“Attenzione, il Papillomavirus non colpisce solo le donne ma anche gli uomini: l’80% delle persone sessualmente attive lo contrae almeno una volta nella vita”
- Postato il 16 maggio 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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È l’infezione più comune sessualmente trasmessa. Si stima infatti che circa l’80% delle persone sessualmente attive contragga l’HPV almeno una volta nella vita ed è responsabile del 5% di tutti i tumori nel mondo. Eppure, nonostante la sua diffusione, nei programmi di prevenzione e screening una fetta importante della popolazione viene esclusa, quella dei maschi.
Se consideriamo infatti i dati più recenti, probabilmente oltre l’80% delle donne e degli uomini sessualmente attivi contrarrà almeno un’infezione da HPV entro i 45 anni. Di fatto, per molti anni l’HPV è stato associato esclusivamente al cancro del collo dell’utero, una patologia prettamente femminile e la vaccinazione, al momento della sua introduzione in Italia tra il 2007 e il 2008, era offerta esclusivamente alle ragazze. Solo nel 2017 la campagna è stata estesa anche ai maschi a partire dagli 11 anni di età ed oggi, il vaccino viene raccomandato e offerto gratuitamente nei maschi adolescenti fino ai 18 anni di età (Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2023-2025).
Che cos’è l’Hpv- L’HPV (Papillomavirus umano) è un virus molto comune che si trasmette principalmente attraverso i rapporti sessuali. Esistono oltre 100 tipi diversi di HPV. Alcuni tipi non causano problemi o solo piccole verruche; altri tipi possono causare tumori, come quello al collo dell’utero, ano, pene, bocca e gola. Si considera che circa l’80% delle persone sessualmente attive lo prenda almeno una volta nella vita. Di solito non dà sintomi, quindi molte persone non sanno di averlo. Un pregiudizio ancora da completamente abbattere è che l’HPV sia un’infezione trasmessa per via sessuale che riguarda solo le donne. In realtà, gli uomini ne sono allo stesso modo coinvolti. “I dati in nostro possesso mostrano che le donne che hanno un’infezione cervicale da HPV ad alto rischio hanno dal 10 al 30% in più di possibilità di sviluppare anche un tumore anale e anche nella bocca – spiega al FattoQuotidiano.it il professor Salvatore Caruso, Presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica -. Noi siamo fermi ancora al discorso della prevenzione dei tumori del collo dell’utero, la cui causa fondamentalmente è data dall’HPV. Anche per quanto riguarda le vaccinazioni, per esempio, quando venne la brillante idea di vaccinare esclusivamente le ragazzine a partire dai 12anni o comunque prima della comparsa del menarca”.
Il virus non si trova solo nell’utero- In realtà, come ci spiega l’esperto, il virus può essere presente in altre sedi del nostro corpo, come nelle mucose della bocca, nell’ano o nel pene. “Perché deriva dalla pratica sessuale che non è solo di tipo penetrativo vaginale – continua Caruso – altre sedi possono essere colonizzate dal virus. Dobbiamo uscire quindi da schemi molto rigidi legati al tipo di rapporto sessuale”. La conseguenza di questa visione molto parziale che riguarda il fenomeno HPV è che non viene quasi mai eseguito un test orale, né rettale, ancora meno se il test di un soggetto risulta negativo.
Negli uomini, la presenza del virus HPV può provocare varie problematiche, dallo sviluppo di condilomi a lesioni precancerose e carcinomi del pene, dell’ano e del cavo orale, perché non si ricerca il virus, non si monitora l’uretra con tamponi uretrali e per cui non si valuta il rischio oncogeno maschile. Una delle poche possibilità in cui gli uomini possono accorgersi della presenza dell’HPV è quando accedono a un centro dove si può praticare la fecondazione assistita. In altre parole, “mentre nelle donne lo screening cervicale è ormai una prassi diffusa e sottoposta a un regolamentato a livello nazionale, negli uomini non esiste nulla di simile, neanche nei contesti più a rischio o tra partner di donne positive”, continua l’esperto.
La prevenzione- Che fare allora? “Prima di tutto incrementare una maggiore sensibilità tra i ragazzi parlando di prevenzione, utilizzo corretto del profilattico, informare che avere molti partner – dell’altro o dello stesso sesso – e non avere simili precauzioni aumenta il rischio di contrarre l’HPV; inoltre lo stile di vita, come il fumare e bere alcol aumenta la possibilità di facilitare la colonizzazione da parte del virus e produrre danni al nostro organismo. Da quello che abbiamo detto, occorrerebbe intensificare gli screening rivolti agli uomini, cercando di rimuovere alcuni pregiudizi o disagi nel sottoporsi ai possibili tamponi per fare il test da HPV”, sottolinea Caruso. E poi c’è il vaccino “che può essere utile anche in presenza dell’HPV, perché il virus sembra poter danneggiare la cellula, fino a sviluppare un tumore, solo dopo una permanenza nell’organismo di lunghi anni. Con il vaccino invece miglioriamo la risposta immunitaria. Quindi è utile vaccinarsi a ogni età; o comunque, agire il prima possibile è sempre auspicabile. Inoltre, è bene sempre sottolineare che stiamo parlando di vaccini sicuri e testati da molti anni”. Da ricordare che hanno diritto al vaccino gratuito ragazze e ragazzi intorno agli 11-12 anni in tutte le regioni; adolescenti e giovani adulti (fino a 18-26 anni in alcune regioni, soprattutto se non si è vaccinati prima). Infine, possono essere vaccinati gratuitamente le categorie a rischio, come le persone immunodepresse o con alcune specifiche malattie.
Un lavoro di squadra- Ma per svolgere una reale ed efficace azione di prevenzione bisognerebbe “fare un lavoro di equipe multidisciplinare – conclude Caruso – in cui agiscono insieme il proctologo, oltre che il ginecologo, l’andrologo e il sessuologo, proprio per aiutare ad avere nelle persone, uomini in particolare, una visione completa del problema e vivere con minori disagi le varie situazioni di controllo e screening”.
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