ma possono subentrare anche altri fattori, come il cambiamento di temperatura nella zona di contatto con lo smartphone, la postura del collo durante il suo utilizzo e che può anche scatenare un’altra forma di cefalea primaria molto frequente, quella di tipo tensivo. Occorre però considerare un altro aspetto, il possibile impatto che ha l’utilizzo prolungato del telefonino in chi già soffre di emicrania, una forma di cefalea primaria molto disabilitante”.
Più analgesici
Che cosa succede a queste persone?
“Alcune ricerche hanno dimostrato che l’uso dello smartphone aumenta la durata e la frequenza degli attacchi emicranici e, probabilmente, questi pazienti hanno bisogno anche di un maggior numero di farmaci analgesici che risultano meno efficaci nel trattamento degli attacchi rispetto a pazienti che fanno un uso più moderato del cellulare. Questo peggioramento potrebbe essere attribuito a diversi fattori. Per esempio, la luce blu dello schermo può accentuare la fotofobia che è tipica dell’emicrania e, allo stesso modo, i suoni delle notifiche e delle chiamate possono intensificare la fonofobia. Inoltre questi due fattori possono essere veri e propri detonatori per gli attacchi emicranici”.
Che succede se si utilizza prima di dormire
Quali effetti nell’uso prolungato del cellulare anche in tarda serata?
“L’uso eccessivo dello smartphone nelle ore serali è spesso associato a una scarsa qualità del sonno e a una maggiore sonnolenza diurna: entrambe condizioni che, non solo compromettono il benessere generale della persona, ma contribuiscono anche all’insorgenza di nuovi attacchi emicranici”.
Che consigli possiamo dare?
“Soprattutto nei pazienti che già soffrono di emicrania, è molto importante limitare il tempo trascorso al telefono, evitando l’utilizzo nelle ore serali. Un buon accorgimento può essere impostare lo schermo per ridurre l’emissione di luce blu. Tuttavia, anche se questi accorgimenti possono fare la differenza, sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio i meccanismi alla base di questa correlazione. Questo potrà aiutare a sviluppare strategie preventive più efficaci, soprattutto nei pazienti che già soffrono di forme di cefalea primaria”.
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