Attacco sul treno, ferroviere “eroe” ha tentato di fermare l’unico aggressore. Un testimone: “Diceva il diavolo non vincerà”
- Postato il 3 novembre 2025
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 - Di Il Fatto Quotidiano
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                                                                            Un solo aggressore e un eroico addetto alle ferrovie che ha tentato di fermare la sua furia. Si sta chiarando la dinamica dell’attacco con coltello su un treno diretto a Londra avvenuto quando il mezzo era nello Cambridgeshire. Un membro del personale “ha indubbiamente salvato vite umane” rimasto ferito è in condizioni critiche. Il suo nome non è stato reso noto, ma è stato uno degli undici feriti portati in ospedale dopo l’accoltellamento di massa avvenuto sabato sul servizio ferroviario delle 18:25 da Doncaster alla stazione di King’s Cross di Londra. È l’unica persona che ancora lotta per la vita, ha dichiarato la polizia, confermando che cinque delle persone ospedalizzate dopo l’attacco sono state dimesse.
Le indagini
La British Transport Police aveva fermato due uomini, ma solo uno è rimasto in custodia: si tratta di un cittadino britannico di 32 anni che risponde di tentato omicidio. È di Peterborough, nell’Inghilterra orientale, ed è salito sul treno lì, quando si è fermato alle 19:30, hanno confermato gli agenti. “Questo è stato un attacco orribile che ha avuto un impatto diffuso”, ha dichiarato il vice capo della Btp, Stuart Cundy. “I miei pensieri e quelli di tutti nella Btp sono con i feriti e le loro famiglie, specialmente il coraggioso membro del personale ferroviario la cui famiglia è supportata da agenti specializzati. Dopo aver visionato le immagini delle telecamere di sicurezza del treno, le azioni del membro del personale ferroviario sono state a dir poco eroiche e hanno indubbiamente salvato vite umane”.
Un attacco dietro il quale la polizia esclude al momento un movente terroristico, ma che sconcerta l’intera isola; oltre a innescare nuovi interrogativi sulla sicurezza, sospetti sull’origine dell’aggressore e allarmi sulla spirale di crimini commessi con i coltelli (per atti di delinquenza comune o ideologica) che non s’interrompe malgrado l’impegno alla tolleranza zero rilanciato dal governo laburista di Keir Starmer.
“Il diavolo non vincerà”
“Mi sono voltata e ho visto l’uomo che correva, così sono scivolata a terra. Lui mi è venuto addosso con il coltello e io l’ho implorato: ‘Per favore, non farlo’. Poi qualcosa è cambiato nel suo viso e ha proseguito. Poi, circa un minuto dopo, è tornato indietro, mi ha guardato di nuovo e ha detto: ‘Il diavolo non vincerà” ha raccontato la donna al Mirror, aggiungendo: “Stavo aspettando perché potevo ancora sentirlo nella carrozza. Ho sentito le porte aprirsi e sono corsa giù dal treno. L’ho visto scappare via e pochi minuti dopo la polizia mi è passata accanto di corsa e l’ho visto colpito con il teaser. Mi sento molto fortunata a essere ancora viva” ha raccontato una testimone.
I fermi
L’aggressione si è consumata poco dopo le 19,30 locali (le 20,30 italiane) fra le nove carrozze di un convoglio rapido di Lner, vettore che collega la capitale britannica con la Scozia lungo la dorsale nord-orientale. Quanto ai fermi, la polizia ha neutralizzato due persone sulla banchina con le scariche elettriche dei taser degli agenti mentre uno di loro brandiva “un lungo coltello”: due uomini di 32 e 35 anni, entrambi “neri” ed entrambi “nati nel Regno Unito”, a uno solo dei quali è stata però poi confermata l’accusa di “tentato omicidio” plurimo, mentre il secondo, risultato alla fine estraneo, ha finito per essere scagionato in serata e rilasciato dopo 24 ore con tante scuse.
La polemica
Il riferimento al colore della pelle dei fermati, arrivato ancor prima dell’identificazione pubblica dei loro nomi (che la procedura britannica prevede ad incriminazione avvenuta), ha rappresentato uno strappo agli standard del garantismo d’oltre Manica: frutto della promessa di maggiore “trasparenza” fatta a suo tempo dal governo Starmer, impegnato a inseguire nei sondaggi la destra, finora vanamente, sui temi della linea dura contro “l’immigrazione illegale”; ma anche a cercare di contenere le polemiche strumentali e “le fake news” imputate ripetutamente a leader politici come Nigel Farage, tribuno trumpiano del partito Reform Uk. Polemiche evocate fra l’altro in occasione della strage di bambine perpetrata a Southport nell’estate dell’anno scorso da parte di un giovanissimo accoltellatore figlio di genitori ruandesi (ma cittadino britannico per nascita), descritto falsamente dal tam tam dei social media come un “clandestino” appena sbarcato attraverso la Manica, tanto da alimentare violenti disordini di piazza anti-migranti in varie città del Paese.
Il premier ha da parte sua parlato di quanto accaduto sul treno Doncaster-Londra come d’un episodio “spaventoso e profondamente preoccupante”. Mentre la sua ministra dell’Interno, Shabana Mahmood, musulmana laica e laburista moderata paladina del rigore sull’immigrazione, ha assicurato la massima fermezza contro la piaga delle aggressioni con i coltelli (in risposta alle critiche dell’opposizione Tory), ma non senza sottolineare come il sospetto dell’attacco al treno sia un “cittadino britannico” nato nel Regno e mettere in guardia da ogni “strumentalizzazione”. Re Carlo e la regina Camilla si sono a loro volta detti “inorriditi e sgomenti” in un messaggio diffuso da Buckingham Palace.
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