ATP Finals, Sinner batte Alcaraz ma è bufera sui biglietti. Gli Schützen 'avvisano' Jannik: "Troppo italiano"
- Postato il 7 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Il primo assaggio della possibile finale è andato in scena sul Centrale dell’Inalpi Arena, davanti a quattromila fan in delirio. Moltissimi bambini. Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz, il tempo di un set per inaugurare le ATP Finals ancor prima del via ufficiale. Pubblico delle grandi occasioni per l’attesissima esibizione del numero 1 e del numero 2 della classifica mondiale. Con il “solito” corollario di polemiche. Addirittura due in rapida successione. La prima: il prezzo del biglietto per assistere allo spettacolo. La seconda: le clamorose accuse dal suo Tirolo a Sinner, quasi un “cazziatone” dal capo degli Schützen, i bersaglieri tirolesi, a Jannik per aver rivendicato con orgoglio la sua italianità.
- ATP Finals, 20-35 euro per il set tra Sinner e Alcaraz
- Festa grande per Jannik a Torino: ma arriva una lettera...
- Schützen contro Sinner: il "rimprovero" di Christoph Schmid
- Da Bruno Vespa ai bersaglieri tirolesi, tutti contro Jannik
- L'avvertimento a Sinner: "Rifletti sul peso delle tue parole"
ATP Finals, 20-35 euro per il set tra Sinner e Alcaraz
Partiamo dalle note liete, dalla festa di pubblico e di sport in mattinata a Torino. Alle 11 il riscaldamento congiunto di Jannik e Carlos sul campo degli sponsor, a uso e consumo di appassionati e manager legati alle munifiche aziende che sostengono il torneo. Alle 12 il set, a pagamento, sul Centrale. Venti euro per un biglietto di Galleria Est, 35 per la Tribuna. In quattromila hanno sborsato volentieri l’obolo, molti altri si sono indignati sui social. Chi ha acquistato il ticket è rimasto estasiato. Cori, ovazioni e striscioni per Sinner, acclamatissimo. Per la cronaca e per quanto possa contare, il set lo ha vinto proprio l’italiano: 6-3.
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Impegnatissimo a firmare autografi e a dar soddisfazione ai tanti tifosi accorsi ad assisterlo nell’allenamento speciale, Sinner non avrà avuto ancora il tempo di leggere la lettera aperta speditagli da Christoph Schmid, comandante degli Schützen, i “Cappelli piumati”, bersaglieri tirolesi associazioni che si ispirano alle milizie di difesa territoriale del Tirolo ai tempi del dominio asburgico e che, più o meno dichiaratamente, hanno propositi separatisti. Strano e amaro il destino di Jannik: criticato da tanti in Italia perché considerato “troppo poco italiano”, criticato pure a casa sua perché “troppo italiano”. L’esatto opposto.
Schützen contro Sinner: il “rimprovero” di Christoph Schmid
A provocare dispiacere a Schmid e ai suoi bersaglieri, le recenti dichiarazioni di Sinner: “Sono orgoglioso di essere italiano, felice di essere nato in Italia e non in Austria“. Apriti cielo. “Caro Sinner”, l’incipit della lettera indirizzata al rosso di San Candido. “In una società libera ognuno deve poter definire la propria identità. Ma sai bene che affermazioni come questa – soprattutto se pronunciate da una personalità tanto conosciuta – hanno un effetto che va ben oltre lo sport. Vengono accolte con soddisfazione dai nazionalisti italiani, mentre qui da noi suscitano preoccupazione. Perché toccano questioni per noi centrali: la nostra lingua, la nostra storia, la nostra identità”.
Da Bruno Vespa ai bersaglieri tirolesi, tutti contro Jannik
Il rimprovero di Schmid a Sinner continua coinvolgendo diversi aspetti: “Proprio l’Austria che tu hai ‘rifiutato’ si è impegnata instancabilmente, in decenni difficili, per i diritti dei sudtirolesi: sul piano politico, diplomatico e culturale. Per questo fa male quando personalità di spicco del nostro territorio, con parole avventate, danno l’impressione che questo legame storico e l’autonomia faticosamente conquistata abbiano perso significato“. Insomma: il destino di Jannik sembra essere diventato quello di essere sballottato da una parte e dall’altra, dal Vespa e dallo Schmid di turno.
L’avvertimento a Sinner: “Rifletti sul peso delle tue parole”
La lettera aperta del comandante degli Schützen si chiude infatti con un vero e proprio “avvertimento” a Jannik, una sorta di suggerimento su cosa o come rispondere nelle prossime domande sull’argomento: “Quando in futuro ti verrà chiesto del tuo sentimento nazionale, ti preghiamo di riflettere sul peso delle tue parole. Parla pure – se lo desideri – della tua appartenenza all’Italia, ma fallo con rispetto verso tutti coloro che si sentono sudtirolesi, ladini o appartenenti ad altre minoranze. Proprio tu, che viaggi tanto nel mondo, sai bene che apertura e diversità non sono una debolezza, ma una forza”.