“Attenzione al rotolo della carta da cucina: senza questa etichetta non può toccare i cibi, è tossica. E se ha decori è ancora peggio”. Parla l’esperto
- Postato il 20 maggio 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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In cucina la carta assorbente è un jolly per tante persone: asciuga, pulisce, avvolge. Ma attenzione, non tutta è sicura del cibo. Molte, se non prodotte specificamente per il contatto alimentare, possono rilasciare sostanze chimiche pericolose. Quando sulla confezione compare la dicitura “non idoneo al contatto alimentare”, stiamo in campana! Significa che quella carta può trasferire inchiostri e coloranti agli alimenti. Il classico rotolo multiuso, quello che troneggia sul piano di lavoro e accompagna tante famiglie in mille operazioni quotidiane – dall’assorbire l’unto della frittura, al tamponare un mazzetto di funghi – nasconde dunque un rischio insospettabile. Se non vengono adottate misure preventive, gli inchiostri da stampa derivanti dal petrolio possono migrare nei cibi, rappresentando un condimento ben poco salutare e desiderabile per i consumatori. Non solo: può rilasciare anche altri contaminanti che possono trasferirsi al nostro cibo come i metalli pesanti.
Come spiega Boris Scafati, chef televisivo e formatore per professionisti della cucina: “Scegliere la carta giusta in cucina è un gesto di responsabilità. Nei ristoranti e nelle cucine professionali non si usano rotoli qualsiasi, ma carta bianca certificata per il contatto alimentare. È una questione di igiene, certo, ma soprattutto di sicurezza. I cibi caldi e i grassi, come i fritti, sono i più delicati: assorbono tutto ciò che toccano. Usare una carta non idonea significa trasferire nei piatti sostanze chimiche potenzialmente dannose, come gli inchiostri usati per i disegni”. Queste sostanze possono danneggiare infatti il nostro fegato, gli ormoni o l’intestino. “Il mio consiglio? Anche a casa, evitate di usare la carta assorbente se non è espressamente indicata come adatta“, sottolinea Scafati. Occhio anche alla carta riciclata, non idonea al contatto con gli alimenti, e alla la dicitura “prodotto destinato al contatto con gli alimenti, usare dalla parte non decorata”. In questi casi, è importante utilizzare solo il lato non disegnato e più in generale evitare di avvolgere il cibo bagnato con rotoli colorati o stampati.
Al contrario, la carta sicura per gli alimenti è quella che presenta il simbolo europeo del bicchiere e della forchetta, la certificazione ufficiale che garantisce l’idoneità al contatto con il cibo secondo il Regolamento CE n. 1935/2004. Non mancano poi indicazioni chiare come “idonea al contatto con alimenti” o “per uso alimentare”. Alcuni prodotti vantano anche certificazioni ambientali come FSC o PEFC, che attestano la provenienza da foreste gestite in modo sostenibile. La normativa italiana prevede che i materiali a contatto con alimenti, i cosiddetti MOCA, siano realizzati con materiali sicuri e idonei. Ma, come sottolinea Boris Scafati, “la sicurezza alimentare non è solo una questione di norme da rispettare, ma un vero e proprio approccio mentale. È cura, rispetto per chi mangerà ciò che cuciniamo. E passa anche da dettagli apparentemente secondari, come la carta che scegliamo per coprire una pietanza”. Insomma, il tema va ben oltre il semplice gesto di strappare un pezzo di carta dal rotolo. Ogni giorno si tratta di scegliere tra praticità e consapevolezza. Leggere con attenzione le etichette e preferire prodotti certificati per uso alimentare è un passo fondamentale per una cucina sicura.
A questo si aggiunge una riflessione importante: c’è una certa comodità nell’usa e getta, ma non possiamo però più ignorarne le conseguenze per l’ambiente. Un singolo rotolo di carta assorbente, se usato senza criterio, può diventare anche una fonte di inquinamento e un problema da gestire nella raccolta differenziata. Per chi cerca soluzioni più rispettose e sostenibili, la risposta è semplice e antica: i canovacci. Puliti, ben tenuti e lavati regolarmente, sono compagni fedeli in cucina e permettono di ridurre drasticamente i rifiuti. Non rilasciano sostanze chimiche, non si strappano sul più bello e soprattutto non finiscono in discarica dopo pochi minuti di utilizzo. E poi? Ci pensa la lavatrice a smacchiare e a rimuovere ogni alone. In un mondo dove ogni gesto conta, anche il modo in cui asciughiamo un’insalata può fare la differenza.
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