“Attenzione, boom di casi di virus parainfluenzali in Italia”: il monito del prof. Pregliasco. I sintomi e come riconoscerli: “Possono provocare disagi significativi”

  • Postato il 19 aprile 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Quando si pensa all’influenza, il primo pensiero è il classico virus stagionale, con i suoi picchi nei mesi di dicembre-gennaio e la febbre che ti blocca a letto. Ma c’è un’altra famiglia di virus che, sorniona, continua a colpire anche quando ormai le malattie da raffreddamento, appunto, sarebbero passate insieme all’inverno: sono i virus parainfluenzali. Secondo i dati del sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre 370mila casi sono stati registrati a livello nazionale, attribuiti agli sbalzi termici tipici della stagione primaverile.

Cosa sono i virus parainfluenzali?- I virus parainfluenzali non sono una variante del virus influenzale classico (come il virus A o B), ma fanno parte di una diversa famiglia: quella dei Paramyxovirus, nello specifico Human Parainfluenza Virus (HPIV). Ne esistono quattro ceppi principali (HPIV 1-4), ognuno responsabile di diverse infezioni delle vie respiratorie. Nonostante il nome, non provocano influenza vera e propria, ma sintomi simili: febbre, tosse, congestione nasale, mal di gola e, nei bambini piccoli, laringiti e bronchioliti. E allora in cosa si differenziano dai classici virus influenze? “Partiamo da questa considerazione: da sempre abbiamo dato importanza solo al virus influenzale, ma oggi, grazie ai nuovi sistemi di biologia molecolare e di monitoraggio, siamo in grado di individuare 262 virus respiratori che sono in circolazione, oltre ai virus influenzali tipici, come quello influenzale, sinciziale, da pneumococco e il Covid che ha una diffusione più trasversale durante l’anno – spiega al FattoQuotidiano.it il professor Fabrizio Pregliasco, Direttore sanitario d’Azienda dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio -. I virus parainfluenzali possono essere classificati in una scala di intensità che va da sintomi più evidenti, ma mai come quelli dell’influenza, fino al rinovirus, il banale naso chiuso o raffreddore”. In pratica, i virus parainfluenzali si caratterizzano per la minore intensità di sintomi.

Quando colpiscono?
A differenza dell’influenza classica, che ha un picco ben definito in inverno, i virus parainfluenzali circolano tutto l’anno, con picchi tra la primavera e l’autunno. In queste settimane, “i casi stanno aumentando in tutta Italia, complice l’instabilità climatica tipica della stagione”, conferma Pregliasco.

Chi è più a rischio?
Tutti possono essere infettati, ma a soffrirne di più sono:

• Bambini (soprattutto sotto i 5 anni)

• Anziani

• Persone con patologie respiratorie croniche

• Pazienti immunodepressi

In alcuni casi, soprattutto nei più piccoli, possono causare complicazioni come laringotracheiti o bronchioliti, che richiedono attenzione medica.

Qual è la cura?- Non esiste una cura specifica per i virus parainfluenzali. Il trattamento è sintomatico, con antipiretici, riposo, idratazione e, nei casi più complicati, terapie inalatorie o ospedaliere. Mentre “la prevenzione si basa sulle stesse regole dell’influenza: lavaggio delle mani, evitare ambienti affollati se si è sintomatici, e protezione dei soggetti più fragili”, tiene a sottolineare il nostro esperto.

Che cosa non sottovalutare- “Questi virus, sebbene generalmente meno gravi dell’influenza, possono comunque provocare disagi significativi, soprattutto in soggetti fragili o con patologie preesistenti – continua Pregliasco -. Per cui, oltre alle precauzioni igieniche indicate, è bene evitare gli sbalzi termici: per esempio, non coprendosi troppo per poi spogliarsi in ambienti più caldi, e viceversa. In definitiva, cerchiamo di mantenere un equilibrio termico. E poi curare l’alimentazione, che deve essere varia, considerando la possibilità di ricorrere ai probiotici per rinforzare le difese immunitarie”.

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